<< In una città piegata dalla povertà e dalla disoccupazione, che troppo spesso si trasformano in violenza verso se stessi e verso gli altri, ritengo che sia doveroso per la pubblica amministrazione impedire nuove sacche di disoccupazione, salvaguardando il lavoro e le professionalità esistenti. E’ tenendo conto di questi principi che deve essere affrontata e risolta la vicenda dei cenciaioli storici che non chiedono né di essere assunti né di lavorare a spese del Comune, ma di operare sulla scorta di una convenzione con l’ente pubblico che renderebbe legale la loro attività altrimenti vietata dalla legge. Solo attraverso un atto della pubblica amministrazione, infatti, il loro lavoro potrebbe essere regolarizzato.
In questo modo si incrementerebbe la raccolta differenziata – a costo zero per le casse comunali, ma anzi determinando un’entrata per il Comune derivante dalle premialità connesse proprio con la raccolta differenziata (attualmente il Comune paga delle sanzioni, dal momento che non raggiunge le percentuali minime previste dalla legge) – e si salvaguarderebbe la preesistente attività dei cenciaioli. Sto elaborando una proposta, che sottoporrò alle forze del centrosinistra, che prevede l’affidamento a questa cooperativa sociale di quei servizi che oggi non sono più erogati da Amia, con vantaggio per Palermo le cui condizioni igienico-sanitarie sono sotto gli occhi di tutti e al fine di consentire agli operatori di tornare ad effettuare la raccolta differenziata – come ad esempio quella relativa ai rifiuti ingombranti oggi abbandonati in varie parti della città – senza la paura di essere processati e arrestati>>.
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia