L’assessore regionale all’Ambiente e al Territorio è intervenuto correttamente sull’anomalo caso del Comune di Palermo che, nonostante l’obbligo dal 2012 di adottare il nuovo Piano regolatore, l’adozione da parte del Consiglio delle linee guida per il nuovo strumento urbanistico e l’impiego di un milione di euro per la redazione del Piano, in questi anni è rimasto inerte, privilegiando la via delle varianti urbanistiche a un Prg anacronistico (in quanto elaborato nel 1994), obsoleto e superato oggi dalla natura giuridica di Palermo quale Città metropolitana. In altri termini, nonostante le dichiarazioni del Sindaco sulla necessità di creare verde e fermare il consumo del territorio, l’Amministrazione ha continuato nei fatti a prevedere interventi edilizi, talvolta anche a danno delle residue aree di verde.
Ancora oggi, piuttosto che prelevare gli atti propedeutici al nuovo Piano regolatore (come lo schema di massima), si è preferito trattare in Consiglio una proposta in variante allo strumento urbanistico vigente che prevede la realizzazione del mega cimitero a Ciaculli, anche in aree che attualmente sono di verde o inserite nel parco, con ulteriore previsione di consumo del suolo.
Ritengo sia grave che questa maggioranza di governo si faccia commissariare su questioni che attengono allo sviluppo sociale, economico e culturale della città a causa di un’inerzia che non appare accettabile, sia perché in contrasto con precisi obblighi di legge, sia perché è indispensabile una visione organica del nostro territorio che garantisca i servizi essenziali, che blocchi ulteriori forme di cementificazione, che crei interventi alternativi alle nuove edificazioni e che arricchisca la città di parchi e di verde.
Spero che in Aula si avvii quanto prima il dibattito sul nuovo strumento urbanistico e che si accantonino definitivamente le proposte di variante o in ogni caso i provvedimenti puntuali, che non consentono una visione d’insieme del territorio né una programmazione economica e sociale dello stesso.