Anche la stagione estiva del Teatro Verdura è stata compromessa. I primi spettacoli del cartellone estivo sono saltati, rimandati di un mese. Il concerto di Carmen Consoli, previsto per l’inizio di agosto, è slittato a settembre “per dar modo al Comune di Palermo di risolvere gli aspetti burocratici di concessione d’uso del teatro”, come recita una nota dell’agenzia Musica e suoni.
Il Teatro, infatti, è di proprietà dell’Opera pia Castelnuovo e per la concessione al Comune si è resa necessaria una nuova convenzione con il Comune.
E che dire di Jazzopolis. Gli amanti del jazz che avevano già pregustato i concerti in programma a Villa Pantelleria, hanno dovuto chiedere il rimborso dei biglietti e degli abbonamenti acquistati. La rassegna, infatti, è stata cancellata in corso d’opera, pare per un’improvvisa mancanza di fondi dell’organizzatore.
Le cose non vanno meglio nel “privato”, tra locali non proprio attrezzati a ospitare esibizioni artistiche e rigide applicazioni di norme vetuste che rendono “abusivi” molti degli spettacoli allestiti in città. Esempio ne è la recente chiusura di alcuni locali, disposta dalle forze dell’ordine, in applicazione Testo unico in materia pubblica sicurezza del 1931. Norme ispirate al periodo fascista, superate in molte regioni, nonché da un paio di sentenza della Corte Costituzionale, ma non nella nostra. Insomma, per artisti e amanti della cultura l’estate è quasi una stagione di digiuno.
Fermo da tre anni. Aspettando un regolamento per la cultura
PALERMO – La città, intanto, attende di dotarsi di un regolamento comunale per le attività culturali adeguato ai tempi ed alla criticità evidenziate da chi di cultura vorrebbe anche poter vivere. Il regolamento, tuttavia, è bloccato da circa tre anni a Palazzo delle Aquile, in attesa di essere trattato. L’ultima bozza del regolamento ha recepito una serie di indicazioni integrative da parte degli operatori culturali e stava per essere trattato, quando l’amministrazione comunale ne ha chiesto la restituzione agli uffici. “Mi auguro – ha detto Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia a Sala delle Lapidi – che il regolamento con queste integrazioni trovi finalmente attuazione e che la città si doti di modalità trasparenti per il finanziamento delle azioni culturali, colmando una lacuna ultradecennale”. Questo “per dare una spinta ad un settore fondamentale, quale quello culturale, così tristemente e ingiustificatamente trascurato dall’amministrazione”.