Sono 24 gli asili nido comunali, con una disponibilità ricettiva di 980 posti. Le domande presentate sono state il doppio: 1808, di cui 828 valide ma non accolte per mancanza di posti. Inoltre, 28 bimbi sono stati esclusi dopo che i genitori avevano presentato la domanda per due asili. Quasi il 50% dei genitori dovrà quindi rivolgersi alle strutture private, sempreché, naturalmente le finanze familiari glielo consentano.
“Il Comune non utilizza i fondi Cipe per rimettere in sesto tutti gli immobili dismessi e li butta nel buco nero dell’Amia. I cittadini hanno bisogno di servizi e strutture che funzionano: gli asili nido sono un’esigenza”, osserva dal canto suo il capogruppo dell’Mpa, Mimmo Russo.
È di tutt’altro avviso il capogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo: “L’asilo nido – dice – non è scuola dell’obbligo, per cui il Comune non è tenuto a garantire i posti per tutti i richiedenti. L’amministrazione comunale può al massimo individuare l’area dove realizzare la struttura ma poi è competenza della Regione costruirla”.
Le graduatorie per accedere ai nidi sono predisposte sulla base di particolari requisiti tra i quali: situazioni familiari di disagio segnalate dal servizio sociale, dalle Asp o dal Tribunale; bambini disabili, orfani o figli non riconosciuto dal genitore; trasferimenti da un nido ad un altro di bambini frequentanti; figli di disoccupati o bambini appartenenti a famiglie composte da più di 5 persone.