La presenza di rifiuti in strada che continua a caratterizzare tristemente la nostra Palermo rappresenta forse un fatto endemico se Goethe, durante il suo viaggio in città alla fine del ‘700, si stupiva di tanta sporcizia. Nonostante i 140 milioni di euro dati alla Rap, il servizio di pulizia di strade, marciapiedi e decoro del verde non decolla e anzi in numerose parti della città, centrali e periferiche, si continua ad assistere alla formazione di discariche a cielo aperto che deturpano i luoghi e ne nascondono spesso la bellezza.
Non è dato comprendere quali siano le ragioni di tanta inefficienza ed è per questo motivo che, sia con la Terza commissione che personalmente, ho presentato due interrogazioni per cercare di fare chiarezza rispetto alle criticità della raccolta rifiuti. Dalle prime risposte emerge in primo luogo l’elevato costo dei direttori (circa 1 milione di euro) in relazione ai quali forse si potrebbe auspicare una riduzione numerica e un abbattimento della spesa. Ugualmente alto è il costo del personale (circa 85 milioni), pari a circa il 75% dell’intero costo del servizio di smaltimento dei rifiuti (122 milioni circa). Non si capisce, alla luce del numero dei dipendenti assegnati alla Rap (circa 2.300 unità), come mai gli stessi non vengano organizzati in squadre efficienti che quotidianamente possano pulire e rendere decoroso il territorio.
Allarmante è anche l’indicazione sulla percentuale di raccolta differenziata che non supera il 9% (altre fonti parlano del 6-7%). Una misura assolutamente inadeguata rispetto agli obiettivi dati dall’Unione europea che imponeva il 65% della raccolta differenziata entro 2012 (art. 205 D.Lvo 152/06). A causa di questi ritardi, che riguardano oltre alla Sicilia anche Campania e Calabria, l’Italia paga una sanzione di circa 28 mila euro al giorno, pari a 42 milioni di euro ogni sei mesi, e inoltre si registra una perdita di entrate di circa 1,2 miliardi l’anno. La principale conseguenza, anche sotto il profilo igienico sanitario, consiste nel conferimento di quasi tutti i rifiuti presso la discarica di Bellolampo, dove invece dovrebbero essere conferiti i rifiuti residuali, con le conseguenti criticità e i danni per l’ambiente che l’indifferenziata determina.
Desta preoccupazione il fatto che non sembrerebbe imminente un cambio di rotta in quanto l’ampliamento della raccolta differenziata non è ancora stato avviato (per il momento riguarda solo 130 mila abitanti). Inoltre, ad esempio, non esiste un impianto di compostaggio (anche se ne è stata prevista la realizzazione), per cui i rifiuti organici o vanno a Bellolampo o con oneri economici rilevanti vengono trasferiti fuori provincia. Ritengo indispensabile che nel nuovo piano industriale e nel budget 2015 la Rap dia risposte complete e concrete a queste criticità. Il vice presidente vicario del consiglio comunale Nadia Spallitta (Mov 139).