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venerdì, 22 novembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Palermo – Posti col contagocce nei nido tutti contro l’amministrazione

PALERMO – Gli asili nido riaprono, ma per un bambino su due non c’è posto. L’inizio dell’anno scolastico mette in luce annosi ritardi e croniche povertà nel campo dell’istruzione. Per un esercito di precari in rivolta in questi giorni contro i tagli alla scuola, in città c’è un plotone di bambini da zero a tre anni alla ricerca di compagni di giochi.
Sono 24 gli asili nido comunali, con una disponibilità ricettiva di 980 posti. Le domande presentate sono state il doppio: 1808, di cui 828 valide ma non accolte per mancanza di posti. Inoltre, 28 bimbi sono stati esclusi dopo che i genitori avevano presentato la domanda per due asili. Quasi il 50% dei genitori dovrà quindi rivolgersi alle strutture private, sempreché, naturalmente le finanze familiari glielo consentano.
“È una situazione incresciosa, volutamente creata da questa amministrazione comunale che non ha i soldi per fare la manutenzione ordinaria e straordinaria degli asili, preferendo abbandonarli perdendo così strutture capienti. Non c’è la volontà di investire nel sociale e in questo modo si abbandona il cittadino al privato”, accusa Nadia Spallitta, consigliera comunale del gruppo Un’Altra Storia. “Che fine hanno fatto i 5 milioni di euro assegnati dal Ministero degli Interni con la legge 285?”, si chiede Giovanni Greco. Potrebbero essere impiegati anche per gli asili nido”, suggerisce il consigliere del Pdl.
“Il Comune non utilizza i fondi Cipe per rimettere in sesto tutti gli immobili dismessi e li butta nel buco nero dell’Amia. I cittadini hanno bisogno di servizi e strutture che funzionano: gli asili nido sono un’esigenza”, osserva dal canto suo il capogruppo dell’Mpa, Mimmo Russo.

È di tutt’altro avviso il capogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo: “L’asilo nido – dice – non è scuola dell’obbligo, per cui il Comune non è tenuto a garantire i posti per tutti i richiedenti. L’amministrazione comunale può al massimo individuare l’area dove realizzare la struttura ma poi è competenza della Regione costruirla”.
Le graduatorie per accedere ai nidi sono predisposte sulla base di particolari requisiti tra i quali: situazioni familiari di disagio segnalate dal servizio sociale, dalle Asp o dal Tribunale; bambini disabili, orfani o figli non riconosciuto dal genitore; trasferimenti da un nido ad un altro di bambini frequentanti; figli di disoccupati o bambini appartenenti a famiglie composte da più di 5 persone.
 




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