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venerdì, 22 novembre 2024
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Nadia Spallitta

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SPALLITTA: Le primarie non sono un ring per protagonismi individuali, o resa dei conti…

nadia_-_aula_2.jpg
nadia_-_aula_2.jpgSPALLITTA: Le primarie non sono un ring per protagonismi individuali, o resa dei conti,  ma strumento di sintesi e di progetti politici condivisibili.
 
 << Il dibattito ancora aperto sull’opportunità o meno di svolgere una consultazione preliminare per l’individuazione di un candidato unico del centrosinistra, le primarie, presuppone rapporti di correttezza e lealtà tra partiti e candidati, il ritorno ad un concetto etico della politica, trasparenza nelle scelte, condivisibilità di principi e programmi, tale che il candidato scelto possa davvero rappresentare la sintesi degli altri competitori. A me sembra che al momento manchi ancora tutto questo. In primo luogo perché, anche a causa della crisi dei partiti e della loro rappresentatività,  fatta eccezione per Borsellino e Orlando, molti candidati appaiono per lo più  rappresentativi di se stessi o il frutto di una resa dei conti, e comunque non è ben chiaro, anzi è spesso molto confuso, il quadro dei valori di riferimento, la tipologia e le modalità di attuazione di un programma politico. E’ ovvio che chiunque possa essere legittimato a candidarsi,  ma ciò può riguardare l’elezione al primo turno, mentre più delimitati, a mio avviso, sono gli ambiti di partecipazione alle primarie di una coalizione. Per potere essere inseriti all’interno del percorso delle primarie, si deve anche essere espressione chiara di interessi riconoscibili e identificabili, di cui partiti o movimenti siano portatori .
Senza nulla togliere alla bontà degli intendimenti, per esempio, credo che non sia ben chiaro a quali soggetti e progetti faccia riferimento la candidatura della collega Monastra, così come non so chi all’interno del cosiddetto polo civico appoggi , e con quali finalità e disponibile a quali coalizioni, il consigliere Ferrandelli, o ancora di quale parte del Pd sia realmente espressione il collega Faraone. In altre parole, il cittadino di centrosinistra dovrebbe essere chiamato a votare al buio, senza alcuna certezza su ciò che poi farà il candidato scelto, con le conseguenti ricadute sia in termini di coerenza, che di progetto politico. Le primarie non possono essere strumento per dare visibilità, o per trattare eventuali futuri ruoli istituzionali. Se vogliamo riconquistare un vero dibattito democratico, e salvaguardare la funzione di questo strumento, all’interno delle primarie dovrebbero partecipare solo coloro che possono inserirsi in un contesto condiviso e concertato di valori di centrosinistra, tale da assicurare- prima del voto – la certezza del progetto politico e dei soggetti che a questo progetto daranno vita.>>

Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia



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