Fondi europei, questi sconosciuti. La città di Palermo è indietro, molto indietro. Quella pioggia di danari che da Bruxelles piovono sulle aree sottosviluppate del vecchio Continente, sfiora appena la Sicilia che infatti ne utilizza solo una piccola parte. E Palermo brilla per immobilismo. La cartina tornasole è un dato, emblematico, che dimostra tutte le difficoltà di un apparato che non riesce a intercettare risorse. Nel rendiconto di gestione 2009 alla voce entrate (Unione europea, finanziamenti diretti) c’è una posta di 34 mila euro (sì, 34 mila euro).
Sono gli unici arrivati dall’Europa. E perché? <<E’ presto detto – spiega Nadia Spallitta, consigliera di Un’Altra Storia che, con la collega di partito, Antonella Monastra ha presentato una dettagliata interrogazione cui è seguita una risposta deludente e sconfortante – . Se ci sono pochi spiccioli è perché non sono stati attivati i progetti>>. Dalle “carte” che l’amministrazione (all’epoca della risposta era ancora vicesindaco Francesco Scoma) ha inviato all’esponente dell’opposizione emerge che gli unici progetti finanziati per la città riguardano Agenda 2000. Dal 2006 in poi non c’è né alcuno finanziato, quelli di Agenda 2007-2013. <<E non sappiamo nemmeno se ne sono stati presentati – chiosa la Spallitta – . Anzi, dico di più. Siccome alla mia interrogazione non è pervenuto alcun elenco di nuovi progetti devo dedurre che non ne esistono>>. Dalla lista ufficiale dell’ufficio Uripe (quello che appunto si occupa dei progetti comunitari) emerge che fra il 2000 e il 2006 sono stati finanziati e portati a compimento venti progetti. Dalle manutenzioni delle scuole, dalle piste ciclabili ai parcheggi. Certo, lavori che si sono conclusi sostanzialmente da poco tempo proprio perché riferibili a vecchi progetti. <<ma di questo passo – continua la consigliera di Un’Altra Storia – significa che possiamo dire addio alle possibilità di sviluppo della città. Se confrontiamo ciò che hanno fatto paesi come la Spagna ci accorgiamo di quanto siamo indietro e di come oramai sarà difficile se non impossibile riuscire a recuperare le occasioni che abbiamo e stiamo perdendo>>. C’è anche un caso abbastanza paradossale che si è consumato nel 2008 con carte intestate e timbri. Un finanziamento andato perduto per un problema tecnico – amministrativo: mancavano i fondi nell’apposita voce <<cofinanziamenti>> nel bilancio comunale. E così due impianti fotovoltaici nelle scuole Cesareo e Marconi sono andati a farsi benedire benché fossero disponibili 280 mila euro. Si scopre che mancava quella parte (poco più di 80 mila euro) che per regolamento l’amministrazione comunale avrebbe dovuto mettere a disposizione al fine di avviare il cantiere.