È la munnizza, insomma, la vera bestia nera dell’amministrazione comunale. Che siano i sacchetti della spazzatura in fila per tre col resto di due sulle strade cittadine, salotto del centro storico incluso, o la tassa per il suo smaltimento, di questi tempi dai rifiuti per il Comune arrivano sole brutte notizie. Pochi giorni fa, c’era stata la sentenza del Tar che ha annullato la delibera con la quale nel 2006 la Giunta municipale aveva aumentato del 75% la Tarsu. Una decisione illegittima, secondo il tribunale amministrativo, in primo luogo perché di competenza del Consiglio comunale.
La sentenza ha avuto un effetto deflagrante tanto da creare una voragine nei conti del Comune. Un buco da 150milioni di euro circa (50 mln solo per l’esercizio corrente), tanto quanto il gettito degli ultimi tre anni della tassa. Da qui la lettera del ragioniere generale Bohuslav Basile che ha allertato gli inquilini di Palazzo delle Aquile invitandoli ad adottare entro trenta giorni “le misure necessarie per ripristinare il pareggio del bilancio”. Il rischio, in caso contrario, è il dissesto finanziario del Comune. E non solo.
Per Nadia Spallitta la mancata adozione di un provvedimento di riequilibrio “può determinare, ai sensi dell’art. 193 del decreto legislativo n. 267/2000, lo scioglimento del Consiglio Comunale, che rimarrebbe sciolto per i prossimi tre anni”.
L’Mpa ha colto l’occasione per rinnovare la richiesta di dimissioni del sindaco.
“Solo a quel punto – dice il capogruppo autonomista Mimmo Russo – saremmo disponibili ad esperire tutte le iniziative e tutti i tentativi possibili per vedere di come limitare i danni”.