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lunedì, 23 dicembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Dal Comune sospiri di sollievo dopo l’assestamento di bilancio

Atto da 43 milioni di euro per far fronte alla sentenza del Tar che ha annullato l’aumento della Tarsu. Passa, non senza difficoltà, la manovra per riequilibrare i conti dell’ente

PALERMO – C’è sempre l’Irpef al centro del dibattito politico a Palazzo delle Aquile. Il vasto fronte dell’opposizione che va da Un’Altra Storia ai pidiellini ribelli esulta per l’annullamento del raddoppio dell’imposta a partire dal 2010, varato dalla Giunta lo scorso mese di settembre.

“Abbiamo impedito che si facessero pagare ai palermitani gli sprechi e la mala gestione dell’Amia”, dice il capogruppo dei democratici, Davide Faraone, celebrando quella che definisce “la vittoria del Pd e di tutta l’opposizione”.
La delibera per riportare l’imposta al 4 per mille ha trovato il voto favorevole anche dei partiti che sostengono la Giunta. Una scelta “dettata dall’essere venuti a conoscenza della redazione di un nuovo Piano industriale dell’Amia impiantato su una politica di rigore” spiega Doriana Ribaudo, capogruppo dell’Udc a Sala delle Lapidi.

“Al momento – aggiunge – la riduzione dell’Irpef per il 2010 ci è sembrata la decisione più corretta, scelta che non avremmo potuto fare in condizioni diverse, a testimonianza che qui nessuno aumenta tasse per diletto”.
L’adesione dei “lealisti”, in ogni caso, è stata ripagata dalla nuova maggioranza “anomala”, con il sostegno all’assestamento di bilancio.

Una manovra da 43 milioni di euro, approntata dalla Giunta per riequilibrare i conti dopo la sentenza del Tar che ha annullato l’aumento della Tarsu deliberato dall’esecutivo nel 2006.
Resta invece per il momento in vigore l’aumento dell’aliquota Irpef all’8 per mille, che garantirà il gettito da 23 milioni di euro da utilizzare anche per l’adeguamento del contratto di servizio con l’Amia. Il Tar del Lazio, non ravvisando l’incombenza di un danno grave e irreparabile per i cittadini, ha rigettato l’istanza cautelare presentata, assieme al ricorso contro la delibera, da un cartello di associazioni di categoria e di consumatori.

Per Nadia Spallitta, capogruppo consiliare di Un’Altra Storia, “questa decisione, in pendenza del ricorso e alla luce del precedente della Tarsu, non può rappresentare una liberatoria per l’uso dei 23 milioni di euro e in tal senso abbiamo già invitato il ragioniere generale a non disporre alcun pagamento né operazioni finanziarie con utilizzo di queste somme nelle more del ricorso”.
La Spallitta, in ogni caso, non demorde neppure per l’aumento del 2009 e chiede che sia il Consiglio comunale a determinarsi per l’abbattimento a partire già da quest’anno.




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