Pubblichiamo la sintesi dell’intervento di Nadia Spallitta – presidente della Commissione Urbanistica- tenuto all’interno della giornata di studi presso la Facoltà di Architettura di Palermo sul "dissesto idrogeologico e degrado urbano: scienza e democrazia per il cambiamento".
locandina del convegno in pdf
1.Introduzione
L’argomento che mi è stato affidato è indubbiamente complesso ed investe dimensioni molteplici che implicano i diversi momenti del vivere civile, dalle questioni strettamente urbanistiche –di carattere squisitamente tecnico- a quelle politiche, sociali, culturali ed economiche
Il mio intervento non potrà, pertanto che privilegiare, tra l’altro in modo assolutamente sintetico ed incompleto , solo alcuni di questi profili, muovendo, soprattutto, dalla recente esperienza di componente della Commissione urbanistica di Palermo, città le cui problematiche e contraddizioni sono probabilmente estensibili a buona parte del territorio siciliano .
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A Palermo si può arrivare dal mare , dal cielo, dalla terra .
Vista dal mare Palermo sembra un luogo magico, senza tempo, carico di armonia; la bellezza della natura non appare “disturbata” dall’intervento dell’uomo, e si può ancora fantasticare e sognare, intuirne, mentre se ne respira l’aria salata, la storia, le vicende e le vicissitudini .
Del tutto diverso è invece l’impatto per chi giunga dalla terra ferma. Attraverso interminabili periferie grigie, asfittiche , degradate, abbandonate , si susseguono interi quartieri , con un unico denominatore, l’assenza di cura, sorti, specialmente , negli anni “70 ed il cui senso e significato costruttivo non è stato mai raggiunto o è andato presto perduto
Proprio di fronte a queste differenti possibili percezioni dei luoghi è facile chiedersi quale tipo di città , sotto il profilo urbanistico, sia oggi Palermo. E quale sviluppo si possa o si voglia immaginare per questa città
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2. Governo del territorio : Strumenti di pianificazione
Da anni si registra a Palermo la difficoltà di una programmazione urbanistica in grado di conoscere e rappresentare lo stato dei luoghi e le necessità del territorio , ed approntare, con tempestività, le conseguenti scelte urbanistiche
Basti pensare a come sia stato lungo e complesso l’iter di approvazione del vigente PRG , i cui atti propedeutici risalgono al 1994 , quando il Consiglio Comunale ha approvato le direttive e lo schema di massima del PRG , per divenire strumento urbanistico , peraltro con contestabili modifiche apportate unilateralmente in sede di approvazione dalla Regione, quasi 10 anni dopo, nel 2002, quando cioè molte delle previsioni o risultavano inadeguate o non appropriate .
L’inadeguatezza del vigente e strumento di pianificazione generale ha portato, tra l’altro, ad una serie di conseguenze e di iniziative, sia pubbliche che private, e di prassi talvolta davvero singolari e tuttavia idonee ad agevolare un uso del territorio disorganico , frammentario ed improduttivo , con conseguenti problemi, tra l’altro, di osservanza degli standard urbanistici o di controllo del loro rispetto .
All’uso distorto del territorio ha ampiamente contribuito poi, la Regione sia attraverso specifici provvedimenti, legislativi e regolamentari , sia attraverso la nomina di Commissari ad acta, , con numerosi interventi sostitutivi, adottati anche quando in effetti mancavano i presupposti di legge per le predette nomine
Ne è derivato un assetto spesso disarmonico delle nuove edificazioni con sofferenza a volte di interi quartieri
Tra gli atti maggiormente in uso presso l’amministrazione comunale vi sono stati inoltre :
a)le varianti urbanistiche utilizzate come strumento ordinario di pianificazione , normalmente rivolte a modificare la destinazione delle aree di verde agricolo previste nel PRG, trasformate , senza criteri logici , in area edificabile .
Attraverso grandi varianti urbanistiche, sostanzialmente supportate anche a livello legislativo, in aree di verde agricolo, se non addirittura destinate a Parco , sono stati consentiti interventi riguardanti ampie parti del territorio, (con estensioni talvolta superiore a 150.000 mq,) per realizzare i due grandi Centri commerciali, nelle zone di Brancaccio e di Borgo Nuovo , e per autorizzare la c.d. cittadella della Polizia
E’ indubbio che si tratta di varianti, peraltro non accompagnate dagli strumenti necessari per assicurare la viabilità ed il trasporto, che determineranno un carico urbanistico di forte impatto ambientale .
b)i programmi costruttivi in aree di verde agricolo , finalità assentita per l’edilizia residenziale , di fatto destinata ad altri utilizzi con ulteriore e grave consumo del suolo
Dal 2007 , tale patologica prassi che ha consentito la cementificazione di numerose aree di verde è finalmente cessata in virtù di una deliberazione consiliare
c)adozione o proposte di Piani particolareggiati , anche per aree di vaste dimensioni, redatti dai privati ( con studi ed elaborati forniti anche per i profili geologici o al rispetto dei vincoli, alla certificazione dello stato dei luoghi, da parte dei privati stessi)
Tale prassi appare particolarmente pericolosa in relazione alle zone sottoposte a vincoli o rischi idrogeologici , anche alla luce del fatto che il Comune di Palermo non ha mai adeguato lo strumento urbanistico agli studi del PAI ;
Inoltre da anni l’Amministrazione comunale omette di prevedere adeguate risorse economiche per gli studi geologici e geognostici e comunque preliminari e necessari per prevenire i rischi ed assicurare l’adeguata progettazione urbanistica
La lamentata carenza di risorse economiche per effettuare studi, indagini, sondaggi, ha finito con il consentire l’accesso alle proposte dei privati, anche in aree di particolare pregio o delicate sotto il profilo geomorfologico , consentendo interventi anche alle pendici ed all’interno delle aree di riserva come Monte Gallo.
d)delibere, piuttosto atipiche , aventi ad oggetto “ errori materiali del PRG” con le quali si sono apportati in modo inusuale modifiche al PRG, senza le procedure di variante, i controlli, gli interventi e le garanzie previste dalla legge
e)lottizzazioni per le quali è stata prevista e consentita la monetizzazione anche delle opere di urbanizzazione primaria , strumento dio dubbia conformità legislativa e sicuramente inopportuno per il territorio palermitano già caratterizzato dall’assenza di opere di urbanizzazione
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A questi interventi urbanistici “ scomposti” e comunque non inseriti nel quadro di un’idea di città né unitaria, o finalistica e comunque orientata, si aggiungono , altrettanto responsabili inerzie
Interi quartieri e periferie sono da anni abbandonati all’incuria ed all’autogestione , privi di zone a verde, di centri aggregativi, di opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Alle prospettive progettuali iniziali che ne aveva determinato l’edificazione non hanno fatto seguito, probabilmente, gli utili interventi attuativi per cui spesso si avverte il senso dell’incompiutezza delle opere, ed un susseguirsi di “vuoti urbani” , spesso diversamente utilizzati dai cittadini. Le piazze dello Zen ne rappresentano solo uno dei possibili casi
Ne deriva la condizione di degrado socio-culturale che è notoria ed alla quale l’amministrazione comunale non ha saputo dare nessuna risposta, né in termini di investimenti economici , né di pianificazione e realizzazione
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3. Governo del Territorio e Pianificazione in itinere
E le risposte non arriveranno, almeno non in tempi brevi , dalla pianificazione in itinere , che tuttavia , senza risolvere molti dei problemi cittadini, tuttavia , una volta adottata andra ad incidere enormemente sullo sviluppo socio-economico della città e sul carico urbanistico
Mi riferisco in particolare a
a)PRUSST ,-
I Prusst avrebbero dovuto essere programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile- -, proposti per lo più in variante allo strumento urbanistico, spesso in aree di verde agricolo , se non addirittura in aree soggette a vincoli di ogni genere ( paesaggistici, idrogeologici, di rispetto etc)
In particolare l’amministrazione comunale ha dato corso a due bandi, il primo nel 1998, riguardava, oltre agli interventi pubblici, circa 30 interventi privati –taluni ancora in corso di realizzazione- ,tutti in variante al PRG, ed aventi ad oggetto la realizzazione di parcheggi di gestione privata, , centri commerciali e strutture alberghiere –e solo 3 destinati alla riqualificazione di aree di verde
Nel 2006 l’amministrazione comunale ha riaperto i termini per nuovi PRUSS ricevendo un centinaio di proposte, per lo più in variante al PRG, e spesso ricadenti in aree di verde agricolo
La proposta di deliberazione è oggi al vaglio del consiglio comunale: delle istanze pervenute circa 75 sono state ritenute accoglibili dagli uffici, talvolta , pur in presenza di vincoli di inedificabilità, vincoli paesaggistici, o idrogeologici
Le principali proposte riguardano, ancora una volta , la realizzazione di strutture alberghiere o la realizzazione o l’ampliamento di centri commerciali ; rari gli interventi nel settore dello sport o di vera riqualificazione territoriale
In particolare i PRUSST che avrebbero dovuto e potuto rappresentare uno strumento di pianificazione idoneo a dotare il territorio di nuove infrastrutture servizi ed opere di pubblica utilità con insediamenti produttivi volti a garantire lo sviluppo economico, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente e del patrimonio storico-culturale, non sembrano avere , in effetti, né previsto né raggiunto in alcun modo le predette finalità
Ancora una volta le proposte non interagiscono e non dialogano, non ci sono interconnessioni; lo strumento urbanistico vigente –che ne viene ulteriormente trasformato – senza che questo determini tuttavia un ‘organica visione del territorio .
Si tratta di proposte singole, destinare per lo più interessi dei singoli , senza una unitaria finalità urbanistica
b)PEEP
La proposta di individuazione delle aree e del fabbisogno abitativo per il nuovo PEEP ,è oggi al vaglio del Consiglio Comunale
La deliberazione , nell’individuare il fabbisogno abitativo , ha per oggetto, di fatto, la realizzazione di n.7200 alloggi ; la stessa muove dal presupposto, erroneo, che la popolazione palermitana sia in crescita , secondo uno studio ancorato ai dati del 1991
Invero il censimento di riferimento avrebbe dovuto essere quello del 2001 ; inoltre la popolazione palermitano registra rispetto al 1991 un calo demografico di oltre 30.000 unità
A questo fenomeno , del tutto disatteso nella proposta di PEEP, deve aggiungersi l’enorme incidenza dei fabbricati abusivi (tra quelli in sanatoria e quelli non ancora censiti), della diversa composizione dei nuclei familiari, dei flussi migratori verso i paesi dell’interland
Infine la proposta non fornisce , allo stato, chiare indicazioni sulle aree da utilizzare, lasciando, quindi , impregiudicata la possibilità di andare ad incidere, ancora una volta su aree di verde agricolo
Anche in questo provvedimento non si introduce alcun elemento di innovazione , in termini di pianificazione urbanistica , né sotto il profilo tecnologico mentre potrebbe rappresentare un passaggio importante ad. Es. rispetto all’individuazione di fonti di energia rinnovabile o a modalità di interventi edilizi sperimentali o di recupero del patrimonio esistente, storico o dismesso
c) Piano regolatore del Porto
La proposta supera il dettato legislativo in quanto non si limita verificare la compatibilità urbanistica del Piano regolatore del Porto con il vigente PRG; invero la stessa anticipa, senza approfondimenti , senza studi di settore allegati , e senza adeguate e comprensibili motivazioni, ipotesi di generiche destinazioni urbanistiche privilegiate, localizzate in 12 “ aree bersaglio”, rivolte allo sviluppo turistico, commerciale, ricreativo , sportivo e similari: Da questa ipotesi di sviluppo sono rigorosamente , ingiustificatamente tenute fuori le periferie
Inoltre all’interno del porto si amplia la vocazione turistica delle aree e si incrementano i “
Porticcioli turistici “ , anche questi da concedere ai privati, con un verosimile processo di “privatizzazione” di aree demaniali
d)Pianificazione esecutiva
30 sono i Piani particolareggiati in cantiere, per lo più riferiti al contesto collinare e periferici nessuno degli stessi tuttavia è ancora al vaglio del Consiglio Comunale
Del resto con questa pianificazione si incrocia il vasto fenomeno del’abusivismo edilizio
4. Il Governo del territorio: Controllo ed abusivismo edilizio
Il primo momento di intervento, per l’armonico sviluppo del territorio a salvaguardia della natura e nel rispetto delle sue leggi , è dato dal controllo affinchè vengano rispettate le norme edilizie
Ed invero se molteplici sono le ragioni del disordinato sviluppo del territorio e del consumo del suolo , uno dei più elevati in percentuale, a livello europeo, grande è per questo aspetto a Palermo, come in Sicilia l’ incidenza dell’abusivismo edilizio e l’inadeguatezza di strumenti repressivi e di controllo
Negli ultimi anni, dal 1985 al 2004 , sono state presentate , ben 60.000 istanze di sanatoria edilizia, (il fenomeno è ovviamente ancora più grave rispetto ai dati ufficiali) ; ne sono state esitate solo 3421, circa 900, sono state rigettate ; per le altre l’iter è ancora in corso ; nel frattempo non è stato demolito, sostanzialmente nessun immobile abusivo
A questi immobili dovrebbero aggiungersene altri 6000 circa, non censiti , realizzati nelle aree collinari , la cui disciplina urbanistica è stata stralciata dal PRG
La notoria vicenda di Pizzo Sella, una collina la cui edificazioni è stata consentita in una notte, del 1978, con il rilascio contestuale di centinaia di concessioni, per altrettante ville, tutte inizialmente intestate allo stesso soggetto, e tutte confiscate negli anni 2000, per lottizzazione abusiva , (poi assegnate in proprietà al Comune di Palermo per i provvedimenti di conseguenza) , è sintomatico esempio del modo di gestire il territorio cittadino : non fare alcuna scelta , aspettando gli eventi
Del resto non è difforme la situazione dell’intero contesto collinare che circonda la città, Monte Grifone –( Ciaculli); Borgo Molara, Monte Cuccio (Monreale) Benfratelli ( Cruillas) Tommaso Natale e Capo Gallo , caratterizzato da edificazioni e lottizzazioni di dubbia regolarità , in luogo dei previsti piani particolareggiati
Del resto la casistica ufficiale, come detto, si ferma alle ipotesi di autodenuncia
Dal 2004 ad oggi il territorio ha continuato a subire ulteriori trasformazioni e stravolgimenti idonei a modificare il tessuto urbano in modo consistente e ciò è stato possibile perché manca una politica di controllo del territorio per cui il cittadino, di fronte all’incapacità di accertare e sanzionare gli abusi, non teme la pubblica amministrazione ,
Manca altresì una politica di educazione alla tutela dell’ambiente ed al rispetto dei beni comuni
Conclusioni
“Ripartire dalla bellezza” : è questa una delle frasi che più colpisce, nel bellissimo film di Giordana “I Cento Passi “ , quando il protagonista, Peppino
Impastato, guardando dall’alto il suo paese, riflette sulla natura che , vista così’, da lontano, sembra potente ed invincibile, invece così non è ; costante ed incessante è l’azione di trasformazione, e spesso di distruzione , operata dall’uomo .
Quello della “bellezza “, appunto, dovrebbe essere uno dei criteri delle scelte urbanistiche, che, coniugato con le esigenze reali e vive del territorio dovrebbe condurre ad un utilizzo dello stesso rispettoso del sano e regolare sviluppo degli individui e conforme alle necessità della collettività.
A tale criterio di scelta , tuttavia difficilmente l’amministrazione e la politica locale hanno guardato, anteponendovi una gestione frammentaria e poco organica, e come tale poco controllabile, e assoggettando la dimensione urbanistica, anche a livello legislativo, ad esigenze, per lo più economiche o speculative .
La straordinaria eterogeneità degli insediamenti cittadini appare la più evidente rappresentazione di quello che è avvenuto nell’ultimo cinquantennio a Paleremo
Fuori dal “centro storico” (la cui disciplina è affidata ad uno specifico e rigoroso sistema di norme) , si assiste , giornalmente, ad una lotta, oramai impari , tra una residua volontà di tutela delle aree di verde sopravvissute alla speculazione e la sempre più forte spinta edificatoria, erroneamente, vissuta ed intesa in Sicilia ed a Palermo come unica risorsa di sviluppo economico per il paese.
Negli ultimo anni, tuttavia il consumo, disordinato, del suolo si è intensificato e se prima passava attraverso le singole sanatorie edilizie consentite del resto dallo stesso legislatore, negli ultimi anni sono invalse nuove prassi , che hanno finito con il legalizzare comportamenti che altrimenti non lo sarebbero stati
Da quanto fin qui descritto sia pure per sintesi, emerge la necessità per il Comune di Palermo di ridefinire la sua programmazione urbanistica adeguandolo alle trasformazioni che sono intervenute negli ultimi anni , ed elaborando una visione dell’assetto del territorio che tenga conto delle realtà eterogenee che lo caratterizzano dalle periferie, trascurate ed abbandonate ad un perenne degrado, alle zone del centro storico , all’area portuale e costiera , seguendo un’idea organica ed unitaria di città che fino ad oggi, come la “confusione” edilizia dimostra, è mancata
Nadia Spallitta