Articolo pubblicato su LiveSicilia
“Il Consiglio comunale dovrà approvare nei prossimi giorni il Bilancio “di previsione” 2015 che registra alcune criticità – dice l’esponente Pd Nadia Spallitta – In primo luogo, nel 2015, aumenta di altri 100 milioni di euro rispetto al 2013 la pressione fiscale e, contestualmente, si riducono le entrate derivanti dall’Unione europea stimate mediamente in soli 2 milioni di euro. Somma irrisoria rispetto alle potenzialità che i fondi europei offrono alle amministrazioni virtuose. Le spese principali rimangono quelle previste per il personale, pari a circa 270 milioni per 8.360 dipendenti (7.346 di ruolo, 1.014 non di ruolo). In realtà a queste spese devono aggiungersi quelle per il personale delle diverse società partecipate. Le spese correnti, su un bilancio di 1,4 miliardi, ammontano complessivamente a 850 milioni circa: sono previste spese per investimenti per soli 334 milioni (parte dei quali provengono da fondi stanziati da anni in relazione a opere mai realizzate), ma in realtà nell’elenco annuale sono previste opere per 228 milioni.
In passivo si chiude anche il Bilancio in relazione ai servizi offerti ai cittadini, che registrano un saldo negativo di 16 milioni di euro. In particolare gli asili nido hanno entrate per 500 mila euro e spese per 4 milioni di euro; gli impianti sportivi entrate per 500 mila euro e spese per 4,5 milioni; il mercato ittico entrate per 170 mila euro e spese per quasi 420 mila euro; il mercato ortofrutticolo entrate per 200 mila euro e spese per 450 mila; i musei entrate per 96 mila e spese per quasi 4 milioni (con una copertura solo del 2,6%); servizi funebri entrate per 1,9 milioni e spese per 5,2 milioni. Gli interessi sui mutui che si pagheranno nel 2015 sono di circa 12 milioni di euro. I contratti di servizio, al netto dell’Iva, costano quasi 300 milioni di euro (10 milioni Amg, 140 milioni Rap, 8 milioni Amap, 98 milioni Amat – per la quale si prevede un aumento di capitale pari a 10 milioni -, circa 4 milioni Palermo Ambiente, circa 12 milioni Sispi e circa 29 milioni Reset). Le entrate che si prevede di conseguire dalla Tari sono pari a 122 milioni di euro.
Alla voce utili netti e dividendi, in relazione alle partecipate, il saldo è pari a zero. Ugualmente irrisorie sono le entrate dall’alienazione di beni comunali, stimati in soli 21 milioni di euro. Altre entrate per 12 milioni di euro derivano dalle urbanizzazioni (mentre restano ferme le 60 mila istanze di condono che comporterebbero entrate per 80 milioni di euro). Entrate per riscossione di crediti, a dimostrazione dell’incapacità dell’Amministrazione di riscuotere, pari a soli 61 mila euro.
Complessivamente fra società partecipate e altri servizi a terzi si prevede un’uscita di 433 milioni di euro. Si prevedono altresì incarichi esterni per 19 milioni di euro. Per beni mobili, macchine e attrezzature paghiamo 15 milioni di euro. Si prevede un ricorso a mutui per ulteriori 13 milioni di euro. Si incrementano i debiti fuori bilancio, pari a quasi 34 milioni (cifra spropositata e inaccettabile) dei quali 24 milioni circa per sentenze che vedono l’Amministrazione soccombente. A questo si aggiungono i 10 milioni di euro accantonati per rischi connessi con il contenzioso. Nel 2015 le utenze del Comune sono circa 20 milioni di euro, anche questa una cifra spropositata. I fitti passivi ammontano a circa 10 milioni di euro”.
“Dall’analisi di questi dati – spiega la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale Nadia Spallitta – emerge in primo luogo che buona parte dei costi sono legati a spese di funzionamento e di personale. Irrisorie sono le risorse per gli investimenti. Al riguardo praticamente nulle le entrate derivanti dall’Unione europea. Elementi che fanno comprendere come manchi una reale capacità di programmazione a medio e lungo termine. Le uniche risorse che l’Amministrazione riesce a reperire derivano dalla pressione fiscale, dall’accensione di mutui e dalle sanzioni amministrative (poco più di 15 milioni, aumentate notevolmente negli ultimi tre anni). Il Bilancio – continua – si presenta ancora una volta ingessato, senza nessuna prospettiva di sviluppo e attività di promozione e rilancio dell’economia locale, alla quale questa programmazione finanziaria non apporta nulla. Ben poco è stato fatto per il sociale ed esigue sono le risorse rispetto al fabbisogno della città, inadeguati gli investimenti in relazione alla scuola. A ciò si aggiunga l’anomalia che il Bilancio, a mio avviso in modo irregolare, nulla dice delle entrate derivanti dalle istituende Ztl. In particolare sembrerebbe che i 30 milioni previsti per i pass d’accesso – conclude – siano direttamente inseriti nel bilancio dell’Amat. Invero l’azienda non ha nessun potere di accertamento o riscossione, e questa entrata – che non convince e non si condivide in nessun modo – in ogni caso avrebbe dovuto essere inserita tra le voci del bilancio”.