Viene presentata in Consiglio comunale la proposta presentata nel maggio 2012 da un raggruppamento di società private per la realizzazione in project financing, quindi realizzato e gestito da privati, del nuovo cimitero a Ciaculli, la cui localizzazione, immaginata nel 1997, a distanza di quasi vent’anni suscita numerose perplessità. Infatti il progetto, che ha un importo di circa 44 milioni di euro, occupa un’area di 65 mila metri quadrati (oltre a 100 mila metri quadrati di area di rispetto) in una zona dell’agro di Ciaculli compresa all’interno del perimetro dei parchi urbani, interessata in parte da vincolo paesaggistico e da vincoli di natura idrogeologica.
L’area, inoltre, sulla quale insistono taluni manufatti di interesse storico, è limitrofa alla sorgente della Favara e a siti di rilevanza geologica che andrebbero diversamente tutelati. Tra l’altro questo progetto mal si concilia con la dichiarata volontà dell’Amministrazione di salvaguardare il verde residuo ed eliminare ogni consumo del suolo. A ciò si aggiunga che il progetto insiste su circa sei particelle confiscate alla mafia, in relazione alle quali si dubita fortemente che possa essere prevista un’utilizzazione per fini lucrativi. Il progetto, che presuppone una concessione ai privati per 20 anni, prevede la costruzione di 11.872 loculi (organizzati in colombari), 672 cappelle private (per un totale di 20 loculi ciascuna), 674 ossari, 9.300 metri quadrati di campi di inumazione, 1.749 metri quadrati di cimitero cattolico, un parcheggio da 368 posti e 30 mila metri quadrati di sistemazione a verde.
In realtà la presentazione di questo progetto si scontra anche con una precisa volontà del Consiglio comunale che, con la delibera 692 del 2011, nel restituire la proposta di un project financing per realizzare un cimitero a Ciaculli, aveva demandato agli uffici il compito di redigere un progetto per realizzare un cimitero pubblico. Non è ben chiaro in quale sede sia stato deciso di disattendere questa indicazione. A ciò si aggiunga che il progetto, pur essendo presentato come attuativo del vigente Prg, in realtà comporta varianti urbanistiche sotto numerosi profili: in primo luogo perché i vincoli preordinati all’esproprio sono scaduti e la loro proroga implica una variante, in secondo luogo perché al fine di delimitare l’area di rispetto pari a 200 metri dal perimetro esterno di ogni cimitero è necessario adottare un’altra variante urbanistica. Infine un’ulteriore variante è legata alla necessità di non occupare territorio appartenente ad altri Comuni, nella fattispecie del Comune di Villabate (al riguardo, nella relazione tecnica, si afferma che il “progetto è stato preventivamente inviato giusta nota del 2003 e successivamente nel 2005 all’ex Asl 6” – non si comprende come sia stato possibile inviare il progetto nel 2005 se l’iniziativa privata è stata presentata all’Amministrazione nel 2012).
Ulteriori elementi di criticità riguardano ad esempio le indennità di espropriazione: in primo luogo il progetto prevede per espropriazioni di un’area di circa 68 mila metri quadrati la somma di 1.117.200 euro, valutati in relazione al terreno agricolo medio (tale somma, tuttavia, non tiene conto del fatto che i vincoli devono essere prorogati in quanto scaduti con aumento del valore dell’indennità). Inoltre la Corte costituzionale, già nel 2012, aveva dichiarato l’illegittimità del parametro del valore agricolo medio ritenendo invece che le indennità debbano essere rapportate all’effettivo valore venale e all’effettiva potenzialità di utilizzo economico dei beni. Per cui è indubbio che la misura dell’espropriazione dovrà essere aumentata e dunque va considerato erroneo il computo di questo valore indennitario.
Dall’analisi della documentazione allegata alla proposta di delibera emergono alcune incongruenze. Tra queste il valore dei ricavi correlati a loculi in edifici a quattro livelli fuori terra, secondo una prospettazione che apparteneva a un precedente progetto escluso dal Consiglio comunale. Sul punto le stime dei ricavi sono le seguenti: circa 5 milioni annui per loculi in edifici a quattro livelli, circa 3 milioni per le concessioni annue di cappelle di famiglia. Anche da questo punto di vista non è ben chiaro quale sia, per l’ente pubblico, la convenienza in un’operazione di questo tipo anche alla luce della possibilità di ampliare i cimiteri esistenti, di creare forni crematori (le cui delibere sono in itinere) e acquisire i finanziamenti statali ed europei sono previsti in materia. Auspico che il parco agricolo di Ciaculli venga diversamente utilizzato e valorizzato e che un eventuale cimitero di queste dimensioni venga collocato fuori dal perimetro cittadino anche in vista dell’istituzione della Città metropolitana.
la vicepresidente vicaria
del Consiglio comunale di Palermo
Nadia Spallitta
La migliore cosa sarebbe ampliare i cimiteri esistenti. Nn fare un cimitero nuovo cosi finisce il verde e purtroppo di verde ne rimasto ben poco