PALERMO – Al Comune di Palermo sembra ormai arrivato il momento dello scontro finale. La bocciatura dell’assestamento di bilancio, votata tra gli altri anche da Mpa e Pdl Sicilia, ha scatenato un fuoco di fila di dichiarazioni ad alzo zero. Sul ring, stavolta, sono scesi in campo i due ex amici Cammarata e Miccichè.
Il sindaco ha accusato il sottosegretario con delega al Cipe di puntare, in combutta con il Governatore Lombardo, esclusivamente alla distruzione di Pdl e Udc. Il leader dei pidiellini ribelli ha rivendicato la sua libertà d’azione dopo il “repulisti” operato dal primo cittadino nei confronti dei suoi rappresentanti in giunta. Al di là dei rancori di palazzo, la bocciatura dell’assestamento ha ulteriormente inguaiato Amia e Gesip.
La manovra da 110 milioni di euro prevedeva 56 milioni di euro per l’azienda di igiene ambientale – tra interventi nella discarica di Bellolampo, l’acquisto di nuovi automezzi e l’adeguamento del contratto di servizio – e 4,5 milioni di euro per ricapitalizzare la Gesip, oltre ai fondi per sociale (3,5 mln), manutenzione delle scuole (7 mln) e cultura (1,5 mln per Kals’art). “Un gesto di irresponsabilità che avrà gravi conseguenze per i cittadini” secondo il capogruppo dei lealisti a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo, che ha sfidato il “leader della nuova maggioranza”, Davide Faraone, a presentare delle proposte alternative per gestire le emergenze.
Faraone, dal canto suo, ha ricordato l’articolo 175 dell’Ordinamento degli enti locali “che prevede che, per atti di straordinaria emergenza, si possa procedere con variazioni di bilancio anche dopo il 30 novembre e comunque entro il 31 dicembre. Spetta quindi alla giunta Cammarata – ha replicato il capogruppo dei democratici – assumersi le sue responsabilità e proporre una delibera di assestamento sulla Gesip, altrimenti lo farà il Pd con atto consiliare e allora si vedrà chi davvero vuol salvare la società e chi, invece, fa solo propaganda sulla pelle dei lavoratori”. Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Italia dei Valori, ha chiesto di portare subito in aula il bilancio di previsione “in modo da rispondere concretamente alle emergenze delle diverse categorie sociali e dare un nuovo corso alla macchina pubblica”. Bilancio che per salvare Amia dovrà essere approvato entro il 15 gennaio prossimo, dal momento che l’udienza fallimentare dell’ex municipalizzata è prevista per il 24 gennaio.
Spallitta. “Tutelare i lavoratori, ma serve efficienza”
PALERMO – A rischiare di più sono i duemila lavoratori di Gesip che da lunedì protesteranno davanti Palazzo delle Aquile, in coincidenza con le riunioni dei sindaci e del cda societari. Convocazioni che per Pietro La Torre, segretario generale Uiltucs Uil, “non lasciano presagire nulla di buono”. “è indubbio che i lavoratori vanno tutelati – ha detto Nadia Spallitta, capogruppo consiliare di ‘Un’Altra Storia’ – ma è altresì vero che Amia e Gesip devono rivedere i loro piani industriali, garantire produttività ed efficienza dei servizi, tagliare le spese inutili e agire secondo i criteri di economicità, disconosciuti dalle società partecipate, a tal punto da determinare le procedure di fallimento per Amia”. Per la Spallitta “questa potrebbe essere l’occasione per presentare subito un bilancio di previsione, adeguandolo al programma triennale delle opere pubbliche e alla necessità di investimento in questi settori che soffrono dell’incapacità di programmare dell’amministrazione”.
La manovra da 110 milioni di euro prevedeva 56 milioni di euro per l’azienda di igiene ambientale – tra interventi nella discarica di Bellolampo, l’acquisto di nuovi automezzi e l’adeguamento del contratto di servizio – e 4,5 milioni di euro per ricapitalizzare la Gesip, oltre ai fondi per sociale (3,5 mln), manutenzione delle scuole (7 mln) e cultura (1,5 mln per Kals’art). “Un gesto di irresponsabilità che avrà gravi conseguenze per i cittadini” secondo il capogruppo dei lealisti a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo, che ha sfidato il “leader della nuova maggioranza”, Davide Faraone, a presentare delle proposte alternative per gestire le emergenze.
Faraone, dal canto suo, ha ricordato l’articolo 175 dell’Ordinamento degli enti locali “che prevede che, per atti di straordinaria emergenza, si possa procedere con variazioni di bilancio anche dopo il 30 novembre e comunque entro il 31 dicembre. Spetta quindi alla giunta Cammarata – ha replicato il capogruppo dei democratici – assumersi le sue responsabilità e proporre una delibera di assestamento sulla Gesip, altrimenti lo farà il Pd con atto consiliare e allora si vedrà chi davvero vuol salvare la società e chi, invece, fa solo propaganda sulla pelle dei lavoratori”. Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Italia dei Valori, ha chiesto di portare subito in aula il bilancio di previsione “in modo da rispondere concretamente alle emergenze delle diverse categorie sociali e dare un nuovo corso alla macchina pubblica”. Bilancio che per salvare Amia dovrà essere approvato entro il 15 gennaio prossimo, dal momento che l’udienza fallimentare dell’ex municipalizzata è prevista per il 24 gennaio.
Spallitta. “Tutelare i lavoratori, ma serve efficienza”
PALERMO – A rischiare di più sono i duemila lavoratori di Gesip che da lunedì protesteranno davanti Palazzo delle Aquile, in coincidenza con le riunioni dei sindaci e del cda societari. Convocazioni che per Pietro La Torre, segretario generale Uiltucs Uil, “non lasciano presagire nulla di buono”. “è indubbio che i lavoratori vanno tutelati – ha detto Nadia Spallitta, capogruppo consiliare di ‘Un’Altra Storia’ – ma è altresì vero che Amia e Gesip devono rivedere i loro piani industriali, garantire produttività ed efficienza dei servizi, tagliare le spese inutili e agire secondo i criteri di economicità, disconosciuti dalle società partecipate, a tal punto da determinare le procedure di fallimento per Amia”. Per la Spallitta “questa potrebbe essere l’occasione per presentare subito un bilancio di previsione, adeguandolo al programma triennale delle opere pubbliche e alla necessità di investimento in questi settori che soffrono dell’incapacità di programmare dell’amministrazione”.