<<Il Consiglio non si determina sulle due proposte di delibera dell’Amministrazione comunale , una (per circa 800 mila euro) relativa alla ricapitalizzazione della società Palermo Ambiente e l’altra relativa all’affidamento, alla stessa società, del servizio di monitoraggio e controllo sulle attività dell’AMIA (raccolta differenziata – spazzamento strade – pulizia caditoie), per un importo di tre milioni e duecentomila euro. Entrambe presentate con il parere contrario del ragioniere generale per il pericolo di danno all’erario che dalla loro adozione ne sarebbe potuto derivare. La vicenda di Palermo Ambiente, che nasce nel dicembre 2002, è sintomatica della incapacità di governare di questa Amministrazione, che non ha saputo in questi anni utilizzare il personale e le rispettive professionalità, né rendere produttiva in alcun modo questa società che, fino ad oggi, è stata impiegata solo come momento di assunzione di personale (circa 80 ex LSU stabilizzati) senza alcuno sviluppo produttivo ed economico e che oggi registra una perdita di 700 mila euro.
La mancanza di ogni obiettivo di produzione economica reale, mette a rischio il rapporto di lavoro con questi dipendenti che da oltre due mesi non percepiscono più lo stipendio e che vivono una dimensione paradossale, in quanto da precari erano stati stabilizzati attraverso la costituzione di Palermo Ambiente , ed oggi per l’incapacità di ogni programmazione da parte dell’Amministrazione rischiano il posto di lavoro. L’unico strumento, infatti, per coprire i costi di gestione di questa società è il gettito TARSU che l’Amministrazione non è neanche in grado di riscuotere, tant’è che la Corte dei Conti segnala come grave irregolarità il residuo attivo, cioè la mancata riscossione di 200 milioni di euro di TARSU. E’ indubbio che il lavoro di questi dipendenti deve essere salvaguardato e che deve essere loro garantita la retribuzione, ma è altrettanto necessario che emergano le responsabilità contabili che hanno portato ad una dimensione di perdita strutturale della società, e all’impossibilità di reperire risorse regolari per ottemperare a servizi, peraltro previsti dalla legge, come quello del monitoraggio e controllo della raccolta differenziata.>>
Antonella Monastra e Nadia Spallitta – gruppo Un’Altra Storia