Al Comune di Palermo il “fantasma del dissesto” si avvicina. Cammarata punta sulla speranza di restare due anni solo al comando
Fare la cronaca su cosa si stia facendo al Comune di Palermo, per trovare una soluzione, praticabile, al “disequilibrio di Bilancio” affiorato formalmente lo scorso 5 ottobre – una condizione propedeutica al dissesto finanziario del Comune – significa raccontare, anzitutto, il calvario del ragioniere generale Boruslav Paolo Basile. Infatti, il primo livello di possibile accordo, trovato, faticosamente tra il suo Ufficio ed il Consiglio comunale, su cosa tagliare per recuperare i circa 60 milioni di euro necessari al “riequilibrio”, è già andato a gambe all’aria.
La soluzione trovata, faceva riferimento, quasi al 50%, anche ai 23 milioni di euro del sovragettito dell’addizionale comunale Irpef per il 2009, frutto del raddoppio della tassa, concesso in esclusiva a Cammarata da una ordinanza di Berlusconi; fonte di tante recenti polemiche politiche. Ma, proprio Siciliainformazioni.com, il 6 ottobre, aveva raccolto una dichiarazione dell’ingegner Lo Cicero presidente Amia (e direttore generale del Comune) che aveva tuonato: “I soldi dell’Irpef 2009, motivati dall’emergenza rifiuti, sono tutti dell’Amia, sino all’ultimo centesimo. Lo dice la legge”. L’indomani Cammarata, con il suo inimitabile modo tortuoso aveva, indirettamente, confermato la presa di posizione del suo dg. Per la verità, la coppia Cammarata-Lo Cicero, sta giocando una delicata corsa contro il tempo, che scade il 25 novembre prossimo: data della prima udienza in Tribunale sulla richiesta della Procura della Repubblica di far fallire l’Amia. Un passaggio, decisivo, perché oltre alla faccia, i due potrebbero rischiare in futuro, qualcosina di più, in termini, intanto, di interdizione dai pubblici uffici, e chissà d’altro. Posto che, secondo i boatos, in Procura pare stia montando l’idea di lavorare, nel prossimo futuro, su una possibile ipotesi di “bancarotta fraudolenta”. Che significa dolori brutti, per enne persone, tra tutte quelle che, a vario titolo, hanno partecipato all’affaire-Amia. Un reato, d’altronte, che come è noto, non ha seguito il destino del falso in bilancio e degli altri reati finanziari e societari, modificati e depenalizzati, a suo tempo, da Berlusconi, preoccupato per diverse contestazioni giudiziarie di questo tipo. che via via venivano sollevate nei confronti delle società della galassia Finivest.
Il ragioniere generale, allora si sta esercitando a trovare soldi in ogni dove. Le ultime notizie fanno riferimento ad una manovra ampia di tagli al bilancio previsionale 2009, che colpisca così:
• Tagliare i contributi, diretti ed indiretti ai teatri privati, in modo drastico al teatro Biondo, scorticare di almeno 15% pure il Teatro Massimo che Cammarata non voleva toccato;
• Tagliare tutte le manifestazioni, eventi e progetti, culturali, i contributi alle società sportive;
• Tagliare tutte le spese sociali: buoni libro, refezione scolastica, buoni-casa, abbonamenti agevolati Amat, servizi e contributi per handicappati, asili nido, case per anziani, contributi agli indigenti, etc;
• Tagliare drasticamente i costi dei telefonini e delle auto di servizio, dei telefoni fissi e, ancor di più di adesso, quelli dell’illuminazione pubblica delle strade;
• Decurtare tutti i “contratti di servizio” con le ex municipalizzate, esclusa l’Amia;
• Bloccare in modo generalizzato tutti gli straordinari e le missioni dei dipendenti comunali, intervenendo anche su un abbattimento sostanzioso delle indennità di posizioni dei dirigenti;
• Non è esclusa la previsione di dismissioni di azioni detenute dal Comune in società private terze, tipo quelle della Gesap (aeroporto), nonché la vendita di una parte degli immobili comunali.
Insomma, siamo quasi oltre il raschiamento del fondo del barile. Perché, molte delle voci di bilancio prima citate, sono già state ridotte al lumicino, in sede di bilancio preventivo 2009. Naturalmente, il sindaco ha dato carta bianca al ragioniere Basile, per reperire denari dal bilancio, sottointendendo però che le spese per l’apparato e le prerogative del sindaco non si toccano. Proprio quelle invece, che le opposizioni ritengano dovrebbero essere tagliate per prima.
Dice Manfredi Agnello, consigliere di punta del gruppo Pdl-Sicilia vicino a Micciché: “Ho la sensazione netta che Cammarata continui, lucidamente, a perseguire il suo diabolico disegno di mandare a casa il Consiglio comunale. Reo, di non rispondere più ai suoi ordini, al fine di restare due anni e mezzo da solo, a governare con la sua Giunta. Sarebbe un disastro politico ed amministrativo senza precedenti nella storia della città. A parte il fatto che i cittadini attribuirebbero ai partiti del centrodestra tutte le responsabilità del disastro-Cammarata. Ecco perché invito i nostri leader a prendere una qualche iniziativa politica, per costringere Cammarata a dimettersi e salvare il destino del centrodestra. Se no, vivremo in futuro una emorragia elettorale di dimensioni tragiche”.
“La verità è che la Giunta Cammarata ha impoverito a tal punto le casse comunali sperperando il denaro pubblico (solo nel 2009 un milione e seicentomila euro per la pubblicità) – insorge Nadia Spallitta, capogruppo di “Un’altra storia” – da rendere difficile il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio. Infatti, l’incontro di oggi con il ragioniere Generale, che ha parzialmente illustrato la manovra finanziaria che dovrebbe essere approvata dal Consiglio comunale per garantire il pareggio del bilancio, ha chiarito solo alcuni aspetti delle scelte percorribili per reperire circa 35 milioni di euro corrispondenti alla Tarsu 2006 riscossa dal Comune ed annullata dal Tar”. “Secondo noi, permane il disegno di Cammarata di mettere a rischio l’intera manovra finanziaria di riequilibrio – spiega la Spallitta – perseguendo la possibilità di poter giungere allo scioglimento del Consiglio. Così, per i prossimi tre anni, Cammarata rimarrebbe da solo a governare la città. Per questo abbiamo chiesto al ragioniere generale di predisporre anche soluzioni alternative a salvaguardia degli equilibri di bilancio, azzerando i capitoli relativi al sindaco, revocando gli incarichi di dirigenza esterna, intervenendo dove è possibile sui contratti con le aziende partecipate, revocando tutte le esternalizzazioni dei servizi, riducendo le previsioni dei debiti fuori bilancio”.
“In ogni caso – conclude la Spallitta – come centrosinistra solleciteremo, ulteriormente, l’intervento della Corte dei conti per accertare, di fronte all’evidente stato di dissesto del Comune, la regolarità della spesa degli ultimi anni, ed in generale della disastrosa gestione delle casse comunali, che conseguentemente sta distruggendo l’economia di un’intera città”.
Il ragioniere generale, allora si sta esercitando a trovare soldi in ogni dove. Le ultime notizie fanno riferimento ad una manovra ampia di tagli al bilancio previsionale 2009, che colpisca così:
• Tagliare i contributi, diretti ed indiretti ai teatri privati, in modo drastico al teatro Biondo, scorticare di almeno 15% pure il Teatro Massimo che Cammarata non voleva toccato;
• Tagliare tutte le manifestazioni, eventi e progetti, culturali, i contributi alle società sportive;
• Tagliare tutte le spese sociali: buoni libro, refezione scolastica, buoni-casa, abbonamenti agevolati Amat, servizi e contributi per handicappati, asili nido, case per anziani, contributi agli indigenti, etc;
• Tagliare drasticamente i costi dei telefonini e delle auto di servizio, dei telefoni fissi e, ancor di più di adesso, quelli dell’illuminazione pubblica delle strade;
• Decurtare tutti i “contratti di servizio” con le ex municipalizzate, esclusa l’Amia;
• Bloccare in modo generalizzato tutti gli straordinari e le missioni dei dipendenti comunali, intervenendo anche su un abbattimento sostanzioso delle indennità di posizioni dei dirigenti;
• Non è esclusa la previsione di dismissioni di azioni detenute dal Comune in società private terze, tipo quelle della Gesap (aeroporto), nonché la vendita di una parte degli immobili comunali.
Insomma, siamo quasi oltre il raschiamento del fondo del barile. Perché, molte delle voci di bilancio prima citate, sono già state ridotte al lumicino, in sede di bilancio preventivo 2009. Naturalmente, il sindaco ha dato carta bianca al ragioniere Basile, per reperire denari dal bilancio, sottointendendo però che le spese per l’apparato e le prerogative del sindaco non si toccano. Proprio quelle invece, che le opposizioni ritengano dovrebbero essere tagliate per prima.
Dice Manfredi Agnello, consigliere di punta del gruppo Pdl-Sicilia vicino a Micciché: “Ho la sensazione netta che Cammarata continui, lucidamente, a perseguire il suo diabolico disegno di mandare a casa il Consiglio comunale. Reo, di non rispondere più ai suoi ordini, al fine di restare due anni e mezzo da solo, a governare con la sua Giunta. Sarebbe un disastro politico ed amministrativo senza precedenti nella storia della città. A parte il fatto che i cittadini attribuirebbero ai partiti del centrodestra tutte le responsabilità del disastro-Cammarata. Ecco perché invito i nostri leader a prendere una qualche iniziativa politica, per costringere Cammarata a dimettersi e salvare il destino del centrodestra. Se no, vivremo in futuro una emorragia elettorale di dimensioni tragiche”.
“La verità è che la Giunta Cammarata ha impoverito a tal punto le casse comunali sperperando il denaro pubblico (solo nel 2009 un milione e seicentomila euro per la pubblicità) – insorge Nadia Spallitta, capogruppo di “Un’altra storia” – da rendere difficile il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio. Infatti, l’incontro di oggi con il ragioniere Generale, che ha parzialmente illustrato la manovra finanziaria che dovrebbe essere approvata dal Consiglio comunale per garantire il pareggio del bilancio, ha chiarito solo alcuni aspetti delle scelte percorribili per reperire circa 35 milioni di euro corrispondenti alla Tarsu 2006 riscossa dal Comune ed annullata dal Tar”. “Secondo noi, permane il disegno di Cammarata di mettere a rischio l’intera manovra finanziaria di riequilibrio – spiega la Spallitta – perseguendo la possibilità di poter giungere allo scioglimento del Consiglio. Così, per i prossimi tre anni, Cammarata rimarrebbe da solo a governare la città. Per questo abbiamo chiesto al ragioniere generale di predisporre anche soluzioni alternative a salvaguardia degli equilibri di bilancio, azzerando i capitoli relativi al sindaco, revocando gli incarichi di dirigenza esterna, intervenendo dove è possibile sui contratti con le aziende partecipate, revocando tutte le esternalizzazioni dei servizi, riducendo le previsioni dei debiti fuori bilancio”.
“In ogni caso – conclude la Spallitta – come centrosinistra solleciteremo, ulteriormente, l’intervento della Corte dei conti per accertare, di fronte all’evidente stato di dissesto del Comune, la regolarità della spesa degli ultimi anni, ed in generale della disastrosa gestione delle casse comunali, che conseguentemente sta distruggendo l’economia di un’intera città”.