Per una volta il Comune non ha colpe. Ha i progetti pronti, le analisi dei costi in bell’ordine, i nuovi calcoli delle espropriazioni già sulla carta. Ma è la Regione che non vuole, o non riesce, a sganciare quei finanziamenti. Qualcosa come 47 milioni di euro. Indirizzati, soprattutto, alla riqualificazione delle periferie: Borgo Nuovo, Sperone, e Zen. Si tratta dei cosiddetti fondi ex Gescal che ancora sono impantanati nelle maglie della burocrazia regionale. <<O magari non vengono fuori per ragioni di scontro politico>>, azzarda Nadia Spallitta, consigliera comunale di Un’Altra Storia e presidente della Commissione urbanistica.
E proprio in virtù della sua carica a capo dell’organismo comunale che ha preso carta e penna per chiedere al presidente della Regione, Raffaele Lombardo , il perché di questo immenso ritardo. <<Le somme ci sono – ragiona la Spallitta – perché si cincischia quando invece si potrebbero dare risposte sia al mondo del lavoro sia anche a zone della città che hanno consistente bisogno di essere recuperate e abbellite>>. L’anno scorso Sala delle Lapidi dovette affrontare una maratona per non perdere il treno della proroga che era stata Concessa dalla Regione. Una situazione pirandelliana. Siccome quei progetti si riferivano al 2000 le lentezze e le pastoia avevano portato a una lievitazione dei costi (soprattutto sul calcolo delle espropriazioni dopo una sentenza della Suprema Corte) per cui si sono dovuti riparametrare i progetti. Sacrificandone qualcuno per potere rientrare nelle somme a disposizione. Alla fine tutto ciò è stato fatto, approvato e sottoscritto. Da allora, però, solo silenzio. Che ora Nadia Spallitta tenta di rompere. <<Non vorrei che calcoli politici – spiega – e scontri fra vari poteri alla fine avessero come conseguenza quella di affossare questa città. Sono proprio questi i motivi che hanno spinto a vederci chiaro in questa faccenda che mi sembra emblematica di come vanno avanti le cose in questa città>>. I progetti finanziati con i fondi ex Gescal prevedono sostanzialmente la creazione di aree verdi, giardini, luoghi di aggregazione. Si tratta dei cosiddetti Pru (Piani di riqualificazione urbana), la sigla indica appunto un intervento che mira a ridare vivibilità alle borgate più emarginate e a rischio.