Stato d’insolvenza per la società: i conti affidati ai commissari del Ministero dello Sviluppo economico. Cammarata non fa marcia indietro. Il Pd chiede ancora le sue dimissioni
“Un’altra sconfitta di Cammarata che aveva indicato nella salvezza dell’Amia uno degli obiettivi della sua amministrazione” ha affermato Davide Faraone (Pd). Plaude alla decisione dei giudici Nadia Spallitta (Un’Altra Storia), secondo la quale: “Ora finalmente si potrà fare chiarezza sulla regolarità dei conti e lo stato debitorio”. La consigliera si augura poi che ciò “non sia la premessa per la privatizzazione dell’azienda e che nessuno dei dipendenti possa perdere il proprio posto di lavoro”.
Fatta luce sulla reale situazione finanziaria della società, si punta ora a tutelare i dipendenti di Nenni e dell’indotto.
“Faremo la nostra parte, in Consiglio comunale e in ogni altra sede, per risanare e rilanciare l’azienda allo scopo di salvare un patrimonio di esperienze e di conoscenze che è stato umiliato dalla gestione dissennata di Cammarata e Galioto” assicura Maurizio Pellegrino (Pd).
Deluso, come era prevedibile aspettarsi, Gaetano Lo Cicero, che si appresta dunque a lasciare l’incarico di commissario liquidatore: “Ritenevamo di avere presentato un piano credibile e basato su una serie di elementi che davano le garanzie dovute al risanamento dell’azienda”.
Dello stesso tono il commento dell’assessore all’Ambiente, Mario Parlavecchio: “Per salvare l’azienda è stato fatto un grande sforzo da parte dell’amministrazione. Abbiamo tentato in tutti i modi possibili”.
E Cammarata? “Io – ha detto – la mia sfida l’ho già vinta. In questi mesi abbiamo operato con tenacia e caparbietà per mettere ordine nei conti e nei servizi di Amia e ci siamo riusciti”.