E’ il prete di frontiera,sempre dalla parte dei più deboli,dei senza casa e delle famiglie più disagiate. Sono varie le organizzazioni che si sono rivolte all’arcivescovo Romeo
Una volta si chiamavano «i preti di frontiera» e avevano il consenso di tutti coloro che stavano dalla parte degli ultimi. Ma spesso capita anche che, per quanto un’ntera città si opponga, questi preti vengano trasferiti in altre città.
Adesso è il turno di Padre Gianni Notari, il parroco dei senza tetto, colui che celebra messa in luoghi di fortuna a fianco di famiglie ai limiti della sopravvivenza e che ha sempre avuto al suo fianco la società civile e i vari movimenti impegnati nella realtà, dai laici comboniani al comitato Lotta per la casa 12 luglio al laboratorio Zeta che dallo Zen ribadiscono il loro accorato appello all’Ordine dei gesuiti e alla Curia: «Non mandate via padre Gianni». Notari, 58 anni, a settembre dovrà lasciare Palermo. L’Ordine dei gesuiti ha deciso di mandarlo a Catania a fare il parroco: il suo mandato a Palermo è finito. Ma per la rete di sostegno che da anni conduce insieme con lui battaglie a fianco dei senza casa, l’addio di padre Gianni è un colpo troppo duro. Le associazioni si sono già mobilitate: hanno deciso di scrivere ai gesuiti e all’arcivescovo Paolo Romeo. «Un appello – dicono Tony Pellicane, portavoce del Comitato 12 luglio, e l’attivista Nino Rocca – per chiedere loro di lasciare con noi padre Gianni». «Padre Notari ha il torto di stare dalla parte degli ultimi – scrivono le associazioni in una lettera aperta – senza compromessi, mettendo in difficoltà uomini della chiesa e uomini laici uniti dalla stessa gestione del potere politico ed economico. Come può un gesuita appoggiare coloro che rivendicano un giusto diritto, il diritto alla casa, o il diritto agli spazi di democrazia quando il potere ha deciso di soffocare ogni forma di contestazione e di ribellione anche se per un legittimo motivo?» E ancora «Padre Gianni Notari ha il torto di avere scelto alla Chiesa del potere il potere della Chiesa di Cristo, la chiesa dei poveri, la chiesa degli esclusi, la chiesa degli ultimi». Per questo tutti in coro chiedono che venga rivalutata la decisione di trasferire Padre Notari in altra sede in modo da continuare «il suo prezioso lavoro per una città troppo spesso abbandonata, per una città che vuole ancora re-esistere». La pensa allo stesso modo il capogruppo di Un’Altra Storia Nadia Spallitta. «La figura di padre Gianni Notari, in questo periodo così difficile – dice – è un punto di riferimento importante per i più deboli che in questi anni hanno trovato conforto nella sua presenza e nella sua azione, ma anche per i cittadini che aspirano ad una diversa conduzione della cosa pubblica fondata su principi etici di giustizia e di uguaglianza».