1. L’anomala situazione del personale comunale. Secondo le vigenti disposizioni di legge, infatti, il Comune di Palermo dovrebbe avere circa 7.000 dipendenti (1 ogni 95 abitanti), invece attualmente ne ha assunti più di 17.000 (1 dipendente ogni 39 abitanti). Questa condizione da un lato mette a rischio gli equilibri di bilancio e contemporaneamente determina una duplicazione di competenze e responsabilità che rendono ancora più gravi le note carenze nell’erogazione dei servizi comunali.
3. L’irregolare ricorso ai debiti fuori bilancio, pari negli ultimi 3 anni a 90 milioni di euro.
4. I disallineamenti tra bilancio comunale e bilanci delle società partecipate, in particolare i crediti vantati dalle diverse società nei confronti del Comune (circa 340 milioni di euro) sono riconosciuti per un ammontare di 270 milioni , con una discrasia di 60 milioni di euro.
5. Le riscossioni connesse con le violazioni del codice della strada ammontano a solo il 23% della previsione in entrata.
6. Le perdite strutturali mensili della Gesip, pari a circa 11 milioni di euro l’anno.
7. Con riferimento all’AMIA, si registra una perdita strutturale di 37 milioni l’anno e l’anomala utilizzazione di 80 milioni, concessi dallo Stato al Comune di Palermo, per la ricapitalizzazione dell’AMIA, in relazione alla quale la Corte dei Conti rileva che le passività della stessa non sono automaticamente passività del Comune di Palermo e pertanto questa somma non poteva essere utilizzata per coprirne i debiti.
Sempre rispetto all’AMIA, la Corte dei Conti interroga il Comune sulle seguenti questioni:
* Quali siano le passività del Comune rispetto all’AMIA.
* Se le risorse umane utilizzate non siamo ridondanti rispetto alla effettiva necessità.
* Se i costi AMIA siano congrui.
* Quale piano industriale è stato adottato per eliminare il deficit.
Ebbene, ad oggi, l’Amministrazione non ha adottato nessun atto concreto per regolarizzare le numerose anomalie segnalate, anche alla luce del fatto che l’atto adottato dalla maggioranza consiliare, in risposta ai rilievi della Corte dei Conti, è sostanzialmente inutile e inidoneo a risolvere le predette criticità. Tra l’altro, analizzando la nota del 17 aprile 2009 della Corte dei Conti, si manifesta il timore che nel nostro bilancio vengano soprastimate le entrate e che si spenda di più rispetto a ciò che viene effettivamente incassato, con i conseguenti rischi che da questo tipo di contabilità ne deriveranno alle casse comunali. In altre parole, ci avviciniamo ad un graduale dissesto anche se tutti proclamano la salute dei bilanci e addirittura il Sindaco avvia campagne pubblicitarie per promuovere l’immagine di una città felice.>>