Gare pubbliche per gli impianti pubblicitari e tempi certi per la dismissione dei vecchi, creazione di un «ufficio del piano», stop a cartelli sui pali, salvaguardia del decoro del centro storico. Sono alcune delle novità inserite nel regolamento sulla pubblicità e nel piano generale degli impianti, finalmente approvati dal consiglio comunale, per provare a mettere ordine in una materia che attende da 15 anni una regolamentazione. Un affare che finora, pur nel caos esistente, ha fruttato all’amministrazione circa 5 milioni di euro.
Con 21 voti a favore, 16 astenuti e un voto contrario, Sala delle Lapidi ha dato il via libera ieri, dopo 13 sedute, 110 emendamenti presentati (di cui la metà tecnici) e 90 approvati. Hanno votato a favore i consiglieri del Mov139, astenuti Pd e Forza Italia (tranne Giuseppe Milazzo, unico voto contrario). Un’approvazione giunta dopo un duro scontro su un emendamento del Mov139, su indicazione dell’amministrazione, per obbligare il Consiglio ad approvare entro 60 giorni il piano con le cartografie che gli uffici dovranno produrre entro i prossimi 8 mesi. Il presidente dell’aula, Salvatore Orlando: «I cittadini possono stare tranquilli, il Consiglio prende l’impegno di approvare le cartografie molto prima dei 60 giorni previsti».
Le nuove regole non entreranno in vigore subito: entro due mesi sarà costituito l’ufficio del piano, entro i successivi sei mesi bisognerà aggiornare le cartografie, che indicheranno le tipologie di impianti previste, e passare al voto dell’aula. L’innovazione più importante riguarda i bandi per le 14 macroaree che raggruppano gli 81 lotti. Fino ad allora gli impianti autorizzati (per i quali le aziende che li hanno autodichiarati pagano le tasse) resteranno, gli altri saranno rimossi. «Questo atto rompe un sistema – commenta il sindaco Leoluca Orlando – sancisce la vittoria della normale competizione economica sul monopolio. Entro un anno saranno attivate le gare e le imprese potranno misurarsi sulla base della qualità delle proposte».
Per l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano, «è un atto di importanza storica per l’economia della città, che assicurerà il decoro, la fruibilità della bellezza cittadina e nuove entrate finanziarie». Di «bicchiere mezzo pieno – parla il capogruppo del Pd, Rosario Filoramo – Ci aspettavamo un piano della pubblicità e un regolamento migliori, ma abbiamo deciso di partecipare per far in modo che la città si doti finalmente di regole». Per Nadia Spallitta (Pd) «era indispensabile e colma una lacuna ultradecennale segnalata dallo stesso giudice amministrativo. Importante un ordine del giorno che prevede un’armonizzazione col regolamento per l’imposizione fiscale».
Per il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, si tratta di «un atto voluto da tutto il consiglio comunale, per mettere fine a una giungla». Voce fuori dal coro Giuseppe Milazzo, consigliere e deputato di Forza Italia:«È il peggiore regolamento che si potesse fare, non garantisce tempi, lavoratori, attrattività per l’amministrazione comunale,fa solo danni. Si dà proroga ad libitum a chi fa già pubblicità. Prima di vedere una gara ci vorranno almeno tre anni». «Il regolamento non entrerà subito in vigore, ma comunque rappresenta un punto fermo importante. Adesso ci aspettiamo che si parli subito di movida» dicono Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti di Idv
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