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giovedì, 21 novembre 2024
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Nadia Spallitta

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Cammarata, un nuovo esposto  chiede la “rimozione del Sindaco”

I consiglieri del comune di Palermo Monastra, Mangano e Schiavone hanno presentato un nuovo esposto per rimuovere Diego Cammarata dall’incarico di sindaco. Nadia Spallitta (capogruppo di Un’altra storia) però non è d’accordo e teme un "boomerang elettorale".
“Rimozione del Sindaco di Palermo per persistente violazione di legge” firmato Alberto Mangano (gruppo misto), Antonella Monastra (Un’altra storia) e Aurelio Schiavone (Idv). I tre consiglieri del Comune di Palermo promettono fuoco e fiamme contro il sindaco Diego Cammarata e presentano un nuovo esposto in cui ne chiedono l’immediata rimozione.
“Dimostreremo anche – promette la dottoressa Monastra – che non esiste solo il bilancio formale ma che esiste, nei fatti un bilancio parallelo che ha stravolto regolarmente negli anni quello approvato dal consiglio comunale”.
Secondo i consiglieri esistono tutti gli estremi perché il sindaco rinunci alla carica o venga rimosso in attesa che la magistratura faccia il suo corso.
“Il fatto certo, come dichiara al Giornale di Sicilia il Presidente Lombardo, è che ci sono gli estremi per la rimozione del Sindaco icona del disastro palermitano” afferma la consigliera che non risparmia accuse anche all’Assessore Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, Caterina Chinnici.

“E l’assessore Chinnici, volto “nobile” della Giunta Lombardo e possibile candidata a Sindaco di Palermo, – continua Antonella Monastra – come mai da giugno, mese in cui ha avuto in consegna l’esito della parte amministrativa dell’indagine è stata zitta e non ha agito finche non è giunto il nostro sollecito?”
La battaglia per le dimissioni del sindaco era cominciata verso la fine del 2009 quando il gruppo dell’Idv e il gruppo Un’altra storia avevano presentato due esposti al presidente della regione e agli assessori della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali richiedendo la “rimozione del Sindaco di Palermo”. Secondo i consiglieri, grazie all’articolo 40 della Legge 142/90, esistevano già da allora gli estremi per rimuovere il sindaco per aver violato più di una volta la legge.
I fatti citati nell’esposto sono ben ventisei e vanno dalla mancata adozione Piano Urbano del Traffico ai numerosi incarichi (oltre 200) a titolo oneroso di consulenza esterna firmati dall’amministrazione Cammarata. Non mancano, a completare un quadro disastroso, le accuse per di una pessima gestione dell’Amia e la reiterata violazione del diritto di alloggio per l’irregolare assegnazione di containers in lamiera, alle famiglie dei senza tetto.
Nel gruppo Un’altra storia, intanto, il clima elettorale sta alzando la tensione interna e la capogruppo Nadia Spallitta si dissocia da questa iniziativa definendola un “boomerang elettorale”.
“Nel 2009 scrissi io l’esposto per la rimozione di Cammarata ma le condizioni oggi sono molto diverse” dice la consigliera Spallitta. “Non ha senso chiedere la rimozione del sindaco senza lo scioglimento in concomitanza del Consiglio Comunale, – continua la consigliera – questo significherebbe lasciare a noi consiglieri e a uno sventurato amministratore ad acta l’ingrato compito di affrontare la catastrofe che presto sopraggiungerà”.
Secondo Nadia Spallita il sindaco Cammarata potrebbe giocare d’anticipo e rassegnare le proprie dimissioni prima che la nave affondi. “La gente ha la memoria corta: quando nei prossimi mesi l’amministrazione dovrà fare delle scelte impopolari – si chiede la consigliera – con chi se la prenderanno i palermitano se il vero responsabile avrà abbandonato la scena?”. La capogruppo di Un’altra storia teme infatti che questo esposto possa agevolare le strategie elettorali del centrodestra. Sei mesi di black out garantirebbero al Pdl di riorganizzare le fila presentando un nuovo candidato distante, per così dire, da Cammarata sia in termini temporali che di “corrente” politica.
A proposito di elezioni, Nadia Spallitta ha dichiarato di rinunciare volentieri alla sua candidatura alle primarie sotto la bandiera di Sel nel caso in cui Rita Borsellino, fondatrice di Un’altra storia, decidesse di concorrere.

 
 




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