È abbastanza strano che la politica di Palazzo delle Aquile, dopo avere taciuto per anni sull’argomento, torni a parlare sui Prusst (programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio). Le opinioni, al riguardo, sono scientificamente contrastanti. E non poteva essere diversamente in un’Assemblea scientificamente votata al bizantinismo politico, nel senso che ad una proposta, giusta o sbagliata che sia, se ne deve contrapporre un’altra di contenuti diametralmente opposti, metodo che serve per disorientare l’opinione pubblica. I Prusst non sfuggono a questa regola.
Così, è successo che qualche giorno fa il consigliere dell’Udc Elio Bonfanti ha sollevato il tema in Aula, ricordando che occorre da parte del Consiglio una valutazione dei progetti inseriti nel Prusst ed individuare quelli che possono rappresentare un volano per l’occupazione e lo sviluppo della città e che rispettano le caratteristiche di ecosostenibilità. Secondo Bonfanti si potrebbero attivare investimenti per circa 500 milioni: «Ma l’iter è fermo ormai da cinque anni, come fermi sono oltre 70 privati, con fideiussioni già pagate, che attendono di potere avviare gli interventi».
Ma di avviso completamente diverso è la presidente della Commissione Urbanistica, Nadia Spallitta che contesta questa linea. «Da più parti – rileva il capogruppo di Un’Altra storia – viene invocata la trattazione di un atto deliberativo avente ad oggetto i Prusst, quasi che l’adozione di questo atto possa risolvere gli attuali problemi dell’imprenditoria locale o rappresentare un incentivo per la stessa, mentre invece è l’esatto contrario. Infatti i Prusst avviati nel 2000, per la complessità delle procedure previste sono per lo più fermi e mai realizzati. La procedura – spiega ancora la Spallitta – presuppone un iter che passa due o tre volte dal Comune e due o tre volte dalla Regione riunita in conferenza, e una serie di pareri di compatibilità ambientale e paesaggistica di complessa acquisizione. Chiunque promuova l’adozione di questo atto, a fine consiliatura – conclude il Presidente della commissione Urbanistica -, i cui effetti se ci saranno arriveranno dopo parecchi anni, sta solo facendo strumentale campagna elettorale». Prusst dunque come volano di sviluppo o bluff? Il Consiglio, incapace di risolvere il quesito e di prendere una decisione chiara, continua a tenere l’argomento nel limbo, così almeno né si accontenta, ma neanche si scontenta nessuno. …(continua)
Ma di avviso completamente diverso è la presidente della Commissione Urbanistica, Nadia Spallitta che contesta questa linea. «Da più parti – rileva il capogruppo di Un’Altra storia – viene invocata la trattazione di un atto deliberativo avente ad oggetto i Prusst, quasi che l’adozione di questo atto possa risolvere gli attuali problemi dell’imprenditoria locale o rappresentare un incentivo per la stessa, mentre invece è l’esatto contrario. Infatti i Prusst avviati nel 2000, per la complessità delle procedure previste sono per lo più fermi e mai realizzati. La procedura – spiega ancora la Spallitta – presuppone un iter che passa due o tre volte dal Comune e due o tre volte dalla Regione riunita in conferenza, e una serie di pareri di compatibilità ambientale e paesaggistica di complessa acquisizione. Chiunque promuova l’adozione di questo atto, a fine consiliatura – conclude il Presidente della commissione Urbanistica -, i cui effetti se ci saranno arriveranno dopo parecchi anni, sta solo facendo strumentale campagna elettorale». Prusst dunque come volano di sviluppo o bluff? Il Consiglio, incapace di risolvere il quesito e di prendere una decisione chiara, continua a tenere l’argomento nel limbo, così almeno né si accontenta, ma neanche si scontenta nessuno. …(continua)