Tratto dal Giornale di Sicilia, edizione 12 gennaio 2016 – per il Pdf CLICCA QUI
Ancora non è stato approvato, ma già fa discutere. Il nuovo regolamento per il settimo bando per il recupero del centro storico (i finanziamenti all’edilizia degradata) è uno di quegli argomenti caldi di inizio d’anno. Ieri la conferenza dei capigruppo ha cercato di spostare in avanti le tensioni, accettando la trattazione della delibera nelle sedute di inizio febbraio. La disponibilità è in totale di circa 18 milioni di euro, si tratta di somme residue dei precedenti bandi: 12 milioni di fondi regionali e 6 di mutui contratti dal Comune con la Cassa depositi e prestiti.
Nella bozza di bando all’ordine del giorno, viene stabilito che lo stesso proprietario dell’immobile possa cumulare un contributo in conto capitale (sostanzialmente a fondo perduto) e una parte in conto interessi. Possono partecipare singoli proprietari «anche riuniti in condominio», ma «non imprenditori edili». È espressamente vietata la concessione di contributi «per interventi assimilabili alla manutenzione ordinaria». Per la determinazione della ricchezza familiare si tiene conto del reddito complessivo percepito «nell’anno precedente detratto 3.000 euro per ogni figlio a carico».
Nella attribuzione dei soldi il Comune, «nel rispetto dell’ordine cronologico», riconosce «priorità assoluta ai proprietari residenti». Dopo ordine cronologico e residenza, priorità a «unità edilizia degradate di cui siano state emanate ordinanze di pericolo accertato». Cambiano anche gli importi che si potranno concedere: massimo 220 euro a metro quadrato in conto capitale per interventi di ristrutturazione totale. Contestualmente, gli uffici hanno presentato una modifica regolamentare che rischia di impastoiare la discussione.
Fino a ora è valso il principio che abbia ottenuto i fondi senza completare le opere entro i termini, debba restituirle: tecnicamente è la escussione della fidejussione che si presenta al momento della richiesta. I proprietari fino a ora hanno goduto di diverse proroghe per chiudere i lavori. Ora si inserisce la richiesta di modifica nel senso che «il mancato rispetto dell’ulteriore termine assegnato, implica la revoca della sola quota di contributo ancora non erogata e spesa, sempre che risultino eseguite tutte le opere strutturali e di finitura esterna». Apriti cielo.
Giuseppe Milazzo alza un muro: «Se Forza Italia è un partito serio non dovrà farsi scavalcare da nessuno. Mai più ricatti sul filo di lana come quelli di Orlando sulla Ztl. Non saranno consentite sanatorie a favore di nessun privato. Ad alcuni abbiamo già preteso indietro le somme, perché ad altri dovremmo riservare un diverso trattamento?». Rosario Filoramo, capogruppo del Pd propone una separazione delle questioni: «Bisogna sbloccare al più presto i fondi. Il Consiglio comunale e la giunta agiscano in fretta, evitando così i fastidi retrogusti dell’emanazione del bando in prossimità delle prossime elezioni comunali. Quanto alla modifica, la tratterei a parte visto che ci sono alcuni elementi che vanno approfonditi meglio».
Dall’amministrazione arriva la motivazione di una scelta: «Si tratta intanto di fonti di finanziamento diverse. Ci sono somme bloccate per 6 milioni, sempre che ci siano alcune condizioni precise si sbloccherebbero e darebbero la possibilità di metterli di nuovo in circolazione ed evitando così il rischio di contenziosi». «Non si possono cambiare a distanza di dieci anni le regole del gioco – attacca Nadia Spallitta, consigliera del Pd -. Non si può avere paura dei contenziosi visto che il Comune ne ha per milioni. I privati hanno consapevolmente assunto un obbligo. E ora lo devono rispettare».