Sintesi della manovra finanziaria e Cronaca dal Consiglio della seduta di lunedì 30 novembre
“La notte dei paradossi”
<<Il Consiglio Comunale, convocato lunedì 30 novembre alle ore 10 del mattino, ha concluso i suoi lavori all’alba del 1 dicembre con una clamorosa bocciatura dell’assestamento di bilancio proposta dal Sindaco. La manovra rappresentava l’ennesimo atto di indifferenza nei confronti dei bisogni primari della città, tralasciando ancora una volta spese obbligatorie e necessarie per privilegiare, invece, le spese superflue. In particolare, l’assestamento riguardava una variazione di circa 115 milioni di euro, 70 dei quali provenienti dallo Stato ed oggetto di una delibera CIPE del valore complessivo di 150 milioni nel triennio 2009/2011 per spese di investimento.
Altri 40 milioni di euro derivanti da un’anticipazione della Regione per consentire al Comune una liquidità di cassa che evidentemente lo stesso non ha più. Tra le voci di entrata veniva indicato anche il gettito dell’aumento Irpef (900 mila euro circa) relativo all’anno 2006, nonché inverosimilmente le somme derivanti dalla cessione del quinto dei dipendenti comunali. La manovra consisteva sostanzialmente nell’erogare 50 milioni di euro della delibera CIPE a favore dell’AMIA, nel finanziare un aumento di spesa a favore della Gesip per un valore di circa 5 milioni di euro utilizzando i 5 milioni destinati al ricovero dei minori su disposizione del tribunale (spesa obbligatoria che se non affrontata determina debiti fuori bilancio), 2 milioni di euro per il teatro Massimo e 2 milioni di euro per il teatro Biondo (che paga circa 700 mila euro l’anno per l’affitto del teatro Bellini), 1 milione e 300 mila euro per le attività sociali su una richiesta degli uffici di 8 milioni di euro , 6 milioni per spese obbligatorie per anziani-disabili psichici e portatori di handicap , (spese che se non coperte si trasformano in altrettanti debiti fuori bilancio). Circa 400 mila euro per “contributi” natalizi, 100 mila euro per contributi sportivi, 8 milioni di euro per riqualificazione ambientale finanziati dallo Stato con la delibera CIPE e 5 milioni di euro per la manutenzione delle scuole , di fronte ad un fabbisogno di oltre 30 milioni di euro finanziati sempre dal CIPE. Infine altri 300 mila euro per fitti passivi (il Comune paga ogni anno 15 milioni di euro di affitti, contemporaneamente dismette il proprio patrimonio immobiliare e non utilizza gli immobili confiscati ai mafiosi). Sostanzialmente la manovra non chiariva nulla dei rapporti con il programma triennale delle opere pubbliche, soprattutto in relazione alla scelta di investire praticamente l’intero importo dei soldi ministeriali sull’AMIA, di fronte ad un graduale svuotamento dei capitoli relativi agli investimenti (si registra negli ultimi 4 anni una perdita o un mancato utilizzo di almeno 1 miliardo di euro per investimenti in opere pubbliche, inoltre il programma triennale che dovrebbe essere approvato la prossima settimana, del valore di 190 milioni di euro, dovrà essere ridimensionato per circa 20 milioni di euro per debiti fuori bilancio). Infine, una pioggia di piccoli contributi dai 10 ai 50 mila euro nei diversi settori. Le principali criticità di questa manovra erano rappresentate dal fatto che non si coprivano le spese obbligatorie e che le relative somme venivano invece utilizzate o per spese superflue o per altro (vedi somme stanziate per il ricovero dei minori destinate poi alla Gesip), secondo una procedura aberrante che in questi anni ha portato ad una gestione parallela della spesa amministrativa in base alla quale le spese obbligatorie non vengono coperte e le somme derivanti dal trasferimento dello Stato e della Regione servono ad altro. Contemporaneamente, dunque, vengono acquisiti ed erogati servizi obbligatori (ad esempio, gli importi destinati al ricovero dei minori su disposizione del Tribunale non vengono pagati, di conseguenza i fornitori fanno causa e negli anni si arriva ad una sentenza di condanna del Comune con maggiorazione di spese legali ed interessi), si forma il presupposto per il debito fuori bilancio – come può esserlo una sentenza di condanna – e il servizio dopo anni viene pagato in questo modo. Solo con questa manovra alla fine del 2009 si sarebbero formati almeno 12 milioni di euro di debiti fuori bilancio che sarebbero stati pagati poi nel tempo. Un’altra criticità riguardava l’AMIA. In realtà non è ben chiaro quale sarà il futuro di questa azienda, sia perché è in atto una procedura fallimentare, sia perché non si ha la certezza che con questi 50 milioni di euro si risolva la situazione di insolvenza dei vari creditori dell’AMIA stessa (i debiti ammontano a circa 180 milioni di euro), sia perché anche normativamente il Legislatore esclude che dal 2011 in poi questi servizi possono essere gestiti da società partecipate dal Comune, ma devono essere appaltati con gara europea. In altri termini, non si comprende quale sia la manovra più opportuna per salvaguardare i lavoratori di fronte ad un processo di privatizzazione voluto – purtroppo – dal Legislatore nazionale ,e se investire in una società in corso di fallimento il cui contratto col Comune si estinguerà nel 2011 sia la migliore forma di tutela per i lavoratori stessi. In nessuna sede è stata affrontata questa problematica dal momento che il Sindaco non ha mai illustrato e proposto al Consiglio comunale i suoi obiettivi e le modalità di raggiungimento degli stessi. Durante l’arco della molte ore di seduta che hanno alimentato il dibattito, quasi tutti i consiglieri sono intervenuti. Quelli del centrosinistra (Pd-Idv- Un’Altra Storia), dell’Mpa e del Pdl Palermo e Sicilia con interventi critici e contrari alla manovra, difesa fino a tarda notte dal Pdl con gli interventi appassionati di Tantillo, Doriana Ribaudo e Milazzo, appassionati a tal punto da proporre di votare anche gli emendamenti inizialmente predisposti dal centrosinistra e dall’Mpa. Si è arrivati alla situazione paradossale che gli emendamenti proposti dal centrosinistra e ai quali lo stesso centrosinistra rinunciava in vista di un voto contrario sull’intera manovra, venivano fatti propri dal consigliere Tantillo che durante la seduta si è ritrovato tra l’altro per assurdo ad illustrare anche emendamenti della controparte tra i quali anche uno del mio gruppo (Un’Altra Storia) che aveva per oggetto la creazione di una casa albergo per consentire l’alloggio di soggetti privi di altra dimora oppure inseriti nella graduatoria dell’emergenza. In realtà il comportamento del centrodestra era un tentativo di ostruzionismo non riuscito (discutere uno per uno gli emendamenti- circa 1000- al fine di sfiancare l’opposizione), in quanto consapevoli del voto contrario al quale l’Aula si apprestava. Durante il corso del dibattito è oggetto di proposta si scambio (e cioè se si votava l’assestamento si votavano anche gli emendamenti relativi) la posizione di 33 vigili vincitori di un concorso bandito nel 1999 e la posizione di 11 educatrici e insegnanti delle scuole d’infanzia e asili nido aventi diritto alla stabilizzazione presso il Comune, in virtù di una legge finanziaria del 2007. In sintesi, strumentalmente il centrodestra ha legato la bocciatura della manovra finanziaria con la mancata assunzione di questi lavoratori nel tentativo, purtroppo in parte riuscito, di far ricadere sul centrosinistra che bocciava la manovra la mancata assunzione di questi lavoratori. Senonché l’unico emendamento che riguardava i vigili e che aveva ottenuto parere favorevole del ragioniere generale prevedeva uno stanziamento di somme solo per il 2009, circostanza che avrebbe impedito l’assunzione per mancanza di copertura negli anni successivi. Per quanto riguarda le 11 educatrici scolastiche, in un suo intervento lo stesso consigliere Bottiglieri sottolineava che non c’era bisogno di nessun emendamento e manovra finanziaria in quanto esistevano già nel bilancio le economie necessarie a fronteggiare l’assunzione delle lavoratrici, per cui in realtà la manovra di assestamento era ininfluente rispetto alla possibilità dell’Amministrazione di assumere queste lavoratrici. Intorno alle 5 del mattino, dopo aver politicamente e polemicamente espresso un voto di astensione su tutti gli emendamenti – ben pochi del resto erano quelli del centrosinistra considerati ammissibili e finanziabili dal ragioniere generale – con 26 voti contrari 1 astenuto e 17 favorevoli la proposta del Sindaco veniva clamorosamente bocciata con un atto che rappresenta una vera e propria sfiducia della capacità di programmazione del primo cittadino e che dovrebbe simboleggiare la base e il presupposto per le dimissioni di Cammarata. Il centrosinistra resiste, finalmente, alle lusinghe di alcuni emendamenti di favore, piccole prebende, briciole che in passato spesso avevano ammorbidito i toni e consentito manovre altrettanto inaccettabili come quella oggi bocciata. Sicuramente la presenza dell’Mpa e di parte del Pdl dissociato costringe anche i partiti del centrosinistra, finalmente, al loro vero ruolo di opposizione a questa Amministrazione e rende più raggiungibile l’obiettivo auspicato da tanti cittadini, ovvero quello di un azzeramento dell’attuale Amministrazione in vista dell’elezione di un nuovo sindaco. Cammarata, infatti, non ha più i numeri per governare Palermo e di questo deve prendere atto e coerentemente e correttamente rimettere il suo mandato essendo radicalmente mutato il quadro politico che aveva portato alla sua elezione>>.
Nadia Spallitta – capogruppo di Un’Altra Storia