Cronaca sintetica della seduta di martedì 29 dicembre 2009
"Il Consiglio comunale martedì ha approvato, all’alba, una delle delibere più importanti per la vita della città che riguarda la ricapitalizzazione della società partecipata Amia. Trattasi del conferimento di beni per integrare il capitale sociale eroso negli anni a causa della cattiva gestione degli amministratori, evitandone quindi la messa in liquidazione. Da un lato è inaccettabile che atti così delicati vengano affrontati quando, dopo parecchie ore di seduta consiliare, può venir meno la necessaria lucidità; e dall’altro questa delibera ha solo tamponato la situazione in vista dell’udienza di gennaio davanti al Tribunale fallimentare, probabilmente nel tentativo di impedirne l’amministrazione controllata.
Questa procedura, infatti, avrebbe potuto rappresentare strumento di garanzia al fine di assicurare l’individuazione dei responsabili di questo disastro finanziario e gestionale ed in relazione alla natura e alla certezza dei debiti dell’Amia. Tra l’altro questa ricapitalizzazione determina un decremento del patrimonio comunale non indifferente, pari cioè a circa 70 milioni di euro. In altri termini, per colmare i danni provocati dagli amministratori dell’Amia – che fino ad oggi non risulta che siano stati chiamati a pagare – il Comune si impoverisce del suo stesso patrimonio che rappresenta un bene della collettività, e non sono neanche sicura che questo conferimento sia conforme alle norme che disciplinano la dismissione di immobili pubblici e se siano stati acquisiti per gli immobili del centro storico i preventivi pareri della Soprintendenza. Inoltre, è stato completamente tralasciato il parere dei Revisori dei conti che affermano espressamente che “la sola iniezione di beni ancorché destinata a ripristinare la base patrimoniale dell’azienda, non appare sufficiente a far fronte alla mole dei debiti della società a corto di liquidità”. Il collegio dei Revisori avverte anche che i numerosi creditori di Amia possono aggredire il patrimonio immobiliare comunale così conferito alla società, con ciò vanificando l’intera operazione di ricapitalizzazione. La mia preoccupazione è che siano in presenza di una sorta di specchietto per le allodole. Nessuno si muoverà prima dell’udienza prefallimentare, ma una volta superato questo pericolo i creditori faranno valere le loro ragioni impoverendo il patrimonio comunale e allora si ripresenterà il problema della sopravvivenza di Amia e della tutela dei lavoratori. Mi sembra che si sia dato luogo ad un’operazione sprovvista delle adeguate garanzie di effettiva tutela della società e dei lavoratori. Inoltre, appare poco comprensibile come il contratto di servizio con Amia venga di fatto aumentato mentre i servizi, secondo il nuovo piano industriale, vengono ridotti. Mi domando poi quali cooperative e quali società si stanno già organizzando come affidatarie di alcuni di questi servizi. Infine non credo si sia trattato di una vittoria del centrosinistra, anzi invece il centrosinistra avrebbe potuto in questa occasione ottenere risposte sulle responsabilità, sulla natura e la tipologia dei debiti ed incidere sul piano industriale che viene accettato e subito passivamente".
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia