James Joyce – Poeta e scrittore
2 febbraio 1882 – 13 gennaio 1941
uno dei più grandi autori di narrativa del XX secolo
PREGHIERA
Ancora! Vieni, dona, cedi tutta la tua forza a mei
Da lungi una bassa parola àlita sul cervello scoppiante
la sua calma crudele, angoscia della sommissione,
addolcendo il suo terrore come ad anima predestinata.
Cessa, silenzioso amore! Mio fato!
Accècami con la tua cupa vicinanza, oh abbi pietà, adorato nemico del mio volere!
Resistere non oso al freddo tocco che mi spaura.
Trai da me ancora
la mia torpida vita! Su me più basso chinati, minacciosa testa,
tu del mio crollo fiera, rammemorante, pietosa,
colui che è, colui che fu!
Ancora!
Insieme, avviluppati dalla notte, sulla terra giacciono. lo odo
da lungi la sua bassa parola alitare sul mio cervello scoppiante.
Vieni! lo cedo. Su me più basso chinati. Son qui.
Soggiogatore, non mi abbandonare! Sola gioia, sola angoscia,
prendimi, salvami, calmami, oh risparmiami!
NOTTURNO
Smunte nella tenèbra
entro a sudari, pallide stelle
le loro torce agitano.
Fatue luci dai più remoti cieli schiaran fioche,
archi su archi svettanti,
la navata della notte nera di peccato.
Serafini,
le osti perdute si svegliano
a servire sino a che
in illune tenèbra ognuna ricade, smorta,
levato che abbia e agitato
il suo turibolo.
E a lungo e alto,
per la notturna navata che si estolle
bàttito di stelle rintocca,
mentre squallido incenso gonfia, nube su nube,
ai vuoti spazi dall’adorante
deserto d’anime.
TUTTO E’ SCIOLTO
Ciclo vuoto d’uccelli, marina oscurità, e solitaria stella
che fora l’occidente
come tu, tenero cuore, il tempo d’amore, sì remoto, sì spento
oggi rimembri.
Dei giovani occhi chiari il mite sguardo, quella candida fronte,
i fragranti capelli,
cadenti come giù nel silenzio ora discende
l’oscurità dall’aria.
Dunque perché, nel ricordare quelle timide
dolci lusinghe, dolersi
se il caro amore che in un sospiro ella rendeva
a volerlo, era tuo?