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domenica, 24 novembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Integrazione risposta alla Interrogazione sugli spazi di ristoro all’aperto – gazebo

Integrazione risposta alla Interrogazione sugli spazi di ristoro all’aperto – gazebo 

 

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 Interrogazione con risposta scritta

Prot. n. 97                                      Palermo, 27/04/2011
 
OGGETTO: -Spazi di ristoro all’aperto (gazebo) annessi a locali di pubblico esercizio di   somministrazione- 
Visto 
> D.lgs  30 aprile 1992, n. 285 “Codice della Strada” e ss.mm.ii.
Premesso  che 
L’art. 20 del vigente Codice della Strada “Occupazione della sede stradale” prescrive che:
1. Sulle strade di tipo A), B), C) e D) è vietata ogni tipo di occupazione della sede stradale, ivi compresi fiere e mercati, con veicoli, baracche, tende e simili; sulle strade di tipo E) ed F) l’occupazione della carreggiata può essere autorizzata a condizione che venga predisposto un itinerario alternativo per il traffico.

3. Nei centri abitati, ferme restando le limitazioni e i divieti di cui agli articoli ed ai commi precedenti, l’occupazione di marciapiedi da parte di chioschi, edicole od altre installazioni può essere consentita fino ad un massimo della metà della loro larghezza, purché in adiacenza ai fabbricati e sempre che rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga non meno di 2 m. Le occupazioni non possono comunque ricadere all’interno dei triangoli di visibilità delle intersezioni, di cui all’art. 18, comma 2. 
Nelle zone di rilevanza storico-ambientale ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada, i comuni, limitatamente alle occupazioni già esistenti alla data di entrata in vigore del codice, possono autorizzare l’occupazione dei marciapiedi in deroga alle disposizioni del presente comma, a condizione che sia garantita una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria.
4. Chiunque occupa abusivamente il suolo stradale, ovvero, avendo ottenuto la concessione, non ottempera alle relative prescrizioni, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 159 a euro 639.
5. La violazione di cui ai commi 2, 3 e 4 importa la sanzione amministrativa accessoria dell’obbligo per l’autore della violazione stessa di rimuovere le opere abusive a proprie spese, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.
EVIDENZIATO CHE
per giurisprudenza costante e per prassi consolidata, si considera “adiacente” al locale dell’ esercizio la struttura precaria ed amovibile posta anche soltanto sopra o in adiacenza al marciapiede situato davanti al locale dell’esercizio. Ove invece sussista una soluzione di continuità tra la struttura precaria ed amovibile ed i locali (interposizione di una via) l’installazione precaria ed amovibile è ammissibile, fatti salvi gli esiti dell’istruttoria, solamente ove la via interposta sia esclusa dalla viabilità veicolare (zona pedonale).
Le strutture precarie ed amovibili possono essere collocate solo in spazi pedonali protetti (marciapiedi, banchine, zone pedonali o a traffico limitato).
Nel rispetto del Codice della Strada, l’occupazione dei marciapiedi può essere consentita fino ad un massimo della metà della loro larghezza, in adiacenza di fabbricati secondo quanto descritto, e sempre che venga garantita una fascia di rispetto per il passaggio dei soggetti diversamente abili.
Si chiede di conoscere
1. Quante siano le istanze di concessione suolo pubblico e relativa autorizzazione per la collocazione di strutture precarie ed amovibili (gazebo) presentate dal 2007 al 2010, distinti per annualità, specificando;
a. Quante siano state le autorizzazioni concesse, distinte in ordinarie e stagionali;
b. le entrate accertate a fronte di ciascuna concessione di suolo pubblico;
c. le entrate introitate a fronte di ciascuna concessione di suolo pubblico;
d. se sia prevista le revoca dell’autorizzazione in caso di mancato pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, specificandone, eventualmente, le modalità;
e. quale sia la superficie massima autorizzabile, con indicazione dei criteri e parametri adottati;
f. se l’ampliamento della superficie di somministrazione dell’esercizio incida sull’applicazione della TARSU ed in che termini;
g. la durata delle concessioni del suolo pubblico rilasciate previo rilascio del nulla osta da parte del competente Servizio Traffico, e le modalità di rinnovo;
h. quanti siano stati gli eventuali dinieghi espressi dalle competenti autorità, con indicazione delle relative motivazioni;
i. quante siano state le eventuali revoche disposte dalle competenti autorità, con indicazione delle relative motivazioni.
2. Se nel modello dell’istanza di autorizzazione sia opportunamente richiesto di evidenziare nei relativi progetti lo stato attuale e lo stato futuro dell’area interessata e delle strade adiacenti, ed, in particolare:
a. la larghezza del marciapiede pubblico,
b. la disciplina di sosta, con l’effettiva disposizione (in senso parallelo o obliquo), e di divieto della strada oggetto dell’istanza di autorizzazione;
c. la presenza di fermate dei mezzi pubblici (con o senza pensilina), di passaggi pedonali, scivoli per il superamento delle barriere architettoniche, intersezioni stradali (con o senza regolamentazione semaforica), segnaletica stradale, pali di illuminazione, botole di reti di sottoservizi (acquedotto, fognatura, rete elettrica, telefonica, gas), di ingressi anche secondari e/o di sicurezza di uffici pubblici, scuole, siti di interesse storico- artistico, ecc.;
d. se, quale parte integrante del progetto, sussista l’attestazione da parte i tecnici abilitati dell’assenza di divieti o vincoli in ordine alla collocazione della struttura e della conformità della stessa alla normativa vigente sulla salute e sicurezza (illuminazione, areazione, ecc.),  di cui, eventualmente, si chiede copia.
3. Quanti siano, in atto, i c.d. gazebo autorizzati ad essere realizzati sulla carreggiata con indicazione:
a. della strada in cui risultino posizionati con relativi riferimenti urbanistici per l’individuazione dell’area, specificando se trattasi di strada aperta al traffico veicolare;
b. la distanza della struttura del gazebo dal marciapiede situato davanti al locale dell’esercizio, specificando:
i. se sussista un’interposizione di strada,
ii. se la strada eventualmente interposta risulti o meno aperta al traffico veicolare;
c. dei progetti della struttura precaria, di cui si chiede copia, da cui risultino le caratteristiche della stessa rispetto:
i. la tipologia, 
ii. dimensioni (altezza, lunghezza, larghezza, superficie), 
iii. colori, 
iv. caratteristiche della copertura
v. struttura portante (legno, metallo, ecc.),
vi. lati di apertura della struttura,
vii. materiali di chiusura (vetro, plexiglass, ecc.),
viii. pavimentazione amovibile (modalità di ancoraggio al suolo),
ix. distanze da immobili circostanti, alberature, strade;
d. dell’idoneità igienico-sanitaria della struttura riconosciuta sulla scorta della valutazione dell’Autorità sanitaria competente, dei cui atti si chiede copia;
e. della valutazione tecnica del Servizio traffico e della Polizia municipale, di cui si chiede copia;
f. della valutazione tecnica espressa dal Settore Servizi alle Imprese a seguito dei pareri espressi dagli ulteriori competenti Uffici dell’A.C. (Urbanistica e Edilizia privata, Manutenzioni, Centro Storico, Ambiente, ecc.), dei cui atti si chiede copia.
4. Quali siano i requisiti igienico-sanitari minimi richiesti dalle competenti autorità igienico-sanitarie per la somministrazione di alimenti negli spazi di ristoro all’aperto annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione, delle cui note si chiede copia, con indicazione dei relativi riferimenti normativi, in particolare:
a. quale sia la distanza massima autorizzabile intercorrente tra l’area di somministrazione all’aperto (gazebo) e il locale di pubblico esercizio a cui viene annesso;
b. le tipologie consentite di copertura dei tavoli (ombrelloni, tettoie, gazebo, portici, ecc.);
c. i materiali richiesti per la pavimentazione dell’area (legno, cemento, porfido, ecc.);
d. quale sia la disposizione normativa che non consenta e/o limiti la somministrazione di alimenti e bevande all’aperto;
e. con quale nota, di cui si chiede copia, l’ASL abbia vietato la possibilità per i locali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande di svolgere la propria attività negli spazi di ristoro all’aperto.
5. Quali provvedimenti di divieto di somministrazione di alimenti e bevande all’aperto siano stati adottati dall’Amministrazione comunale dal 2007 ad oggi, dei cui atti si chiede copia;
6. Quanti controlli siano stati effettuati dall’Amministrazione Comunale per verificare la corretta collocazione delle strutture precarie (c.d. gazebo) negli anni 2007/2010, distinti per annualità;
7. quanti accertamenti di violazione siano stati posti in essere dal 2007 al 2010, distinti per annualità, con indicazione:
a. dei riferimenti normativi della legislazione violata (codice della strada, igiene e sanità, regolamento edilizio, regolamento del commercio, salute e sicurezza ecc.);
b. delle violazioni accertate (occupazione abusiva del suolo pubblico, o maggiore rispetto a quella consentita, (ad esempio, ampiezza della struttura precaria superiore alla metà del marciapiede sul quale è allocata), mancato rispetto prescrizioni disposte dalle competenti autorità, ecc.);
c. delle sanzioni comminate;
d. delle eventuali sanzioni accessorie disposte (demolizione per il ripristino dei luoghi);
e. delle motivazione dell’ eventuale mancata disposizione da parte delle autorità competenti di un adeguato servizio di accertamento delle violazioni.
8. Quante ordinanze di demolizione per il ripristino dei luoghi siano state emanate con indicazione di:
a. quanti controlli siano stati in seguito avviati per verificare l’ottemperanza alle ordinanze di demolizione e/o alle prescrizioni disposte dalle autorità competenti, con indicazione dei relativi esisti;
b. quante ordinanze di demolizione, con onere del ripristino dei luoghi a carico, siano state eseguite dal soggetto sanzionato;
c. in quali casi l’accertata mancata ottemperanza agli ordini di demolizione, rimessa in pristino, ha comportato l’applicazione dell’art. 650 c.p.
9. Quali siano i tempi, le fasi ed i soggetti coinvolti del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione, in particolare:
a. se, a norma della legislazione vigente i tema di procedimento amministrativo, sia stata istituita una conferenza di servizi, composta dai soggetti competenti ad esprimere i pareri sostitutivi dei rispettivi atti di assenso (Sportello unico delle Imprese, ASL, Servizio Traffico e Polizia Municipale, Urbanistica, Sopraintendenza, Ambiente, ecc.);
b. da quale competente organismo comunale (organo, commissione, ufficio, ecc.) e a fronte di quale regolamentazione vigente viene espresso il parere estetico e di decoro urbano.
10. Se il comune di Palermo si sia dotato del prescritto Piano Urbano del Commercio (P.U.C.), di cui, eventualmente, si chiede copia.
11. Qualora l’Amministrazione Comunale non avesse ancora redatto il Piano Urbano del Commercio previsto dalla normativa vigente, si chiede di conoscere se la Regione Siciliana abbia provveduto alla nomina di un Commissario ad acta per l’adozione del Piano di Urbanistica Commerciale di Palermo e se si sia  provveduto a costituire un apposito gruppo di lavoro al fine di elaborare e redigere il P.U.C., dei cui atti di riferimento si chiede copia.
     
                                                                                         La Capogruppo
                                                                         Nadia Spallitta    
 




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