Palermo, 19 dicembre 2013 – “In questi giorni è in discussione in Consiglio comunale una proposta che prevede la realizzazione di 14 ville bifamiliari, in un’area di circa 12 mila metri quadrati, definita sito di interesse idrogeologico, in via Mater Dolorosa, alle pendici di Monte Pellegrino, ultimo appezzamento di terreno non ancora edificato. La destinazione urbanistica prevista è zona Cb. Nella previsione originaria del piano quest’area non poteva essere destinata a villette private ma a colmare, sia pure in parte, il fabbisogno abitativo, stimato nel 1997 in 11 mila alloggi”. Lo dice il Vice Presidente Vicario del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta, commentando la proposta di delibera presentata a Sala delle Lapidi dall’assessore all’urbanistica Tullio Giuffrè. “In particolare- prosegue- con la delibera numero 47 del 1997, nelle zone C dovevano essere realizzati circa 3 mila alloggi di edilizia convenzionata e sovvenzionata a cura degli enti pubblici. Questa prescrizione era stata oggetto di un’osservazione da parte di una cittadina, che chiedeva di estendere anche ai privati la possibilità di intervenire nelle zone C”. “L’osservazione veniva accolta – aggiunge- dagli uffici e recepita dal Cru regionale, nel senso che l’edilizia sociale nelle zone C poteva essere realizzata o da soggetti pubblici o da cooperative edilizie private e ciò in conformità con lo spirito del Prg, che aveva destinato queste aree prevalentemente ad usi sociali. Senonchè nel 2006 con delibera numero 125, il Consiglio comunale decise di approvare una errata corrige, trattando la modifica come se fosse un errore materiale ed introducendo, di fatto, un’ulteriore e diversa destinazione alle zone C, nel senso che in queste parti del territorio potevano essere realizzate alloggi sociali ma anche ville private. Appare evidente la differenza tra una destinazione sociale con rischio espropriativo e applicazione rigorosa di parametri per la vendita degli alloggi, rispetto all’incremento di valore che invece le residue aree di territorio edificabili per edilizia privata assumevano”. “In realtà, il Consiglio comunale poteva deliberare motivando una diversa utilizzazione delle zone C , ancorchè si trattava di scelta non condivisibile, ma la forma da seguire avrebbe dovuto essere , eventualmente, quella della variante con successiva approvazione da parte della Regione, circostanza che sembrerebbe non essersi verificata. Il risultato conseguente è che negli ultimi 10 anni piuttosto che colmare il fabbisogno alloggiativo della città sono state realizzate talune lottizzazioni private, che probabilmente non erano supportate da una precisa previsione delle norme di attuazione del Piano ed anzi se ne discostavano, dal momento che sembrerebbe rimasto sprovvisto di approvazione da parte della Regione, lasciando quindi incompleto l’iter urbanistico”. “I problemi, che si pongono oggi, a mio avviso, sono duplici: da un lato sotto il profilo giuridico verificare se nelle zone C siano possibili lottizzazioni private, dall’altro, politicamente valutare l’opportunità di ulteriori lottizzazioni private, rispetto alle necessità abitative e all’emergenza casa che di giorno in giorno si aggrava. In altri termini, se consumo del territorio – al quale personalmente sono contraria- deve ancora attuarsi, allora ritengo più corretto, che ciò sia per fini sociali, cercando di porre un argine al gravissimo deficit del diritto all’alloggio che rappresenta un bene fondamentale e primario per la qualità e la stessa dignità dei cittadini, che secondo me è uno degli obiettivi fondamentali di un Amministrazione pubblica”.
Nadia Spallitta-Vice Presidente Vicario del Consiglio comunale di Palermo.