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venerdì, 22 novembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Sociale, il bando è nella bufera. Spallitta “Gli atti in Prefettura”

L’ammissione in graduatoria di associazioni non riconosciute, enti di fatto, senza certificazione antimafia e centri dalla dubbia esperienza e professionalità. Il bando comunale per l’assegnazione dei fondi per il sociale (legge 285) avrebbe seguito delle procedure poco trasparenti e non in linea con regolamentazioni regionali ed europee.
Tanto da mettere in dubbio il normale svolgimento delle procedure della gara, fare chiedere da più parti la sospensione della graduatoria e la trasmissione degli atti alla Prefettura e alla Corte dei conti. Tutto questo  in aggiunta ai “boatos” sempre più insistenti su poco convincenti e per nulla casuali legami tra le associazioni, al momento, vincitrici e assegnatarie delle risorse statali (circa 4 milioni di euro) e consiglieri comunali. Rapporti non immediati e diretti ma “mediati “ da amici e parenti. Per il consigliere Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia tutto il procedimento relativo all’assegnazione dei 4 milioni di euro per progetti da destinare ai minori, potrebbe essere gravemente inficiato ed illegittimo sotto numerosi profili. «In primo luogo sembra che gli atti siano stati firmati – dice Spallitta – senza alcuna valida giustificazione da un dirigente sprovvisto di competenza in materia di gestione della legge 285. Inoltre sono state ammesse alla gara anche associazioni non riconosciute, in relazione alle quali è impossibile conoscere con certezza giuridica la data di costituzione, con violazione  delle norme di contabilità che impongono, ai fini dei controlli , che l’ente possa stipulare contratti solo con soggetti dotati di personalità giuridica e non con enti di fatto». Tra l’altro l’ammissione degli enti di fatto rende difficoltoso se non impossibile il controllo sugli organi e l’acquisizione della certificazione antimafia che, peraltro, non è neanche richiesta dal bando. Non è ben chiaro come possa essere valutata per gli enti non riconosciuti l’esperienza e la professionalità. «Inoltre, tra i requisiti necessari per partecipare alla gara – continua – manca quello relativo all’inserimento negli elenchi regionali della legge 22/86 che garantisce l’osservanza di parametri minimi per lo svolgimento di servizi socio assistenziali ». Infine risultano violate le norme europee relative alle procedure e alle forme di pubblicità, che si applicano tutte le volte che venga superata la soglia dei 130 mila euro circa. Tra le incongruenze emerge la condizione di favore in cui si trovano alcune delle associazioni che operano in strutture comunali e pubbliche rispetto ad altre associazioni escluse perché sprovviste di locali. «In altre parole l’Amministrazione assegna immobili – conclude – ad alcune associazioni e poi valuta positivamente tra i requisiti del bando la circostanza del possesso di locali adeguati>>.




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