Dalla mancata proroga dei contratti scaduti a fine 2008 alle lettere di diffida per evitare che arrivi lo sgombero coatto. Per oltre un’ottantina di famiglie da anni ospitate in alloggi comunali o confiscati alla mafia, il conto alla rovescia verso l’addio a quelle case sembra ormai lanciato. Sia per chi – è il caso di una quarantina abbondante di famiglie – abita oggi in case confiscate alla mafia, sia soprattutto per chi – 34 famiglie – risiede in alloggi popolari. Perché se per le prime rimane aperto uno spiraglio legato alla consistenza dei requisiti per un eventuale rinnovo dell’assegnazione temporanea, per il secondo blocco le possibilità sono nulle, visto che quelle stesse case dovranno andare a chi è in graduatoria per una assegnazione definitiva.
Non a caso proprio a queste 34 famiglie sono appena state inviate le prime diffide a fare i bagagli e trovarsi un altro tetto. A cercare di bloccare il processo, un appello messo nero su bianco da Nadia Spallitta e Antonella Monastra, consiglieri comunali di Un’Altra Storia. Le quali, oltre che a sindaco e assessore, scrivono anche al prefetto e all’arcivescovo. <<Di queste famiglie – dice la Spallitta – fanno parte anche un centinaio di bambini che in questi alloggi sono nati e cresciuti. Peraltro, proprio in virtù dei regolari provvedimenti di assegnazione rilasciati dall’amministrazione comunale sulla scorta di una graduatoria ufficiale, sia pure provvisoria, per l’emergenza abitativa. Proprio per tutelare i minori e per evitare il loro sradicamento da un territorio che conoscono – aggiunge la rappresentante dell’opposizione – abbiamo predisposto un documento con il quale chiediamo la sospensione dei provvedimenti di sgombero nelle more dell’individuazione di soluzioni alternative idonee ad assicurare il diritto all’alloggio in modo stabile e definitivo>>. …(continua)