In secondo luogo, la ditta proponente non è la proprietaria né ha la disponibilità dell’area, tant’è che si prevede l’espropriazione di immobili di proprietà altrui (l’intervento riguarda una superficie di circa 14 mila metri quadrati). Ancora una volta esiste una evidente disparità di trattamento, perché anche in tempi recenti, l’amministrazione si è espressa in senso contrario, escludendo alcune proposte di Prusst per mancanza della proprietà o disponibilità dell’area (uno dei requisiti prescritti dalla normativa vigente in materia di Prusst, è proprio dimostrare la piena disponibilità dell’area di intervento anche attraverso il consenso degli eventuali proprietari, ma nella fattispecie i proprietari addirittura si sono opposti). Infine, appare singolare che si esproprino “per ragioni di pubblica utilità” ben 23 immobili sui quali la ditta proponente non andrà a realizzare nessuna pubblica utilità, bensì 23 locali commerciali che potrà vendere o affittare a prezzi di mercato e quindi con lucro privato. E’ incomprensibile quale sia in questo caso l’interesse pubblico che possa giustificare l’espropriazione. Infine, la proposta votata in commissione Urbanistica da tre consiglieri del centrodestra, viola lo stesso parere dell’Assessorato Regionale all’Urbanistica, che sottolineava come il numero degli alloggi era spropositato rispetto al numero dei parcheggi previsti. Al riguardo, non è neanche ben chiaro se siano rispettati gli standard urbanistici rispetto al verde e in generale alle urbanizzazioni primarie e secondarie – trattandosi di un intervento parcellizzato in un’area per la quale era previsto il comparto edificatorio con i connessi servizi pubblici – , e se sia tecnicamente realizzabile la piccola struttura destinata ad asilo posta ai margini dell’intervento. Sono indispensabili emendamenti rivolti a ricondurre ad equità l’atto, assicurando la salvaguardia dei residenti con percorsi preferenziali, calmierando i prezzi e quindi realizzando anche alloggi sociali e servizi di cui il quartiere è sprovvisto ( attrezzature sportive e un parco). Si tratta di un provvedimento che, solo emendato, può rappresentare una contestuale riqualificazione della zona (oggi fortemente degradata) , con perseguimento dell’interesse pubblico. In mancanza, l’atto appare sprovvisto di ogni presupposto, di fatto e di diritto, che ne possa consentire la legittima approvazione da parte del Consiglio, soprattutto in relazione al sacrificio che ogni procedura espropriativa comporta, cui deve corrispondere obbligatoriamente il raggiungimento dell’interesse pubblico. >>