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mercoledì, 27 novembre 2024
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Nadia Spallitta

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SPALLITTA: Beni confiscati alla mafia – il nome di padre Puglisi usato per assegnare …

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nadia_foto_nuova.jpgSPALLITTA: Beni confiscati alla mafia – il nome di padre Puglisi usato per assegnare i beni confiscati alle stesse famiglie dei mafiosi.
 
 << Non si può restare in silenzio di fronte al coraggioso servizio di Stefania Petyx, che mostra come irregolare e inaccettabile sia stata fino ad oggi la gestione dei beni confiscati ai mafiosi. E’ impensabile  che la lotta alla mafia produca – come effetto aberrante  – la conferma del potere economico degli stessi mafiosi che – utilizzando stratagemmi neanche troppo nascosti – di fatto mantengono i pieni poteri sugli immobili confiscati, nel silenzio colpevole delle Istituzioni che dovrebbero invece dare reale applicazione alla legge Rognoni /La Torre e garantire il principio di legalità.
Trovo poi offensivo dei nostri martiri l’utilizzo strumentale dei loro nomi e delle loro idee per perseguire scopi illeciti, aggirare le norme e mantenere immutato il potere economico e politico della mafia. E’ inaccettabile che fuori da ogni bando, e quindi senza criteri oggettivi e trasparenti, l’Amministrazione abbia assegnato beni confiscati all’associazione Solaria,  Live Europe  (che al momento dell’assegnazione contava alcune persone imparentate con soggetti mafiosi e con la cosca mafiosa di Bagheria), e alla Fondazione Puglisi ( che al momento dell’assegnazione aveva alcuni soci collegati al gruppo Grigoli e a Matteo Messina Denaro), come è indicato nelle note di informativa della Prefettura. Non conosco  a  fondo i motivi per i quali il TAR abbia confermato la regolarità di tali assegnazioni alle predette società,per cui le stesse oggi continuano a godere di questi immobili – come si è appreso da notizie di stampa – tuttavia non so se nel contesto siciliano, tristemente caratterizzato da collusioni e rapporti ambigui che si intrecciano, la semplice dimissione di alcuni di questi soci (elemento che avrebbe determinato le decisioni del TAR) possa garantire l’effettiva indipendenza dei beni stessi da infiltrazioni mafiose. Invito pertanto tutte le Autorità coinvolte e la Magistratura a esaminare con la massima attenzione questa delicata materia per evitare che venga tradito lo spirito della citata legge Rognoni/La Torre, per colpire concretamente il patrimonio dei mafiosi e per assicurare il reale uso sociale e la restituzione alla collettività di beni che sono il frutto di illeciti penali tra i peggiori e più infamanti del nostro ordinamento>>.
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia




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