PALERMO – È un centro storico che si sbriciola quello palermitano. Sono ben 1406 gli immobili a rischio che presenti nel cuore della città vecchia. Di questi, 700 sono pericolanti (356 dei quali con pericolo di crollo imminente) e i restanti 700 in stato di forte degrado. A dare la consistenza del pericolo in cui versa il capoluogo sono gli uffici comunali al centro storico in risposta ad un’interrogazione presentata dal gruppo consiliare Un’Altra Storia.
“L’amministrazione – accusa la consigliera Nadia Spallitta – per la carenza di fondi assegnati a questo settore, annualmente riesce a eliminare il pericolo solo su 6/8 unità edilizie, per interventi sostituivi in danno dei proprietari inadempienti, che per lo più – senza sanzioni da parte della pubblica amministrazione – hanno abbandonato negli anni i loro immobili. Si tratta di un numero evidentemente irrisorio e inidoneo a garantire la sicurezza dei cittadini”. La capogruppo di Un’Altra Storia critica la mancanza di programmazione e di investimenti del Comune per eliminare i rischi, con la conseguenza che attualmente in centro potrebbero avverarsi centinaia di crolli. In presenza di rischi o di crolli, tuttavia, il Comune non sarebbe saprebbe neppure dove alloggiare gli sgomberati: “Per questo motivo – ricorda la Spallitta – dal 2002 ad oggi, sono state sgomberate solo 30 famiglie. Le altre continuano a vivere in immobili degradati e fatiscenti”.
Oltre al pericolo che incombe sui cittadini, c’è anche un danno erariale per l’amministrazione. In caso di interventi sostituivi, nel lungo tempo, il Comune riesce a recuperare una minima parte delle somme investite, ovvero solo il 25%. Se la situazione degli immobili privati è critica, quella degli edifici pubblici non è meno preoccupante: “Per quelli inseriti nella mappa del rischio – spiega la Spallitta, che presiede la commissione Urbanistica – il Consiglio Comunale ha assegnato 2 milioni di euro per il pronto intervento e la messa in sicurezza di immobili di proprietà comunale degradati, e rientranti nella mappatura del rischio, stanziamento che tuttavia – ad oggi – non è stato in concreto impegnato in mancanza delle progettazioni esecutive”.
Alla luce del grido di aiuto che arriva dal centro storico, per la consigliera, che di recente ha aderito a Sinistra e Libertà, è “indispensabile che nella nuova programmazione economica si affronti – una volta per tutte – la questione delle emergenze edilizie del centro storico, a salvaguardia della salute e della incolumità dei cittadini, ma altresì a tutela di un patrimonio storico che, anno dopo anno, si degrada e si perde”.
L’amministrazione comunale risponde annunciando un piano operativo per l’utilizzo di 24 milioni di euro di economie provenienti dalla L.R. 25/93, “da utilizzare come spinta propulsiva al restauro degli edifici monumentali, al recupero del tessuto edilizio, sia pubblico che privato, alla messa in sicurezza degli edifici e soprattutto alla riqualificazione degli spazi pubblici”.
In particolare uno stralcio da circa 18 milioni di euro sarà destinato ad opere pubbliche, mentre un secondo stralcio, da 6 milioni di euro, è destinato ad un bando per contributi ai privati per il recupero di immobili monumentali o fortemente degradati e pericolanti inseriti nella mappa del rischio. “Si tratta di un piano di interventi di grande importanza – afferma l’assessore al Centro storico, Maurizio Carta – che potremmo definire di ‘salute pubblica e di incentivo’ perché concentra la sua azione contemporaneamente su un piano di manutenzioni mirate al benessere degli abitanti del centro storico e sullo stimolo all’iniziativa privata, soprattutto dedicata all’edilizia pericolante. Una parte cospicua dei cantieri inizierà entro l’anno”.