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domenica, 24 novembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Palermo è una città per disabili? No per Faraone (Pd) e Spallitta (Sel)

Palermo è una città per disabili? No per Faraone (Pd) e Spallitta (Sel)
La stessa domanda del sondaggio di questa settimana (che trovate sulla colonna destra) l’abbiamo posta ai consiglieri comunali di Palermo.
In attesa delle altre, ecco le prime due risposte ricevute, l’una da Davide Faraone (Partito Democratico) e l’altra da Nadia Spallitta (Sinistra Ecologia e Libertà).
Faraone: “Purtroppo non lo è, non soltanto perché non sono sufficienti le opere pubbliche che consentirebbero ai diversabili di organizzare la propria vita e i propri spostamenti, ma soprattutto perché Palermo ad oggi è priva dell’ attivazione di tutte quelle politiche per l’avvio di processi di integrazione, creazione e fruibilità dei servizi. Purtroppo quando si pensa al diversabile spesso si è prigionieri di una misera cultura dell’assistenza, quando un’attenta programmazione specifica delle risorse potrebbe dare vita ad una rete di servizi e di iniziative volte a creare integrazione reale dalla scuola al mondo del lavoro. No, Palermo non è a misura di diversabile perché i luoghi in cui si sceglie mancano della cultura stessa di politiche adeguate e della capacita di pensare a questi interventi non come meri tappabuchi per placare le emergenze, pero può e deve diventarlo perché le normative esistono e le risorse possono essere recuperate. Immagino due strumenti nella mia Palermo a misura di disabile, per partire con logiche nuove: la creazione della carta dei servizi del diversabile e una consulta permanente fatta da esperti nel reperire risorse e modelli, e rappresentanti dei diversabili a vari livelli, minori, adulti e anziani, tutto questo passando attraverso una stima e dei dati realmente effettivi dei numeri e delle patologie. Creare questo non significherebbe solo attivare processi veri di integrazione ma dare un sostegno reale alle famiglie spesso relegate alla solitudine. Una grande città si può definire tale solo dalla qualità della vita di chi sta peggio e di coloro i cui diritti per natura restano invisibili, una città che guarda ai diversabili e non li lascia invisibili è una grande città”.
Spallitta: “Palermo non è in nessun modo una città per i disabili: nessuna attenzione e nessun servizi. Il Bilancio comunale non prevede neanche le somme necessarie per l’abbattimento delle barriere architettoniche; negli ultimi anni ho proposto sistematicamente emendamenti al bilancio per introdurre questa voce di spesa, emendamenti che il centro-destra ha inverosimilmente bocciato.
Così Palermo, in violazione di legge, non ha ancora attuato una politica ed una progettazione rivolta all’abbattimento delle barriere architettoniche, con tutte le connesse conseguenze; manca, del resto da parte dell’amministrazione ogni forma di sensibilità alle necessità dei disabili le cui famiglie sono lasciate sole ad affrontare i complessi problemi giornalieri, a partire dai trasporti i cui mezzi non sono in nessun modo adeguati e fruibili, per arrivare alle strutture ed ai servizi scolastici del tutto carenti. Manca poi una costante ed efficiente assistenza socio-assistenziale, supporto indispensabile per sostenere le famiglie ed agevolare l’inserimento e il coinvolgimento, nei contesti scolastici ed in generale aggregativi, dei soggetti diversamente abili, che di fatto possono contare quasi esclusivamente, sulla propria famiglia.
Un’Amministrazione attenta alle esigenze vere dei suoi cittadini privilegia, in primo luogo, i soggetti più deboli, come i disabili, e non li lascia soli, investendo massimamente le sue risorse per migliorarne la qualità della vita, per garantire il principio di uguaglianza e quindi per metterli in condizione di poter interagire con il resto della città, attraverso strutture e servizi.
Ma quella cittadina è un’Amministrazione che non ha nessuna politica sociale e nessuna programmazione strutturale, e che non riesce a garantire il soddisfacimento di bisogni essenziali e primari”.



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