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Meno uno. Domani sulle zone a traffico limitato calerà il giudizio del Tar. Deciderà se accettare o no la richiesta di «annullamento del provvedimento previa sospensione», avanzata dall’avvocato Alessandro Dagnino in rappresentanza di un gruppo di associazioni. Sia i ricorrenti che la difesa dell’amministrazione (l’avvocato comunale Vincenzo Criscuoli) e dell’Amat (l’avvocato Salvatore Raimondi) hanno sparato le cartucce «scritte», condensate nelle memorie. Un ruolo importante, comunque, lo giocherà anche l’ esposizione orale che verrà fatta ai giudici amministrativi. Uno dei motivi del contendere riguarda la «natura giuridica della somma» per il pass. Una delle «accuse» è che si tratti di una tassa, peraltro nemmeno iscritta in entrata nel bilancio comunale. Nella memoria del Comune viene detto che non si tratta di un tributo, perché la funzione «non è quella di contribuire alla spesa pubblica dell’ente locale, ma quello di un mero disincentivo all’ accesso in specifiche» zone della città.
Il ricorso, inoltre, intravede una «crepa» in quella parte del ragionamento dell’amministrazione in cui si parla della legge che «attribuisce espressamente alla giunta il compito di procedere all’ istituzione e alla individuazione della ztl» e la facoltà di sottoporla a tariffazione. In questo caso, si eccepisce, allora i provvedimenti fin qui varati sono illegittimi perché è stato il Consiglio a votare una delibera (il contratto di servizio dell’Amat) in cui per la prima volta si fissava il valore dei pass in 120 euro. Ancora. Un argomento forte riguardala finalità della ztl. «Fare cassa epa gare le spese per il tram», è stata la versione dei ricorrenti ma anche della vasta platea degli oppositori, in testa la vicepresidente del Consiglio Nadia Spallitta.
«Non è così», spiegano gli avvocati. L’ecopass trova la ragione d’ essere a tutela della salute e il provvedimento è basato su rilevazioni della qualità dell’aria inequivocabili. La difesa ha buon gioco a dire che quasi tutte le centraline antismog si trovano al di fuori del perimetro ztl e dunque quello studio è ininfluente. E ancora, secondo il Comune il corrispettivo dei pass verrà «utilizzato per implementare il sistema della mobilità». Ma – è la risposta – non è ben chiaro a cosa debbano servire i 25 milioni di gettito: dovrebbero essere formalmente vincolati all’ individuazione di alternative al traffico veicolare, privato attraverso un piano dettagliato di destinazione. La circostanza che si tratti di somme “fantasma”, non previste né nel bilancio comunale né in quello dell’Amat, rende davvero incerta la loro destinazione.
Insomma, sarà un duello all’ultimo sangue dagli esiti incertissimi. Intanto, sulla scelta di Banca Sella come partner individuato per la gestione dei pagamenti online con carta di credito, la Spallitta lancia un siluro ad Amat: «Ritengo illegittima la scelta di un aggiudicatario senza le preventive procedure di evidenza pubblica». Mentre lancia l’allarme sul modesto numero (14) degli sportelli fisici di rilascio dei pass messi a disposizione: «Palermo è la diciassettesima città su 18 esaminate dall’Istat per utilizzo del computer. Risulta che ha dimestichezza con questo strumento meno del 50 per cento della popolazione. Puntare soprattutto sull’acquisto via web, dunque, è sbagliatissimo».