L’Amia ed i rifiuti che ingombrano le strade di Palermo. Cammarata “ci prova” a mettere in mora il governo regionale, rinfacciandogli di non aver adempiuto all’impegno di “prestare” nuovi auto compattatori all’Amia. Proprio mentre la Giunta comunale, alacremente, dal mese di febbraio ad oggi, sforna a getto continuo delibere amministrative che spianano, sempre di più, la cessione del servizi cittadini per i rifiuti ad imprese private. Ma la vera stranezza consiste nell’assoluta indifferenza politica che circonda questa opzione del sindaco.
Tutto questo vuol dire per il Comune una incomprensibile rinuncia ad entrate annue per alcune decine di milioni di euro, per la cura di un servizio che fino a dicembre scorso era svolto dall’Amia. Con la delibera del 7 dicembre scorso, infatti, la giunta modificando il “Contratto di servizio” del 2001 ha tolto all’Amia, in particolare, pure bonifica di siti degradati, le campagne di disinfestazione, la rimozione delle carcasse delle auto, degli animali e dei rifiuti cimiteriali. Il tutto senza che ciò queste “sottrazioni” influiscano parimenti su un abbattimento dei costi del “Contratto di servizio” . Ancora, l’Amia non si occuperà più, neanche, del monitoraggio dell’aria e dei servizi domenicali e festivi. Una decisione di Giunta “pesante”, senza aver preventivamente interpellato sull’argomento il Consiglio comunale. “C’è un difetto di competenza – protesta l’avvocato Nadia Spallitta capogruppo in Comune di “un’Altra storia” – È stato modificato il contratto di servizio senza prima passare da Sala delle Lapidi, l’unico organo deputato a poter assumere simili atti. La giunta non solo ha aumentato di circa 7 milioni di euro il contratto all’Amia ma le toglie sempre più servizi”.
E’ tagliente il giudizio di Riccardo Acquado segretario aziendale all’Amia della Cgil : “C’è qualcuno che sta lavorando per rendere la nostra azienda più appetibile e più lucrosa per un futuro acquirente privato. È evidente che dietro a queste azioni, ci sono precise scelte di smembramento dell’Amia, eliminando rami minori di gestione, ma lasciando integro il corrispettivo economico comunale all’anno scorso quando questi servizi minori venivano comunque fatturati al Comune. Temiamo che così l’Amia possa finire a qualche privato che casualmente si presenterà al posto giusto nel momento giusto”.
“Del resto fin dal giorno del suo insediamento Lo Cicero – prosegue Acquado – ha fatto capire che lo sbocco finale del suo progetto di rilancio dell’Amia strada era quella della privatizzazione. Era già tra le righe del suo ultimo piano industriale. Adesso immaginiamo, che dopo lo scorporo dei servizi comincerà a scorporare alcune centinaia di dipendenti. Staremo a vedere le sue prossime mosse”. Di dubbi sulla filosofia di rilancio dell’Amia ne nutre pure Manfredi Agnello, in Comune del Pdl-Sicilia. “Si sta alleggerendo l’Amia di alcuni servizi con la motivazione di volerla salvare dal fallimento. Ma bisogna chiedersi con quale costi per la città. Perché, mi pare logico, che l’Amministrazione per far espletare questi servizi sinora scorporati dovrà pagare qualcun altro. Mi pongo solo una domanda: ma , invece, di arricchire un qualunque privato mettendo a bando questi servizi minori, perché non si potevano passare questi compiti alla stessa Gesip?”.