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In una città con scorci architettonici risalenti ai bombardamenti del 1943, ci sono venti milioni di euro per i privati che vogliono restaurare nel centro storico, che restano ad ammuffire tra le carte, in attesa del via libera del consiglio comunale. Eppure quel settimo bando per il recupero di immobili nel cuore di Palermo e la modifica del regolamento per la concessione dei contributi potrebbero dare un colpo d’acceleratore alla rinascita dei quartieri più disastrati della città. Su questo tema, però, si sta consumando una delle più violente spaccature vissute da Sala delle Lapidi in questi anni. La maggioranza avrebbe voluto prelevare le due delibere, inserite nel calendario stilato dalla conferenza dei capigruppo, ma per ben due volte l’opposizione ha detto no. Quanto basta per mandare su tutte le furie i fedelissimi del sindaco, che ieri in massa hanno disertato gli scranni dell’aula, restando chiusi nelle stanze del gruppo. Mai avvenuto in tre anni di consiliatura e, dunque, situazione tutta da decriptare.
Il Movimento 139 annuncia una conferenza stampa per questa mattina, per chiarire la posizione rispetto a «comportamenti tenuti in aula da alcuni gruppi consiliari nelle sedute di questa settimana». Ma il capogruppo Aurelio Scavone è già abbastanza esplicito: «Per due volte le opposizioni hanno fatto fallire il prelievo delle delibere sul centro storico: il Pd ha votato contro, Forza Italia è uscita dall’aula, martedì sera. Anzi, Tantillo ha dichiarato che avrebbe posto 20 pregiudiziali e che quella delibera non sarebbe passata mai. Mercoledì hanno deciso di discutere mozioni, allora ieri abbiamo deciso noi di non presentarci in aula. Tenteremo di contrastare questa politica di nullafacenza, quando ci sono provvedimenti importanti per il bene della città su cui non si giustifica un comportamento del genere». Ma il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, è chiaro. Da quando è stata approvata la delibera sulla modifica del contratto di servizio di Amap, «approfittando di una mia momentanea assenza, io farò un’opposizione netta a questa amministrazione e a questa maggioranza» chiarisce. E, in particolare, «non sono d’accordo a questa delibera sui finanziamenti per il centro storico, perché non è più prevista la restituzione dei fondi da parte di chi rimane indietro con la realizzazione delle opere. Una variazione che farebbe scattare decine di contenziosi da parte di chi ha partecipato ai precedenti bandi e si è trovato costretto a restituire soldi».
Ma per Alberto Mangano (Mov139), presidente della commissione Urbanistica, sono disposizioni indispensabili per andare avanti nel recupero del centro storico: «Nel regolamento del quinto e del sesto bando si sono riscontrati problemi di ritardi, contenziosi, imprese fallite. È necessario approvare una proroga dei tempi per poter portare a termine i lavori in cui già le parti strutturali condominiali e il prospetto sono completati. Così come è necessario adeguare il prezziario, fermo agli anni Novanta». Ma per ora è il tempo delle polemiche. «Per due sedute consecutive la maggioranza che sostiene il sindaco ha deciso di disertare. Ci auguriamo che tale scelta sia solo il frutto di un momento di confusione e che presto si torni ad affrontare le tante emergenze che assillano la città» dice il capogruppo del Pd, Rosario Filoramo. Salvo Alotta (Pd), bolla il comportamento del Mov139 come un atto di «sfiducia all’indirizzo del vice sindaco Emilio Arcuri». «Un atteggiamento assurdo, le cui conseguenze verranno pagate dalla città che aspetta da tempo il settimo bando con fondi fermi da oltre tre anni: il centro storico crolla ogni giorno di più, i fondi sono ridotti all’osso e non utilizzare nemmeno quelli che ci sono significa condannare Palermo all’immobilismo» aggiungono gli altri del Pd Sandro Leonardi, Luisa La Colla, Nadia Spallitta, Loris Sanlorenzo e Giovanni Geloso.
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