Interrogazione con risposta scritta
OGGETTO: Discariche a cielo aperto.
PREMESSO CHE
> L’Amministrazione Comunale è tenuta a garantire gli interessi pubblici primari di cui è istituzionalmente portatrice, quali il bene della salute pubblica;
> Ai sensi dell’art. 50, comma 5°, T.U. 267/00, il Sindaco deve adottare tutti i provvedimenti utili e necessari per garantire la salvaguardia della salute ed igiene pubblica: “in particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”;
> La Direttiva Europea n. 98 del 19 novembre 2008 in materia di rifiuti impegna gli Stati membri ad affrontare il problema dei rifiuti alla radice, secondo una gerarchia di interventi che privilegia l’azione preventiva: “fare in modo di produrre meno rifiuti” proseguendo con il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero ed infine lo smaltimento. La trasformazione del sistema di distribuzione di prodotti di largo uso quotidiano attraverso l’adozione di modalità di vendita di prodotti sfusi e alla spina rappresenterebbe, ad esempio, uno strumento per la riduzione degli imballaggi e degli involucri, la cui mancata produzione comporterebbe numerosi vantaggi per la salute e per l’ambiente (riduzione gas serra, risparmio energetico, risparmio materie prime, riduzione produzione rifiuti e relativi costi di smaltimento);
> Decreto ministeriale 22 ottobre 1999, n.460 “Regolamento recante disciplina dei casi e delle procedure di conferimento ai centri di raccolta dei veicoli a motore o rimorchi rinvenuti da organi pubblici o non reclamati dai proprietari e di quelli acquisiti ai sensi degli articoli 927-929 e 923 del codice civile”.
CONSIDERATO CHE
> Continuano a pervenire dalla popolazione innumerevoli denunce per lo stato di abbandono e di degrado igienico-ambientale in cui da troppo tempo versa la città di Palermo. I cittadini seguitano ad assistere in uno stato di disarmante impotenza ad un vero e proprio scempio del territorio di Palermo. Le discariche abusive sono diventate la “naturale” cornice del desolante scenario di numerosi Quartieri, e non soltanto della tanto vituperata periferia. Nel Centro storico, ad esempio, vicino alla Chiesa di San Domenico, in pieno itinerario artistico-monumentale, sono state segnalate vere e proprie discariche di sacchi di immondizia, pezzi di mobili vecchi, rottami e rifiuti vari che risultano ammassati tra la chiesa di Sant’Andrea degli Amalfitani e l’ex Oratorio ad attestare la scarsa frequenza della raccolta dell’immondizia e della pulizia della piazza. E se questo accade in pieno Centro storico, sotto gli occhi sorpresi e sdegnati dei turisti che scattano foto ai cumuli di rifiuti come cartolina-ricordo della città, è facile immaginare, e inevitabilmente constatare, ciò che accade in zone c.d. periferiche come l’Arenella dove è stata ripetutamente, e inutilmente, segnalata la presenza di una discarica a cielo aperto, per non parlare del patologico protrarsi dell’allarmante situazione dello Zen.
> La situazione igienico-sanitaria della città che ne scaturisce, nonostante le ripetute dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale volte ad attestare l’avvenuto ripristino della regolarità nella raccolta dei rifiuti da parte dell’AMIA S.p.A., non accenna a normalizzarsi. I cassonetti di diverse arterie del capoluogo, infatti, continuano ad essere traboccanti di immondizia con crescente presenza di insetti e roditori e correlativo incremento del fenomeno del randagismo, le discariche abusive a cielo aperto si vanno sempre più diffondendo creando un panorama mortificante tanto per i residenti quanto per i turisti che, per tentare di godere del patrimonio artistico-architettonico e monumentale della città, sono costretti a fare la gincana tra cumuli di rifiuti. I roghi di rifiuti e cassonetti appiccati, presumibilmente, da residenti esasperati dal degrado e dall’aria irrespirabile, hanno costellato le notti della trascorsa estate. Una pratica peraltro estremamente pericolosa per l’ambiente e la salute dei cittadini stessi poiché l’incenerimento “fai da te” di rifiuti indifferenziati (sacchetti, carta, vetro, plastica, pneumatici, batterie scariche, elettrodomestici, materassi, mobili vecchi, carcasse, rifiuti speciali, eternit, auto abbandonate trasformate a loro volta in mini-discariche, ecc.) produce enormi quantità di diossina i cui effetti si dispiegano sull’uomo attraverso la respirazione e l’alimentazione e quindi si protraggono nel tempo a seguito della contaminazione dell’acqua e del suolo.
> La condizione di profondo disagio che ne deriva per i cittadini danneggia gravemente anche l’immagine della città di Palermo con rovinose ricadute di carattere turistico ed economico considerato che una città d’arte come il comune di Palermo dovrebbe fondarsi su un economia a vocazione prevalentemente turistica.
SI CHEDE DI CONOSCERE
1) Quali provvedimenti URGENTI l’Amministrazione abbia adottato o intenda adottare per fare fronte all’emergenza igienico sanitaria della città al fine di garantire la tutela della salute della popolazione;
2) Qualora siano state indette conferenze di servizi, tavoli tecnici e/o altre forme procedurali volte a ricercare soluzioni coordinate e congiunte tra i diversi Enti e/o Autorità preposti alla gestione delle emergenze sopra descritte, si chiede:
a) copia dei verbali stilati;
b) gli interventi programmati;
c) l’esito degli interventi concordati eventualmente posti in essere.
3) Se l’Amministrazione Comunale abbia stilato una mappatura dei siti della città sviliti a discariche abusive a cielo aperto di cui, eventualmente, si chiede copia;
4) Quali siano i provvedimenti che l’Amministrazione abbia adottato o intenda adottare per la bonifica e riqualificazione di tali siti con indicazione dei termini ed i costi previsti per gli interventi necessari;
5) Se nelle aree sistematicamente compromesse siano state previste forme particolari di sorveglianza da parte delle autorità preposte e con quali modalità e risultati;
6) Se siano state istituite zone sottoposte a video-sorveglianza, precisando i relativi siti, i costi sostenuti (allegando copia dei bandi di gara e dei relativi atti consequenziali) ed i risultati conseguiti;
7) Quanti interventi siano stati effettuati dall’AMIA S.p.A. durante l’anno per l’eliminazione degli accumuli di rifiuti e materiali vari che ingombrano strade, aree e zone pubbliche o di uso pubblico, ed a fronte di quanti reclami dei cittadini;
8) Quanti verbali siano stati elevati e/o quante siano state le denunce nei confronti di cittadini che non rispettano le fasce orarie e/o i luoghi previsti per il deposito dei rifiuti solidi urbani e/o altre prescrizioni di legge in tema di conferimento rifiuti, ed a fronte di quanti esposti dei cittadini;
9) Rispetto al dilagante fenomeno delle auto abbandonate su pubblica via (spesso utilizzate per commettere reati o esse stesse oggetto di furto) si chiede di conoscere:
a) Quante auto risultino in atto abbandonate sul territorio cittadino, con mappatura distinta per circoscrizione, sulla base delle denunce dei cittadini e degli accertamenti del personale di P.M.
b) Quanti interventi di rottamazione di auto abbandonate siano stati definiti nel corso dell’anno ed a fronte di quanti avvisi di violazione elevati dal personale di P.M.;
c) Quanto tempo intercorra tra l’accertamento della violazione e la rimozione della carcassa dell’auto per il conferimento provvisorio ai centri di raccolta individuati dall’Amministrazione comunale. In considerazione dell’evidente protrarsi dello stazionamento delle carcasse sul suolo pubblico a seguito dell’accertamento da parte degli operatori di P.M. si chiede, inoltre, di conoscere le motivazioni di tale lasso di tempo precisando, “trascorsi sessanta giorni dalla notificazione, ovvero, qualora non sia identificabile il proprietario, dal rinvenimento, senza che il veicolo sia stato reclamato dagli aventi diritto” e senza che il veicolo sia stato conferito negli appositi centri di raccolta, su quale soggetto (proprietario del veicolo o comune) ricada la responsabilità dell’abbandono del veicolo sul suolo pubblico;
d) Copia delle pubblicazioni effettuate ai sensi i degli articoli 928-929 del codice civile, con cui il Sindaco dispone, ove il proprietario del veicolo sia identificabile, la notificazione allo stesso dell’invito a ritirarlo con l’esplicita avvertenza della perdita della proprietà in caso di omissione. La restituzione è subordinata al pagamento delle spese di prelievo, di custodia e del procedimento;
e) Quale sia la ditta preposta alla rimozione delle carcasse ed il relativo costo del servizio, evidenziando le modalità di scelta del contraente (bando pubblico, trattativa privata, di cui si chiede copia degli atti consequenziali);
f) In quali centri di raccolta siano conferite le carcasse, evidenziando le modalità di scelta del contraente (bando pubblico, trattativa privata, di cui si chiede copia dei relativi atti) ed i relativi costi di parcheggio e/o custodia su quale soggetto (proprietario del veicolo o comune di Palermo) siano fatti gravare e le eventuali modalità di rivalsa azionate dall’Amministrazione Comunale;
g) I tempi che intercorrono tra il conferimento della carcassa negli appositi centri di raccolta e la successiva rottamazione, evidenziando su chi gravino i relativi costi di radiazione dal PRA (proprietario del veicolo o comune di Palermo) e le eventuali modalità di rivalsa azionate dall’Amministrazione Comunale;
h) Quali siano le ditte di demolizione preposte al servizio e come siano state scelte (bandi di gara, trattativa privata, di cui si chiede copia dei relativi atti);
i) Le modalità di recupero dei materiali della carcassa, in riferimento a cui si chiede copia dei relativi atti ed in particolare di quelli attestanti la conformità delle suddette operazioni alla vigente normativa ambientale;
j) Un quadro dei costi e ricavi per il comune di Palermo risultanti nel corso dell’anno corrente dall’attività di rimozione, conferimento negli spazi all’uopo destinati, radiazione, demolizione, dismissione e/o vendita dei materiali recuperabili e dall’eventuale azione di rivalsa del comune nei confronti del proprietario. Si chiede, altresì, di conoscere se nel corso del tempo il Comune sia risultato soccombente in contenziosi avviati dai cittadini per la presunta illegittimità della procedura di rottamazione del veicolo.
10) Con quale cadenza siano effettuate le operazioni di bonifica, derattizzazione e disinfestazione, con dati suddivisi per circoscrizioni cittadine;
11) Quali siano i provvedimenti che l’Amministrazione abbia adottato o intenda adottare per rimuovere le cause di tale insostenibile degrado igienico-ambientale ed in particolare si chiede di conoscere:
a) Quali siano state le misure di prevenzione adottate in termini di raccolta differenziata, di riciclo e di riduzione dei rifiuti urbani;
b) Se siano stati posti in essere protocolli o altre modalità d’intesa tra le Istituzioni, Enti interessati, cittadini e operatori economici del settore operativamente volte ad attivare pratiche virtuose di eco sostenibilità ed a diffonderne la cultura;
c) Le modalità attivate di raccolta differenziata (porta a porta, isole ecologiche, campane, cassonetti, ecc.) ed i relativi livelli raggiunti.
Nadia Spallitta Antonella Monastra