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venerdì, 27 dicembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Ai privati la gestione culturale per un totale di 900 mila euro

PALERMO – Un esercito di dipendenti e una sfilza di precari in via di stabilizzazione, e nessuno tra le loro fila che possa fare da cicerone ai visitatori di musei e palazzi storici. Il Comune di Palermo, in perenne e paziente attesa di nuovi stanziamenti dal Governo e con un bilancio ai minimi termini da approvare, affida ai privati la gestione della sua offerta culturale: dal servizio di accoglienza a quello di bookshop.

“È di questi giorni – denuncia Nadia Spallitta, consigliere comunale del gruppo “Un’Altra Storia” – la notizia dell’esternalizzazione, procedura la cui regolarità è tutta da verificare, del servizio di guida turistica all’interno della Galleria d’arte Moderna per la cifra di 900 mila euro l’anno, somma che si sarebbe potuta risparmiare affidando la stessa attività ai tanti Lsu comunali che possiedono le medesime qualifiche. Il Comune – continua la consigliera – ha circa 20mila dipendenti, 1 ogni 37 abitanti, il triplo rispetto alla quantità prevista per legge. L’amministrazione comunale dispone quindi delle risorse umane per svolgere qualsiasi tipo di attività”.

Una procedura che per la Spallitta cozza, da un lato con il previsto aumento dell’addizionale Irpef per fare cassa, e dall’altro con le precarie condizioni igieniche e sociali (“In nessun’altra città agli anziani verrebbe negata la gratuità del trasporto pubblico”) in cui versa la città: “Parrebbe – aggiunge – che siano stati dati incarichi di consulenza esterna, con fondi tolti all’assistenza sociale, per la redazione dei piani di zona in materia socio-assistenziale”.

“Non c’è in atto alcuna esternalizzazione – ribatte Giampiero Cannella, assessore alle Attività culturali del Comune – È stata bandita una gara d’appalto per affidare la gestione di alcuni spazi museali e di alcuni uffici, come quelli di Palazzo Galletti, Palazzo Palagonia e Palazzo Ziino, oltre che per la fruizione della Galleria d’arte, di cui già si occupa una società. Trattandosi poi di un appalto triennale, l’importo esatto non è di 900mila, bensì di 300mila euro l’anno”. Attività che l’assessore esclude possano essere svolte attingendo al personale di Palazzo delle Aquile. “Si tratta – spiega – di servizi che debbono essere affidati ad aziende specializzate, dotate di professionalità e competenze che gli Lsu non posseggono. Oltretutto, stiamo seguendo un percorso già sperimentato da altre città d’arte come Firenze e Spoleto”.




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