Oggi si è tenuta un’assemblea cittadina (sembrerebbe organizzata da un regista palermitano) sui problemi connessi all’attività degli operatori culturali. Ho partecipato in quanto invitata da alcuni operatori del settore che conoscono il mio impegno per ciò che concerne l’approvazione di un regolamento in materia di attività culturali che possa garantire trasparenza e imparzialità nell’assegnazione sia di contributi che di spazi agli operatori, nonché in relazione alle mie lotte per l’uso pubblico del teatro Bellini (nel sito sono visionabili sia il regolamento, sia gli emendamenti proposti dal mio gruppo e dagli operatori culturali, sia le diverse azioni –petizioni e mozioni – portate avanti per l’uso del Bellini).
Con mia sorpresa, giunta a Sala delle Lapidi (dove si svolgeva l’assemblea) mi sono resa conto che la manifestazione era organizzata da Idv, circostanza che tuttavia non mi ha impedito di iscrivermi a parlare come una qualsiasi cittadina, ma anche in qualità di consigliere comunale alla quale alcuni operatori avevano chiesto espressamente di intervenire sugli argomenti da me trattati in questi mesi. Sono rimasta stupita che non mi sia stata concessa – tanto più che si trattava di una democratica assemblea cittadina – la possibilità di partecipare al dibattito. Dirò quindi in questa sede quello che avrei detto stamattina in assemblea.
Con riferimento al regolamento, si era aperto un interessante dibattito cittadino che aveva portato – anche da parte degli stessi soggetti coinvolti – alla proposizione di emendamenti depositati in commissione cultura presso la quale è fermo il predetto regolamento, senza alcuna formale motivazione per questa battuta d’arresto. In altre parole, il regolamento è pronto per essere discusso in Aula, ma evidentemente preoccupa la possibilità che la gestione di sovvenzioni e spazi pubblici possa essere assoggettata ai criteri di trasparenza, meritocrazia, controllo e rotazione. In occasione delle diverse conferenze dei capigruppo ( l’organismo che decide gli argomenti da trattare in Aula) ho più volte proposto la trattazione del regolamento sulla cultura e dei relativi emendamenti. In tempi recenti ho predisposto una nota formale al presidente del Consiglio comunale, Campagna, e chiederò ai partiti del centrosinistra di sottoscriverla per poter avviare in Aula un dibattito e prendere delle decisioni su questa materia. Contestualmente come gruppo (Un’Altra Storia) stiamo predisponendo una delibera di iniziativa consiliare che prevede, con formule molto semplici, la concessione di tutti gli spazi pubblici cittadini idonei allo scopo ai diversi operatori culturali sprovvisti di proprie strutture, che secondo criteri di turnazione possano usufruire di questi beni svolgendo con maggiore serenità e con questo tipo di contribuzione (lo spazio) la loro attività. Per quanto riguarda la vicenda del teatro stabile, la stessa è stata oggetto di miei numerosi interventi anche rivolti a verificare le ingenti somme di denaro pubblico che vengono spese per le attività teatrali che vedono raramente protagoniste le compagnie teatrali locali. Con il mio gruppo abbiamo anche predisposto una mozione che inviti il teatro Biondo ad avvalersi maggiormente delle compagnie locali anche in conformità dello stesso statuto che ne prevede e ne impone l’utilizzo. Inoltre, stiamo chiedendo al teatro stabile di mettere a disposizione delle compagnie che ne dovessero fare richiesta, i suoi spazi teatrali, non ultimo il teatro Bellini che appartiene a privati e che costa 600/700 mila euro l’anno. Sempre rispetto al Bellini, ho anche predisposto una mozione (visionabile nel sito) – approvata già dal Consiglio comunale – che prevede l’acquisto del teatro Bellini da parte del Comune. In particolare, l’idea sarebbe di creare un teatro cittadino (Palermo ne è sprovvista) da mettere a disposizione di tutte le compagnie e gli artisti che ne facessero richiesta. In sede di approvazione del prossimo bilancio, il mio gruppo presenterà un emendamento che possa consentire l’acquisto del Bellini, fatto che determinerebbe un enorme risparmio per la Pubblica Amministrazione e contemporaneamente fornirebbe alcune risposte alle esigenze della città. E’ ovvio che questi provvedimenti non sono la soluzione ai numerosi problemi sollevati in assemblea in relazione alla cultura a Palermo. Molte questioni sono collegate e passano attraverso l’assenza di un’idea di città e di un programma culturale, sociale, economico e territoriale che consenta un vero sviluppo di Palermo. Tuttavia, credo che non si debba perdere né la voglia di lottare né la speranza di poter cambiare le cose, anche perché la cultura e l’istruzione sono le uniche garanzie per la tutela della nostra democrazia ed uno strumento essenziale per la difesa della libertà di ognuno di noi.
Con riferimento al regolamento, si era aperto un interessante dibattito cittadino che aveva portato – anche da parte degli stessi soggetti coinvolti – alla proposizione di emendamenti depositati in commissione cultura presso la quale è fermo il predetto regolamento, senza alcuna formale motivazione per questa battuta d’arresto. In altre parole, il regolamento è pronto per essere discusso in Aula, ma evidentemente preoccupa la possibilità che la gestione di sovvenzioni e spazi pubblici possa essere assoggettata ai criteri di trasparenza, meritocrazia, controllo e rotazione. In occasione delle diverse conferenze dei capigruppo ( l’organismo che decide gli argomenti da trattare in Aula) ho più volte proposto la trattazione del regolamento sulla cultura e dei relativi emendamenti. In tempi recenti ho predisposto una nota formale al presidente del Consiglio comunale, Campagna, e chiederò ai partiti del centrosinistra di sottoscriverla per poter avviare in Aula un dibattito e prendere delle decisioni su questa materia. Contestualmente come gruppo (Un’Altra Storia) stiamo predisponendo una delibera di iniziativa consiliare che prevede, con formule molto semplici, la concessione di tutti gli spazi pubblici cittadini idonei allo scopo ai diversi operatori culturali sprovvisti di proprie strutture, che secondo criteri di turnazione possano usufruire di questi beni svolgendo con maggiore serenità e con questo tipo di contribuzione (lo spazio) la loro attività. Per quanto riguarda la vicenda del teatro stabile, la stessa è stata oggetto di miei numerosi interventi anche rivolti a verificare le ingenti somme di denaro pubblico che vengono spese per le attività teatrali che vedono raramente protagoniste le compagnie teatrali locali. Con il mio gruppo abbiamo anche predisposto una mozione che inviti il teatro Biondo ad avvalersi maggiormente delle compagnie locali anche in conformità dello stesso statuto che ne prevede e ne impone l’utilizzo. Inoltre, stiamo chiedendo al teatro stabile di mettere a disposizione delle compagnie che ne dovessero fare richiesta, i suoi spazi teatrali, non ultimo il teatro Bellini che appartiene a privati e che costa 600/700 mila euro l’anno. Sempre rispetto al Bellini, ho anche predisposto una mozione (visionabile nel sito) – approvata già dal Consiglio comunale – che prevede l’acquisto del teatro Bellini da parte del Comune. In particolare, l’idea sarebbe di creare un teatro cittadino (Palermo ne è sprovvista) da mettere a disposizione di tutte le compagnie e gli artisti che ne facessero richiesta. In sede di approvazione del prossimo bilancio, il mio gruppo presenterà un emendamento che possa consentire l’acquisto del Bellini, fatto che determinerebbe un enorme risparmio per la Pubblica Amministrazione e contemporaneamente fornirebbe alcune risposte alle esigenze della città. E’ ovvio che questi provvedimenti non sono la soluzione ai numerosi problemi sollevati in assemblea in relazione alla cultura a Palermo. Molte questioni sono collegate e passano attraverso l’assenza di un’idea di città e di un programma culturale, sociale, economico e territoriale che consenta un vero sviluppo di Palermo. Tuttavia, credo che non si debba perdere né la voglia di lottare né la speranza di poter cambiare le cose, anche perché la cultura e l’istruzione sono le uniche garanzie per la tutela della nostra democrazia ed uno strumento essenziale per la difesa della libertà di ognuno di noi.
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia