Spallitta:«Alcuni restano inutilizzati mentre associazioni onlus aspettano per anni»
dice il capogruppo di Un’Altra Storia Nadia Spallitta -da parte dell’Agenzia del Demanio per cui, allo stato attuale, la possibilità di incorrere nell’ alienabilità dei beni confiscati rischia di tradursi in una sorta di restituzione degli stessi alle organizzazioni criminali>>. Eventualità che implicherebbe un tradimento dell’ impegno assunto nei confronti dei cittadini che nel 1996 firmarono la proposta di legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia per sancirne la legittima restituzione alla collettività che, altrimenti, risulterebbe ulteriormente defraudata. Insomma verrebbe in qualche modo tradito il Protocollo d’intesa firmato il 5 settembre del 2007 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Prefettura di Palermo, il Comune di Palermo e l’Agenzia del Demanio, con il quale si è provveduto a destinare i beni confiscati alla mafia al Comune di Palermo per essere poi utilizzati a fini sociali e istituzionali.
«Sia pubblico l’elenco»
Spallitta ha presentato un’interrogazione per avere l’elenco dei beni confiscati alla mafia destinati al Comune di Palermo, la lista delle associazioni e dei singoli cittadini a cui sono stati assegnati in “custodia gratuita” gli immobili confiscati alla mafia
«Quali sono i criteri?»
«Esiste un regolamento che disciplina – dice Spallitta – i criteri di assegnazione dei beni confiscati alla mafia? Quali sono i criteri adottati dal Comune per la scelta dei destinatari?
Protocollo con il ministero
Il 5 settembre del 2007 è stato firmato il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Prefettura di Palermo, il Comune di Palermo e il Demanio per destinare i beni confiscati alla mafia al Comune.