<< La civiltà di un popolo si misura anche dalla capacità di conservare e valorizzare le sue radici e la sua storia. Di contra, il graduale abbandono e il decadimento in cui vengono lasciati beni unici, e che rappresentano un patrimonio inestimabile e irripetibile, è dimostrazione di insensibilità e di mancanza di prospettive di sviluppo, perché è nella conoscenza del nostro passato che risiede la possibilità di creare sviluppo per le prossime generazioni. A questo si aggiunga il valore della bellezza artistica e dell’importanza della sua salvaguardia, che rappresenta un alimento indispensabile per ogni coscienza.
Per tali motivi, non si può accettare l’abbandono dei tanti beni monumentali di Palermo, determinato dall’incuria, dalla carenza di risorse, dall’assenza di una programmazione finanziaria, in grado di investire in questi beni che sono, invece, un’indubbia risorsa anche economica ed occupazionale. Anche il Teatro Massimo, simbolo della cultura e dell’arte palermitana, monumento di bellezza straordinaria, è destinato a degradarsi lentamente e a perdere il fascino e la suggestione che lo caratterizza, se l’Amministrazione non provvede tempestivamente con gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, necessari per eliminare l’incidenza di agenti atmosferici e dell’inquinamento. Tra l’altro, trovo poco decoroso l’abbandono in cui versano i portoni e le finestre in legno che insistono su alcuni prospetti esterni del Teatro, e che necessitano di un intervento di recupero immediato, anche per evitare l’aggravarsi dell’usura. Proporrò a tal fine, in sede di bilancio, di impiegare ulteriori somme – laddove mancanti – per assicurare interventi di restauro e di ripristino, indispensabili per la tutela del nostro patrimonio monumentale.>>