Casa, i beni confiscati alla mafia vanno alle famiglie dei container
Gen 23, 2010Ufficio StampaRassegna Stampa
Spallitta:«Il servizio di Striscia la Notizia ha di certo accelerato la soluzione del problema»
Esistono ma non si vedono,quasi fossero trasparenti. Incistati e sepolti a margine della città «ufficiale» vivono ingabbiati da anni nei container di latta nell’attesa e nella speranza di avere prima o poi una vera casa fatta di muri di cemento armato, tetti da cui non cola la pioggia e pavimenti non divorati dalla muffa. Si tratta di quelle famiglie, circa una trentina, regolarmente in graduatoria per l’alloggio popolare e che pur di non dormire sotto un ponte o nell’ennesima scuola occupata, hanno accettato la proposta del Comune di trasferirsi provvisoriamente nelle case di latta di via Messina Montagna tra Palermo e Villabate.
Ma il «provvisoriamente» si è trasformato in anni e queste persone ormai sono rassegnate a vivere, anzi a convivere con topi, scarafaggi, fognature a cielo aperto, freddo glaciale in inverno e caldo torrido in estate che si trasforma in asfissiante in queste gabbie di plastica. Gente che soprattutto ha imparato a convivere con gli ospedali per i continui ricoveri dei propri figli, il più piccolo abitante del gruppo ha appena 6 mesi, per infiammazioni alle vie respiratorie, alla pelle, attacchi di asma, morsi di topi e infezioni alle vie urinarie. Ora la loro lunga agonia potrebbe presto finire visto che è approdato in consiglio comunale la richiesta, presentata dal vicesindaco Francesco Scoma, di assegnare in via del tutto urgente e immediata degli alloggi a queste famiglie. Un intervento che per diventare esecutivo ha bisogno prima del benestare di Sala delle Lapidi e a giro di ruota di quello della giunta. Nulla da obiettare visto che le condizioni in cui vivono queste persone sono ai limiti della sopravvivenza e della decenza. Ma si fa spazio un dubbio. Con quale criterio vengono assegnate delle case queste famiglie e non ad altre? E tutti quelli che aspettano più o meno silenziosamente in graduatoria? Senza voler fare scoppiare una «guerra fra poveri», sono riflessioni dovute. «Sicuramente c’è questo pericolo – dice il capogruppo di Un’altra Storia Nadia Spallitta – ma molte di queste famiglie si trovano in lista. Ci saranno nuclei che si sentiranno scavalcati. Ma si tratta di una decisione che nasce dalla presa d’atto di un accertato stato di degrado e di dramma in cui vivono queste famiglie. A differenza di altre situazioni, infatti, i sopralluoghi hanno verificato l’urgenza: insomma ci sono bambini che vivono tra topi e scarafaggi. E’ un’indecenza a cui bisogna porre fine». Alle famiglie di via Messina Montagne andrebbero dei beni confiscati alla mafia circa 18 immobili su cui può intervenire il vicesindaco Scoma in virtù della sua delega specifica in materia. La messa in onda del servizio di Striscia la Notizia in cui il vicesindaco ha promesso che entro dieci giorni avrebbe risolto il problema: «Ha solo dato un colpo di acceleratore – continua – alla risoluzione del problema ma già da alcuni mesi si lavorava a un progetto simile». Per Doriana Ribaudo, capogruppo dell’Udc si potrebbe andare al voto già mercoledì prossimo. «Si aspetta la delibera – precisa – degli uffici comunale al Patrimonio e agli Interventi abitativi. È fuor di dubbio che bisogna però cercare una mediazione che accontenti anche chi aspetta da anni in graduatoria un alloggio».