MOZIONE
“CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE E A SOSTEGNO DI TUTTE LE DONNE CHE SUBISCONO VIOLENZA DI GENERE”
PREMESSE
La violenza contro le donne è uno dei fenomeni mondiali più devastanti ancora non sufficientemente riconosciuto e denunciato. Esso si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne in tutti i paesi, attraversa tutte le culture, le classi sociali, le etnie, i livelli di istruzione, i livelli economici e tutte le fasce di età; continua a produrre morti, torture e mutilazioni, sia fisiche che psicologiche, sia sessuali che economiche ed è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse. Per secoli è rimasto un problema invisibile, senza nome, anche se molto presente nella quotidianità delle donne.
La scelta del 25 di novembre, come data internazionale della lotta contro la violenza sulla donna, fu un accordo preso dalle partecipanti all’incontro femminista latino-americano e dei Caraibi che si realizzò a Bogotà nel 1981, nel giorno che ricorda l’eccidio delle sorelle dominicane Minerva, Patria e María Teresa Mirabal, avvenuto nel 1960 ad opera della polizia del dittatore Trujillo, che morirono per aver partecipato attivamente nella lotta a favore del loro paese contro la violenza dal regime di Trujillo.
E il 25 novembre 2008, da Niscemi, cittadina siciliana testimone della tragedia di Lorena Cultraro, la quattordicenne uccisa nel maggio dello stesso anno da alcuni suoi coetanei, era partita la staffetta contro la violenza sulle donne che per un anno intero, sino al 25 novembre del 2009, ha visto coinvolte numerose città italiane in manifestazioni, incontri, dibattiti e rappresentazioni teatrali, da Sud a Nord, e si concluderà a Brescia, città dove, nell’agosto 2006, è stata trucidata dal padre la giovane pakistana Hina Saleem.
A queste efferate uccisioni dobbiamo purtroppo aggiungere quella di Sanaa Dafani, la ragazza marocchina di 18 anni uccisa con coltellate alla gola dal padre, contrario alla sua relazione con un italiano di 31 anni a causa della differenza di età, secondo quanto riferito dagli amici della coppia, e della diversa religione.
La morte di Lorena, di Hina e di Sanaa, se pur diversa nelle motivazioni, bene rappresenta il vero significato della violenza di genere che invece nei linguaggi perlopiù adoperati dai media per descrivere un fenomeno di violenza è stato esemplificato come "violenza contro una donna" equivalente di “stupro”.
Questa imprecisione dei termini a volte rivela la volontà di nascondere la vera natura del problema della violenza contro le donne, che risiede nella struttura stessa delle nostre società e nella loro cultura, e non è attribuibile esclusivamente a una patologia individuale o familiare, né allo stupro, né tantomeno ad un problema di sicurezza riconducibile agli immigrati.
Le donne e i movimenti femministi, che ne hanno espresso la valenza politica nel corso dell’ultimo trentennio, hanno insistito sulla lettura della violenza come una conseguenza della disparità di potere tra uomini e donne e come lesione dei diritti di cittadinanza delle donne, e questo concetto è stato raccolto da tutta la legislazione internazionale in materia, per definire violenza contro le donne, come violenza di genere, utilizzata generalmente oggi per indicare la violenza contro le donne in tutte le sue forme.
Il termine “violenza di genere” comprende, infatti, l’insieme delle violenze esercitate contro le donne, in tutte le fasi della loro vita, in ogni contesto – sia privato che pubblico – dal partner o da un ex o da sconosciuti, e operate attraverso tutte le forme di violenza nella sfera familiare (maltrattamenti, violenza sessuale, violenza psicologica, violenza economica), attraverso la violenza sessuale, le mutilazioni genitali femminili, l’uso di acido per sfigurare, il traffico e la prostituzione forzata, la schiavitù sessuale, lo stupro di guerra ed etnico, la violenza sessuale in età infantile, i matrimoni coatti, il femminicidio e l’aborto selettivo, le molestie/ricatti sessuali sul luogo di lavoro, lo stalking, la sterilizzazione forzata, la contraccezione negata, la gravidanza forzata, ecc..
Negli anni novanta si è assistito nella comunità internazionale ad una concentrazione degli sforzi per dare legittimità e riconoscimento al problema.
La definizione ampia e dettagliata di violenza di genere compare per la prima volta in un documento internazionale nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla eliminazione della violenza contro le donne del 1993, primo strumento dei diritti umani internazionali che tratta esclusivamente della violenza contro le donne, un documento che è divenuto il punto di partenza e di riferimento di molti altri processi paralleli europei ed internazionali:
"…ogni atto di violenza fondato sul genere che comporti o possa comportare per la donna danno o sofferenza fisica, psicologica o sessuale, ivi compresa la minaccia di questi atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvengano nel corso della vita pubblica o privata…"
Questa definizione colloca la violenza contro le donne all’interno di uno squilibrio presente e alimentato dall’uso della violenza nel rapporto tra i sessi:
"… la violenza contro le donne è la manifestazione di una disparità storica nei rapporti di forza tra uomo e donna, che ha portato al dominio dell’uomo sulle donne e alla discriminazione contro di loro, ed ha impedito un vero progresso nella condizione delle donne …"
“La violenza contro le donne e le ragazze persiste in ogni continente, paese e cultura. Essa costituisce un alto prezzo da pagare nella vita delle donne, delle loro famiglie e della società nel suo complesso. Molte società proibiscono tale violenza; tuttavia la realtà è che troppo spesso essa è tenuta nascosta o accettata tacitamente”. (Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite – 8 marzo 2007)
Dagli anni ’90 in poi l’ONU, il Consiglio d’Europa e il Parlamento Europeo hanno adottato più risoluzioni per garantire alle donne il diritto alla libertà, all’uguaglianza e alla sicurezza, riconoscendo nella violenza uno strumento lesivo di tali diritti.
In Italia, dopo vari processi sociali e culturali e dopo l’adozione di varie norme, è con l’approvazione del diritto di famiglia nel 1975 che viene abolita l’autorità maritale, cioè la liceità, da parte del coniuge di far uso nei confronti della propria moglie di "mezzi di correzione" e “disciplina”; nel 1981, poi, scompare dal nostro codice il delitto d’onore, che permetteva ai mariti di godere di sensibili sconti di pena nel caso in cui avessero ucciso la propria moglie per infedeltà e il matrimonio riparatore, che consentiva, a chi avesse commesso uno stupro, di vedere estinto il proprio reato qualora avesse contratto matrimonio con la propria vittima. Fino agli anni ’60, infatti, il fenomeno della violenza veniva collocato nella categoria della patologia: da una parte, gli uomini violenti erano visti come dei deviati, dall’altra la donna come corresponsabile della violenza e quindi in qualche modo colpevole.
Ma è solo con l’approvazione della nuova legge sulla violenza sessuale (legge 15 febbraio 1996 n. 66) che si modifica e si abroga quella che era stata la cultura dominante in materia, facendo diventare la violenza sessuale “reato contro la persona e contro la libertà fondamentale” e non più “reato contro la morale e il buon costume”.
E’ del 2001 la Legge 154 sull’allontanamento del familiare violento per via civile o penale, che prevede misure di protezione per le donne in situazione di violenza.
Infine, con l’approvazione del Decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, convertito dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, viene previsto, in particolare, l’introduzione del reato di atti persecutori (c.d. stalking) all’art. 612-bis c.p., inserito nel capo III del titolo XII, parte II del codice penale, nella sezione relativa ai delitti contro la libertà morale.
Le statistiche comunitarie rilevano che la violenza contro le donne rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia di età tra i 16 e i 50 anni. In Italia gli omicidi scaturiti dalla violenza di genere sono anche superiori agli omicidi per mafia: muore una donna ogni tre giorni.
L’indagine ISTAT 2006 “La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia”, commissionata dal Dipartimento delle Pari Opportunità e presentata il 21.02.07, conferma che ancora sono poche le denunce rispetto ai reati compiuti nella realtà. Infatti i dati della ricerca evidenziano come il 31,9% delle donne, della classe compresa fra i 16 – 70 anni, abbiano subito violenza fisica e sessuale nel corso della loro vita. E nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate.
Secondo l’Indagine ISTAT, sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita:
* 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%);
* 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%);
* Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%);
* Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente, ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, e se si considerano solo le donne con un ex partner, la percentuale arriva al 17,3%;
* Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo;
* La violenza fisica più di frequente è ad opera dei partner (12% contro 9,8% da altro uomo);
Dall’analisi di tali statistiche e di tutti i crimini di violenza denunciati, ed in base a quello che hanno rilevato le operatrici dei centri antiviolenza, viene dimostrato che la condotta maltrattante agita dal partner all’interno delle mura domestiche è il fenomeno non solo più diffuso ma anche quello più sottovalutato e di fatto, più facilmente rimosso a livello sociale, anche in considerazione di una mancanza di rete di sostegno culturale, di solidarietà, di aiuti materiali ed economici che favorisca lo svelamento della violenza subita e che dia parola e visibilità al fenomeno.
L’allarme sociale si accende solo per le violenze agite da estranei, ancor più se extracomunitari, anche se sono di gran lunga meno frequenti della violenza domestica.
La violenza agita dal partner all’interno della famiglia o comunque da una persona intima alla donna, si manifesta attraverso:
1. Maltrattamento fisico: ogni forma di intimidazione o azione in cui venga esercitata una violenza fisica su un’altra persona attraverso comportamenti quali: spintonare, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, rompere oggetti come forma di intimidazione, sputare contro, dare pizzicotti, gettare dalle scale, calciare, bruciare con le sigarette, ecc.
2. Maltrattamento economico: ogni forma di privazione e controllo che limiti l’accesso all’indipendenza economica della persona.
3. Violenza sessuale: ogni imposizione di pratiche sessuali non desiderate.
4. Maltrattamento psicologico: la violenza psicologica accompagna sempre la violenza fisica ed in molti casi la precede. È una forma di abuso e di mancanza di rispetto che lede l’identità della donna: convince la donna che non vale niente, la sminuisce nella sua femminilità e sessualità, la offende nel suo aspetto fisico, le attribuisce una eccessiva responsabilità nel menage familiare, viene criticata continuamente nella sua visione del mondo.
5. Stalking: si tratta di una forma di vera e propria persecuzione che si protrae nel tempo e che si compone di una serie di comportamenti tesi a far sentire la vittima continuamente controllata ed in uno stato di pericolo e tensione costante. Ad esempio: seguire la donna nei suoi spostamenti, aspettarla sotto casa, fare incursioni nel posto di lavoro al fine di provocare il suo licenziamento, fare continue telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, danneggiare la macchina o lasciare scritte infamanti nei luoghi frequentati dalla donna, fare minacce di morte.
ATTESO CHE
Nel documento “Verso un Piano di azioni per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini” presentato l’8 marzo 2008 a Napoli e contenuto nel Primo Rapporto prodotto dalla Commissione “Salute delle donne” del Ministero della Salute, “LO STATO DI SALUTE DELLE DONNE IN ITALIA” del marzo 2008, è scritto:
* “La violenza sessuale e domestica è un fenomeno esteso e sempre più rilevante (…)”
* “(…) Solo il 7% delle donne che ha subìto violenza da parte di un partner, lo denuncia. Il sommerso continua, quindi, ad essere la norma. Inoltre, e ben più grave, appare il dato che il 33,9% delle donne che subiscono violenza dal partner e il 24% di quelle che l’ hanno subita da un non partner, non parla con nessuno delle violenze subite. Nel silenzio si consuma la violenza e dal silenzio continua ad essere avvolta”;
* “I danni sulla salute fisica e psichica che la violenza determina sono quindi non prevenibili se non si attivano risorse e soluzioni innovative in grado di spezzare la spirale che incatena in un medesimo destino anche le generazioni future”;
* “(…) Studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza, che oltre ad essere un grave evento traumatico ed un’esperienza intollerabile che annienta il senso di integrità personale, provoca danni di lungo periodo ed è anche fattore eziologico in una serie di patologie rilevanti per la popolazione femminile. Sono stati condotti studi sulle patologie ginecologiche, gastroenterologiche, sui disturbi alimentari, disturbi d’ansia e attacchi di panico. Particolare attenzione è stata data dall’OMS alle patologie mentali e alla depressione. Fra le donne che hanno subito violenza si riscontra anche una maggiore frequenza di suicidio”;
* “La raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1582 del 27.09.2002 e del Comitato Economico del 22.02.2006, hanno invitato gli Stati membri ad adottare misure per la tutela della salute e la sicurezza delle donne. Hanno ribadito il carattere diffuso della violenza domestica contro le donne, che ne subiscono conseguenze a tutti i livelli: casa, salute, comportamento, relazioni sociali, educazione, libertà di vivere la propria vita. Questo fenomeno endemico riguarda tutti i Paesi europei ed è presente in tutte le categorie e classi sociali”;
* “(…) L’Assemblea ha considerato gli atti di violenza domestica come atti criminali e ha invitato gli stati membri ad assumersi l’obbligo di prevenire, istruire e punire gli atti di violenza domestica, offrendo in tal modo una protezione alle vittime. Sono stati sollecitati i governi a mettere in atto politiche efficaci di sensibilizzazione e campagne di informazione per porre la popolazione nella condizione di conoscere ed essere educata sul tema. E’ stata riconosciuta la necessità e l’importanza dell’elaborazione di strategie di intervento collettivo a livello locale per prevenire il fenomeno e dare assistenza alle vittime, nonché è stato sollecitato il miglioramento delle statistiche sulla violenza domestica e l’ aumento delle risorse per sostenere i servizi sociali che trattano il problema della violenza domestica”;
* “In conclusione, per contrastare la violenza generando al contempo un cambiamento culturale e sociale, sono necessarie azioni sinergiche: sensibilizzare e informare, promuovere attività di educazione, di prevenzione e di cura, attivare rapporti fecondi di collaborazione tra le strutture sul territorio”.
CONSIDERATO CHE
La condizione di subordinazione da parte della donna, conseguenza delle vessazioni fisiche e psichiche subite, e la repressione della capacità di autodeterminazione e di valorizzazione dell’autostima, dovute alla continuità dei maltrattamenti, in alcune situazioni è tale da impedirle di parlare e di uscire dalla situazione di violenza.
E la stragrande maggioranza delle donne si rivolge ai centri antiviolenza o alle istituzioni solo quando si rende conto di essere in pericolo di vita o quando viene pregiudica l’integrità psicofisica dei figli, costretti ad assistere agli atti di violenza o, addirittura, a subirla.
Il momento della separazione o della denuncia è quello più delicato e pericoloso per l’incolumità delle donne sia perché la donna molto spesso, per molteplici motivi legati alla mancanza di adeguati strumenti culturali per ribellarsi e contrastare il fenomeno, preferisce rimanere a fianco del partner, sia perché i soggetti che agiscono violenza reiterano le azioni violente arrivando anche all’uxoricidio
La donna maltrattata è di regola, dopo la denuncia, esposta a rischio concreto di subire ulteriori e più gravi violenze e minacce da parte del partner.
La circostanza in cui una donna che viene allontanata da casa, sottoponendola ad un radicale cambiamento e ad uno sradicamento dal proprio ambiente familiare, relazionale, lavorativo e sociale per tutelarne l’incolumità, anche di eventuali figli, rappresenta la prova incontrovertibile del subire violenza e della necessità dell’allontanamento e di tutti gli atti procedurali e giudiziari consequenziali.
I figli minori, testimoni della violenza reiterata agita contro la madre, o molto spesso, loro stessi vittime, sono soggetti danneggiati psichicamente dalla condotta illecita del padre.
I dati elaborati dall’ISTAT mettono in evidenza ciò che i Centri Antiviolenza e le Associazioni di donne dichiarano da molti anni, cioè che il fenomeno è enorme e riguarda tutto il territorio italiano e che per le donne è più facile parlarne se vivono in regioni in cui esistono centri antiviolenza e/o servizi sensibilizzati al tema.
Ma cos’è un centro antiviolenza? Il centro antiviolenza è un luogo in cui le donne che subiscono violenza trovano uno spazio di ascolto, di condivisione e di sostegno delle loro scelte nel rispetto della segretezza e dell’anonimato attraverso una relazione significativa di aiuto con le operatrici del centro.
E’ una struttura composta da un centro d’accoglienza pubblico e da una o più case – rifugio destinate alle donne con eventuali figlie/i minori.
I servizi offerti dal centro antiviolenza sono:
* Colloqui telefonici per individuare i bisogni e fornire le prime informazioni;
* Colloqui d’accoglienza durante i quali si instaura fra l’operatrice e la donna una relazione di fiducia basata sull’empatia e sul riconoscimento della centralità del vissuto della donna stessa. Durante i colloqui si elabora un possibile progetto di uscita dalla situazione di violenza attraverso l’analisi della violenza e la valorizzazione delle risorse sia della donna che del territorio;
* Colloqui informativi di carattere legale sugli strumenti giuridici cui la donna può far ricorso per tutelare i propri diritti;
* Gruppi di auto aiuto, la partecipazione ai quali è liberamente decisa dalla donna o dalle operatrici che l’hanno avuta in accoglienza;
* Affiancamenti, qualora la donna lo richieda, nella fruizione di servizi quali Forze dell’Ordine, visite mediche, colloqui con assistenti sociali, pratiche presso Ufficio del Lavoro, Centro Immigrati o altri luoghi in cui la presenza delle operatrici rappresenti un punto di forza per la donna. Questi momenti sono importanti per realizzare una rete integrata di sostegno indispensabile alla donna per costruire efficaci strategie di uscita dalla situazione di violenza.
Le case – rifugio sono strutture residenziali dedicate a donne e bambine/i vittime di violenza. Vertice metodologico è quello di fornire un luogo “protetto”, fisico e mentale ad un tempo, che favorisca un riattraversamento elaborativo della storia di violenza subita ed al contempo la definizione di un nuovo progetto di vita.
Gli obiettivi generali delle Case – rifugio sono:
* Creare un luogo di ripensamento e progettazione per le donne che necessitano di allontanarsi dalla propria abitazione per ridefinire il loro percorso di vita e quello delle/dei loro figlie/i, potenziando ed integrando il lavoro svolto nel Centro di accoglienza;
* Offrire un servizio di qualità per le donne in difficoltà, in rete con i servizi pubblici (assistenza sociale, scuole, polizia, carabinieri, tribunali, ecc) e privati (associazioni, enti, ecc.), permettendo il disegnarsi di itinerari esistenziali positivi.
L’indirizzo delle strutture è segreto e l’unico riferimento pubblico è quello del Centro di accoglienza.
L’accesso al servizio avviene:
* Trasferimento di chiamata dal servizio di accoglienza telefonica nazionale 1522
* Servizi sociali professionali del comune di appartenenza e/o degli altri comuni del Distretto Socio-sanitario;
* Servizi pubblici componenti le Reti antiviolenza;
* Richiesta diretta dell’utente.
Gli ingressi in struttura sono l’esito di un processo congiunto di valutazione realizzato dall’operatrice del centro di accoglienza e dalla responsabile della casa. Con la donna verrà definito un contratto d’ingresso che dovrà avere un respiro progettuale. E’ prevista una specifica attività di “accompagnamento all’ingresso”, per le donne e per i/le bambini/e che sono seguite dall’équipe della Casa e dal Centro di accoglienza.
CONSIDERATO ALTRESI’ CHE
Appare fondamentale il ruolo attivo dell’Amministrazione Comunale nel supporto all’uscita della violenza attraverso i propri servizi territoriali, con la stipula di convenzione con il Centro di Accoglienza e Antiviolenza, le case rifugio ad indirizzo segreto e le strutture di ospitalità per donne e minori vittime di violenza, peraltro già operanti sul territorio e fondamentali nella lotta alla violenza di genere e nella gestione di percorsi di fuoriuscita dalla violenza intrafamiliare, per la competenza e l’esperienza acquisita in tanti anni di attività, e con la programmazione di linee specifiche dedicati al tema.
Va precisato che i dati citati e riportati nel presente testo relativi alla città di Palermo, nonché indagini e studi e documentazione, sono stati elaborati e forniti dall’Associazione Le Onde Onlus, unico centro antiviolenza operante sul territorio cittadino dal 1992 e responsabile del coordinamento della Rete Antiviolenza della Città di Palermo.
Fanno capo a questa Associazione le attività di formazione e di promozione di progetti di intervento territoriale e di ricerca, attinenti al problema della violenza alle donne che, nel corso degli anni di lavoro, hanno determinato una sensibilizzazione sui temi e una crescente attenzione da parte delle Istituzioni sulle problematiche delle donne in difficoltà.
Nella città di Palermo, inoltre, le associazioni che si sono occupate attivamente di violenza contro le donne e che sono in grado di ospitare nelle “case”, nate e strutturate come case a rifugio ad indirizzo segreto per donne vittime di violenza che rischiano la vita, da sole o con i loro bambini, sono:
Centro accoglienza Le Onde Onlus – Casa delle Moire e Casa di Maia
Associazione Buon Pastore Onlus – Casa Rifugio “Villa Anna”
Centro Padre Nostro “La Tartaruga”
La strutturazione e delle attività condotta dalle Associazioni e dalle componenti la Rete Antiviolenza della città di Palermo, descritte nelle schede di seguito riportate in appendice, vuole essere rappresentativa di tutto il lavoro e l’impegno parimenti messo in campo dai Centri di Accoglienza e dal Centro Antiviolenza cittadini e vuole fornire informazioni su servizi che possono dare aiuto in un momento di crisi dovuta a problemi di maltrattamento e violenze.
TENUTO CONTO CHE:
Le caratteristiche degli interventi praticati dalle Associazioni sopra citate sono qualitativamente efficaci, tanto da essere assunte a modello da altre strutture similari sia nel territorio cittadino che regionale, nonché riconosciute in ambito nazionale ed europeo.
Grazie al lavoro svolto in questi anni dalla Rete, dal Centro Antiviolenza e dalle Case Rifugio ad indirizzo segreto, nonché dalle strutture di ospitalità per donne vittime di violenza, è cresciuta nella nostra Città la cultura sul fenomeno della violenza di genere.
Dal primo gennaio 2008 il Comune di Palermo, per dichiarata carenza di fondi, ha sospeso la convenzione per tutti i servizi di ospitalità offerte dalle Casa rifugio ad indirizzo segreto per donne con o senza figlie/i vittime di violenza.
La mancata convenzione ed erogazione dei fondi al Centro Antiviolenza e dalle Case Rifugio ad indirizzo segreto, nonché dalle strutture di ospitalità per donne vittime di violenza, significa, per l’Amministrazione Comunale, disattendere, in generale, tutte le raccomandazioni, sollecitazioni e richieste disposte dalla normativa esistente a livello nazionale ed internazionale, finalizzati al riconoscimento del fenomeno della violenza e l’adozione di azioni a sostegno delle vittime e di prevenzione.
In particolare, nel territorio cittadino, anche in virtù del Protocollo d’intesa stipulato sia fra i vari Enti ed Associazioni per la Rete Antiviolenza cittadina, sia con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in qualità di territorio pilota per il progetto ARIANNA anche per il trasferimento diretto di chiamate dal 1522 al centro antiviolenza de Le Onde Onlus, significa disattendere l’attuazione di politiche di contrasto alla violenza in famiglia e contro le donne attraverso eventuale percorso a breve o lungo termine, seguito dalle operatrici d’accoglienza, o un percorso terapeutico individuale o di gruppo, affidato alle psicologhe, o, peggio ancora, la possibilità di inserimento in case-rifugio, cioè in un “luogo protetto”, necessario per garantire l’incolumità della donna e dei bambini a rischio, ma soprattutto per favorire alla donna, in uno spazio lontano dallo scenario di violenza, l’elaborazione e la ridefinizione di sé al di fuori del rapporto violento.
RITENUTO CHE
Necessita garantire alla donna:
* sostegno con colloqui di accoglienza e/o sedute di psicologia per favorire il potenziamento dell’autodeterminazione e dell’autostima;
* consulenze giuridiche e risposte giudiziarie immediate da parte degli organi competenti ed adeguate per evitare stalking o atti criminosi;
* protezione per la donna e per eventuali figli minori in case rifugio per l’integrità psicofisica delle vittime;
* allontanamento del partner violento dalla casa e, a seconda della gravità, anche dalla città.
Necessita che, nel caso di violenza agita in presenza di minori, i vari soggetti istituzionali coinvolti riescano a raccordarsi al fine di ottimizzare i tempi e agire tutte le procedure opportune e indispensabili per la tutela dei minori.
Necessita garantire alle donne migranti:
* la legalità del soggiorno di donne straniere vittime di violenza, estendendo l’applicabilità della normativa vigente in materia di immigrazione, per specifiche azioni come l’allontanamento dal nucleo familiare, l’inserimento in strutture di protezione, per richieste di soggiorno finalizzate alla protezione sociale per le vittime di tratta (sulla scorta della quale norma peraltro è stata inserita nel “pacchetto sicurezza” una specifica disposizione di tutela che prevede il rilascio di permesso di soggiorno per motivi umanitari nel caso in cui, a seguito della scelta di sottrarsi alla violenza, la vittima corra un concreto pericolo di vita), per richieste di gratuito patrocinio, per separazione e divorzio.
* garantire l’integrità psico-fisica dei minori, in determinate situazioni caratterizzate da problemi di violenza domestica, autorizzando la permanenza in Italia della madre, in deroga alle altre disposizioni del Testo Unico sull’immigrazione, prevedendo l’inserimento del minore e della madre in una struttura di protezione, attuando tutti gli interventi previsti dai servizi sociali per la rimozione dei traumi.
Necessita individuare o mantenere le linee operative per:
* fornire ai ragazzi adolescenti informazione e gli strumenti culturali per la comprensione e la consapevolezza del fenomeno;
* favorire, attraverso un opportuno coordinamento fra tutte le istituzioni, una più efficace azione di prevenzione e di contrasto dei delitti che si consumano all’interno delle mura domestiche;
* fornire ai soggetti istituzionali coinvolti formazione e aggiornamento permanente.
Necessita garantire ed implementare sul territorio cittadino, senza interruzioni, i servizi fondamentali alle donne che subiscono violenza e ai loro figli, prevedendo annualmente in bilancio le adeguate somme, vincolate esclusivamente al mantenimento di tali servizi.
VISTO
La normativa internazionale e comunitaria, compresa quella italiana, e le iniziative dell’Unione Europea, adottate per combattere la violenza di genere:
* l’Art. 24 della Costituzione Italiana;
* il Codice Penale: art. 600 art. 601 art. 602 art. 609-bis art. 609-ter art. 609-quater art. 609-quinquies art. 609-sexies art. 609-septies art. 609-octies art. 609-nonies art. 609-decies;
* la Legge 29 luglio 1975 n. 405;
* il D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, artt. da 1 a 1-septies, convertito in legge 28 febbraio 1990, n. 39;
* la Dichiarazione del Consiglio del 19 dicembre 1991;
* la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne del 1993;
* il D.P.R. 18 aprile 1994, n. 362;
* la Legge 15 febbraio 1996, n. 66;
* la Direttiva P.C.M. 27 marzo 1997;
* la Direttiva 97/80/CE del Consiglio del 15 dicembre 1997;
* la Circolare 22 aprile 1998 del Ministero della Sanità;
* il D.lgs. 25 luglio 1998, n. 286;
* il D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394;
* la Risoluzione ONU n. 54/134 del 17 dicembre 1999;
* la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000;
* la Legge 4 aprile 2001, n. 154;
* il D.P.R. 18 gennaio 2002, n. 54;
* la Raccomandazione del Consiglio d’Europa Rc. 5, adottata il 30 aprile 2002;
* il D.P.R. 30 maggio 2002 n. 115;
* la Legge 30 luglio 2002, n. 189;
* il D.lgs 9 luglio 2003, n. 215;
* la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU n. 58/147 del 19 febbraio 2004;
* il D.P.R. 16 settembre 2004, n.303;
* il D.P.R. 18 ottobre 2004, n. 334;
* il D.P.R. 19 settembre 2005, n. 237;
* la Risoluzione del Parlamento Europeo del 2 febbraio 2006;
* la Campagna per combattere la violenza contro le donne, ivi compresa quella domestica, adottata e lanciata dal Consiglio d’Europa il 21 giugno 2006;
* la Legge 328/2000;
* la Decisione n. 779 del 20 giugno 2007, con cui si istituisce il Programma Daphne III;
il D.L. “Disposizioni in materia di sicurezza”;
IL CONSIGLIO COMUNALE
impegna
IL SINDACO
e si impegna
Riconoscendo la violenza di genere un attacco all’inviolabilità della persona ed alla sua libertà , al fine di contrastare efficacemente la violenza di genere in linea con i principi sanciti dalla Costituzione Italiana, con la normativa internazionale e comunitaria, compresa quella italiana, con le Risoluzioni dell’ONU, dell’OMS, dell’Unione Europea, ad adoperarsi concretamente, attraverso l’utilizzo dei canali istituzionali, ed adottare tutti i provvedimenti utili e necessari per:
1) Adottare con atto giuntale e come atto di indirizzo da proporre al Consiglio Comunale un programma di interventi sociali mirati al fenomeno della violenza di genere.
2) Istituire un fondo di sostegno alle donne che avviano un percorso di fuoriuscita dalla violenza di genere.
3) Creare, per le donne che avviano un percorso di fuoriuscita dalla violenza di genere, una priorità di accesso agli strumenti di sostegno al disagio sociale già esistenti ed erogati dal Comune di Palermo.
4) Ristabilire e mantenere le stipule delle Convenzioni con il Centro Antiviolenza e le Case Rifugio ad indirizzo segreto cittadini. Garantire la continuità dei servizi proponendo ed adottando un Bilancio di previsione 2009-2011 capace di finanziare in modo completo e senza soluzione di continuità tutti gli interventi posti in essere per combattere la violenza di genere finalizzati al funzionamento, all’espansione e alla valorizzazione delle attività del centro antiviolenza e delle case rifugio;
5) Promuovere tutte le azioni necessarie a migliorare il coordinamento operativo tra il Servizio Sociale Comunale e il Tribunale dei Minori, in stretto raccordo con tutti i servizi competenti per materia.
6) Potenziare i Servizi Sociali operanti sul territorio, con particolare attenzione ai settori coinvolti sia nella lotta alla violenza di genere sia nella gestione degli effetti da essa provocata sulle donne.
7) Riconoscere il valore del prezioso lavoro sociale svolto in questi anni dal Centro Antiviolenza e dalle Associazioni operanti nel territorio cittadino, sia per le attività di aiuto alle donne vittime di violenza ed ai loro figli attraverso l’accoglienza ed il sostegno nella costruzione di nuovi progetti di vita, sia per la realizzazione di progetti di rete quale azione integrata contro la violenza alle donne.
8) Fornire gli strumenti economici per creare le condizioni, attraverso una formazione specializzata e avvalendosi delle competenze ed esperienza dei Centri Antiviolenza e di Accoglienza locali e nazionali, per un accrescimento delle competenze di base e professionali nei servizi pubblici e privati.
9) Fornire gli strumenti economici per elaborare e pubblicare brochure informative rivolte alle donne, con sezioni specifiche in madrelingua dedicate alle donne migranti, contenenti cenni principali sulla violenza contro le donne più in generale e sul fenomeno della violenza in famiglia, e i principali servizi socio-sanitari pubblici e privati e di protezione coinvolti nel trattamento delle situazioni di violenza contro le donne presenti sul territorio, sia quelli che offrono un primo intervento sia i servizi che offrono aiuto per favorire l’uscita dal ciclo della violenza.
10) Istituire un piano d’azione particolare contro la violenza di genere nella donne migranti, tenendo conto della cultura d’origine, per fornire agli operatori dei servizi territoriali che si occupano della problematica, gli strumenti cognitivi ed operativi adeguati nell’assistenza diretta alle donne immigrate e ai minori che denunciano violenza domestica, anche rispetto alla protezione delle donne sfruttate sessualmente ed indotte alla schiavitù.
11) Consentire alle donne di altra etnia con difficoltà linguistiche di avvalersi di una mediazione culturale..
12) Istituire una Consulta Femminile con compiti: a) controllo e valutazione delle azioni del Governo nazionale e locale; b) comprensione e confronto di esperienze e criticità, utili per orientare l’azione formativa e di intervento di tutti i soggetti interessati; c) per la raccolta, l’elaborazione e il monitoraggio dei dati sulla violenza e sui maltrattamenti che, utilizzando gli opportuni indicatori, ne misuri le caratteristiche fondamentali e individui i soggetti più a rischio.
13) Promuovere attività seminariali e formativi rivolti agli operatori ed operatrici di tutti gli enti che intervengono per competenza contro la violenza sulle donne quali servizi sociali e sanitari, pronto soccorsi ospedalieri, forze dell’ordine, associazioni no profit.
14) Promuovere attività di formazione sulla cultura delle differenze destinata a operatori scolastici e dei servizi educativi sia pubblici che privati.
15) Promuovere percorsi di riflessione, dibattiti, approfondimenti, iniziative culturali sulla violenza contro le donne rivolti agli studenti delle scuole di I e II grado, per facilitarne, attraverso la conoscenza del problema, i processi di costruzione dell’identità maschile e femminile e definire modalità relazionali, capaci di rispettare e valorizzare le differenze.
16) Sostenere e/o creare centri di ascolto per gli adolescenti nelle scuole di I e II grado.
17) Promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione sulla violenza contro le donne più in generale e sul fenomeno della violenza in famiglia, nonché dare visibilità a tutte le iniziative attuate nel territorio cittadino sul tema, presso enti e servizi pubblici attraverso la produzione di brochure informative o l’inserimento nei siti web comunali e regionali, per fare emergere il fenomeno della violenza contro le donne e fare crescere una cultura che aiuti a contrastare la violenza contro le donne.
18) Promuovere e sostenere, in raccordo con il Centro Antiviolenza, AUSL e Associazioni sportive corsi di autodifesa rivolti alle donne.
19) Costituirsi come parte civile nei processi relativi a reati di maltrattamento in famiglia, di violenza sessuale e di atti persecutori, ovvero per tutti i casi di violenza di genere o di violenza perpetrata verso le donne per ragioni discriminatorie.
LE CONSIGLIERE
Antonella Monastra (Gruppo Consiliare “Un’Altra Storia”) ______________________
Giovanna Munafò (Gruppo Consiliare PDL) ________________________________
Doriana Ribaudo (Gruppo Consiliare UDC) ________________________________
Nadia Spallitta (Gruppo Consiliare “Un’Altra Storia”) __________________________
APPENDICE
RETE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE ED AI MINORI
DELLA CITTA’ DI PALERMO
Il progetto pilota Rete antiviolenza tra le città Urban Italia, ideato e coordinato a livello nazionale dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità, è nato nel 1998 nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria Urban Italia 1994 – 1999, ed è stato finanziato con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) a titolarità del Ministero delle Infrastrutture. Al progetto hanno aderito le seguenti otto città: Catania, Foggia, Lecce, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma e Venezia quale amministrazione capofila.
La Rete Antiviolenza della città di Palermo, con un Protocollo d’Intesa a carattere sperimentale siglato fra associazioni di donne, gli Enti locali, le forze dell’ordine, l’ASP Palermo – Azienda USL 6, gli ospedali e fra gli organismi che si occupano di animazione territoriale, di sviluppo locale, di orientamento e formazione, si formalizza nel maggio 2006 allo scopo di integrare le azioni realizzate dai singoli enti ed organismi, valorizzandone le specificità e garantendo lo sviluppo di attività congrue ai bisogni rilevati sui differenti aspetti di intervento rispetto alla violenza, in cui siano incluse azioni, progetti o iniziative riconducibili alle aree d’intervento individuate a livello internazionale come maggiormente significative e prioritarie, che abbia come finalità:
1. Raccordare e mettere in rete quanto c’è di operante per combattere la violenza, sia in ambito pubblico che privato, sviluppando procedure e protocolli interni di intervento che permettano un’efficace integrazione negli interventi.
2. Promuovere e stimolare l’assunzione di responsabilità rispetto al tema da parte di tutti i settori coinvolti, soprattutto in ambito pubblico (enti locali e nazionali, servizi sociali e sanitari, mondo giudiziario, forze dell’ordine, ecc.).
3. Promuovere la realizzazione di interventi nelle aree tematiche individuate, a livello internazionale, come necessarie per un approccio significativo al tema. Nello specifico si intende agire rispetto a: Informazione e sensibilizzazione – Supporto e protezione delle vittime – Interventi con gli aggressori in collaborazione con gli organismi che già se ne occupano – Formazione – Ricerca.
Gli organismi componenti la Rete antiviolenza sono:
Arma dei Carabinieri – Comando Provinciale, A.R.N.A.S. Civico di Palermo, ASP Palermo – Azienda USL 6 – Direzione Generale, l’Ateneo di Palermo – C.O.T. Centro Orientamento e Tutorato, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo, l’Azienda Ospedaliera “V. Cervello” di Palermo, Centro Sociale Laboratorio Zen Insieme, Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti “A. Ugo”, Comune di Palermo – Assessorato Attività Sociali, ECAP di Palermo, EISS – Ente Italiano Servizio Sociale Onlus, Le Onde Onlus, M.I.U.R. C.S.A., Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo, Provincia Regionale di Palermo – Assessorato Servizi Sociali, Questura di Palermo, Sicaliani – Coop. Sociale, Tribunale Ordinario di Palermo, Ufficio della Consigliera di Parità regionale.
Le istituzioni e gli organismi sopra elencati, sulla base delle indicazioni fornite dall’ONU, dall’OMS, dall’Unione Europea, dal Governo italiano, dalla Regione Siciliana, dell’esperienza maturata nelle attività della Rete antiviolenza della città di Palermo dall’anno 1998, dei risultati della prima indagine ISTAT su violenze e molestie sessuali, dei dati forniti dalla indagine Urban realizzata nella città di Palermo e delle rilevazioni sul fenomeno realizzate dai singoli enti nell’ambito della loro annuale verifica delle domande di servizio a loro giunte, ritengono opportuno lo sviluppo di iniziative pubbliche e private per contrastare a tutti i livelli il fenomeno della violenza: preventivo, conoscitivo o di sostegno alle vittime di violenza.
Gli obiettivi della Rete sono:
Mettere a punto azioni integrate tra i differenti organismi.
1. Promuovere azioni comuni per affrontare le aree di criticità già individuate (emergenza, sostegno alle donne sole, ecc.) o che emergeranno nell’ambito del lavoro comune.
2. Monitorare le attività realizzate dai singoli organismi ed in comune, valutandone l’impatto, i punti di forza e le criticità.
3. Sviluppare un piano annuale di programmazione condivisa.
4. Promuovere strategie pubbliche di intervento contro la violenza ed azioni specifiche sui problemi rilevati, mettendo a disposizione risorse economiche e umane per lo sviluppo di un sistema cittadino di azioni contro la violenza di genere.
5. Integrarsi con tutti i progetti realizzati a livello regionale o nazionale sul terra della violenza di genere, dopo averne valutato la congruenza con le azioni realizzate a Palermo e l’impatto sul territorio.
6. Coordinare e incrementare la raccolta dei dati sulla violenza.
7. Promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione.
8. Promuovere la ricerca sulle cause, conseguenze, costi e prevenzione della violenza.
Ciascun organismo, attore della Rete antiviolenza della città, si impegna a promuovere, attuare e mettere in rete specifiche azioni di propria competenza.
Centro Antiviolenza LE ONDE O.N.L.U.S.
Il Centro Antiviolenza e di Accoglienza Le Onde inizia la propria attività di accoglienza per donne che subiscono maltrattamenti e/o violenze all’interno dell’U.D.I. nel 1992, avvalendosi dell’esperienza del “Centro di Consulenza Legale e Studi Giuridici” attivo dal 1982 nell’U.D.I. di Palermo, e con cui ancora oggi collabora. Il Consultorio Giuridico che, avvalendosi dell’impegno professionale di cinque avvocate, due penaliste e tre civiliste, offre un servizio gratuito di consulenze civili e penali, a tutela delle donne, per garantire loro sia un aiuto per la soluzione dei problemi in sede giudiziaria ed extragiudiziaria, sia un impegno nell’informazione, nello studio e nell’approfondimento delle questioni di diritto. Si costituisce associazione autonoma nel 1997, prendendo in carico ad oggi più di 6.500 donne, con un percorso che parte dall’accoglienza telefonica della domanda, si sviluppa nei colloqui, si arricchisce delle consulenze psicologiche e legali e si struttura in progetti individuali di vita, fornendo orientamento professionale finalizzato anche ad eventuale inserimento lavorativo, definiti in rete con i servizi operanti sul territorio.
Nel 1997 l’associazione apre una struttura di ospitalità per le donne e per le/i loro figlie/i (10 ospiti) in convenzione con l’Amministrazione Comunale, la “Casa delle Moire”, e dal 2004 gestisce un’altra struttura di ospitalità “Casa di Maia” (6 ospiti), finanziata da fondi regionali sino a dicembre del 2007. Si tratta di strutture residenziali dedicate a donne e bambine/i vittime di violenza il cui indirizzo è segreto. Le Case, il cui ingresso viene valutato dall’operatrice di accoglienza e dalla responsabile della casa, unitamente al servizio sociale di competenza, offrono ospitalità temporanea a donne sole o con bambini per un periodo massimo di sei mesi, che può essere prolungato per atri sei mesi dopo opportuna valutazione del caso, sentito il parere dei servizi sociali territoriali, prevedendo la possibilità di effettuare ingressi urgenti nei casi in cui il rischio per l’incolumità della donna e dei bambini è altissimo. Le Case-rifugio intendono fornire un “luogo protetto”, a garanzia dell’incolumità della donna e dei bambini a rischio, ma soprattutto favorire alla donna, in uno spazio lontano dallo scenario di violenza, l’elaborazione e la ridefinizione di sé al di fuori del rapporto violento.
Tutto il lavoro di accoglienza riguarda il lavoro svolto con le donne in difficoltà che, per propria scelta o su invio, si sono rivolte al Centro per problemi attinenti la violenza di genere. Negli orari di apertura del Centro è stato attivato il centralino telefonico che garantisce la prima accoglienza delle donne, permettendo una prima analisi della domanda e dei bisogni espressi, ed avviare un eventuale percorso a breve o lungo termine, seguito dalle operatrici d’accoglienza, o un percorso terapeutico individuale o di gruppo, affidato alle psicologhe.
Le modalità di finanziamento dell’Associazione Le Onde sono quelle dell’autofinanziamento, realizzato attraverso i contributi delle socie, la stipula di convenzioni con enti pubblici, la realizzazione di progetti specifici. In particolare, le attività del Centro di Accoglienza sono state finanziate in modo discontinuo dalla Provincia Regionale di Palermo, la Casa delle Moire mentre nasce con convenzione del Comune di Palermo. Con finanziamenti della Regione Siciliana (APQ) si è aperta Casa di Maia e si sono garantiti fondi adeguati alla gestione del centro antiviolenza dal 2004 al 2007.
Rilevante nell’attività dell’Associazione sono le linee di finanziamenti dell’Unione Europea.
Determinante in campo cittadino, provinciale e regionale è stata l’attività e l’apporto dato dall’Associazione Le Onde nell’avvio di centri antiviolenza, nella formazione degli operatori, alle indagini e alle azioni di prevenzione nell’ambito della lotta alla violenza di genere.
Fra le molteplici attività ed iniziative svolte dall’Associazione sia a livello cittadino sia a livello nazionale, vanno sottolineate:
* Realizzazione di un iter formativo per l’aggiornamento di 60 operatrici/ori del sociale (pubblico e privato) con l’obiettivo di riqualificare i servizi di primo livello rispetto alla definizione di “progetti di vita” volti al cambiamento in situazioni di disagio femminili, utilizzando fondi comunitari.
* Partecipazione al Programma URBAN (progetto nazionale coordinato dal Dipartimento delle Pari Opportunità, messo in atto in otto città italiane), per la realizzazione di indagini quali-quantitative ed azioni volte alla creazione di una rete antiviolenza tra le città Urban Italia. Le azioni di intervento previste dal Programma, commissionate all’Associazione Le Onde dall’Amministrazione Comunale, si sono sviluppate attraverso: attività seminariali e formativi rivolti ai servizi territoriali quali Questura, Carabinieri, Servizi Sociali, Avvocate, Organismi no profit; indagini territoriali e mappature dei servizi pubblici e privati; incontri di sensibilizzazione; moduli formativi di approfondimento; organizzazione di incontri interistituzionali; elaborazione e diffusione di linee guida di intervento, materiali informativi e statistiche.
* Coordinamento della Rete antiviolenza cittadina a Palermo.
* Aggiudicazione del bando di gara per l’Attivazione di una “rete nazionale antiviolenza” e organizzazione e gestione di un servizio di call center mediante attivazione di un numero verde sperimentale a sostegno delle donne vittime di violenza intra ed extra familiare (GUCE 2005/S 120 – 118610 – del 24/06/2005) e suo riaffidamento per il biennio 2008-2009 da parte della Presidenza Del Consiglio Dei Ministri – Dipartimento Per Le Pari Opportunita’. Il progetto ARIANNA garantisce la gestione di un servizio di accoglienza telefonica mediante il numero di pubblica utilità 1522, multilingue, operante 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, a sostegno delle donne vittime di violenza intra ed extra familiare. Inoltre, il progetto prevede azioni sperimentali di raccordo tra il livello nazionale e quello locale attraverso l’avvio di una Rete Nazionale Antiviolenza, coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, di cui fanno parte anche i territori pilota, tra i quali la Città di Palermo, firmataria di un Protocollo di Intesa con il Dipartimento, in cui indica l’Associazione Le Onde ed il suo centro antiviolenza quale referente locale per il progetto e per il trasferimento di chiamate dal 1522.
* Convenzioni con la Provincia Regionale di Palermo per la gestione di un servizio di ascolto e consulenza socio psicologica.
* Progetti mirati ad azioni specifiche finanziati dal Comune di Palermo, tra i quali LUNA – Libertà CUlture MigrazioNI Accoglienza, finanziato dal Comune di Palermo – Settore Attività Sociali con il quale l’Associazione Le Onde ha realizzato, in lingua araba, francese ed inglese, tre brochure informative sui servizi che intervengono a Palermo contro la violenza alle donne e ai minori; inoltre, ha elaborato quattro schede guida “Accoglienza Donne Immigrate” per operatrici e operatori dei Servizi.
* Progetti condotti a livello nazionale, tra i quali le ricerche azione in tema di violenza realizzate nella regione Abruzzo e nella Regione Basilicata.
* Attività di prevenzione, informazione e formazione nelle scuole di II grado della città.
* Elaborazione e pubblicazione di brochure informative rivolte alle donne, contenenti i principali servizi socio-sanitari, pubblici e privati, di protezione coinvolti nel trattamento delle situazioni di violenza contro le donne presenti sul territorio, sia quelli che offrono un primo intervento sia i servizi che offrono aiuto per favorire l’uscita dal ciclo della violenza.
* Gestione di tre progetti finanziati dalla commissione Europea attraverso il Programma Dafhne della D.G. Giustizia e Affari interni: Iside generare la differenza – (Palermo ZEN – Parigi Cergy Saint Cristophe) N° 98 / 77 /I/ W ; Dal silenzio alla parola: violenza assistita da bambini/e e strumenti di intervento N° 01/166/WC; Helping abusing children N° 2202/062/YC-P; V.e.R.S.O. (violenza e reti sanitarie operative): integrazione di rete N. JAI/DAP/2004-2/054/WY.
* L’associazione è presente nel Forum del Partenariato, deputato alla concertazione con la Regione Siciliana delle linee di programmazione.
Dalla lettura dei dati forniti dall’Associazione Le Onde, nel 2008 hanno contattato la stessa associazione 498 donne di cui 194 seguite in accoglienza, 112 hanno contattato per avere una consulenza legale rispetto alle modalità legali da perseguire per uscire dalle situazioni drammatiche di vita o ad un intervento da attivare attraverso il gratuito patrocinio, mentre 192 donne hanno richiesto soltanto informazioni telefoniche.
Da questi dati si evidenzia ancora che l’84% della violenza è stata agita in famiglia, di cui circa il 64% di violenza fisica, il 15,34% di violenza sessuale e il 41,72% di violenza economica; nella totalità dei casi c’è anche la violenza psicologica finalizzata alla svalutazione della donna e al tentativo di creare una dipendenza.
Un altro dato allarmante emerso è che la violenza di genere agita in famiglia ha come vittime non solo le donne ma anche i figli: nel 93% circa dei casi, uno o più figli sono a loro volta coinvolti direttamente o indirettamente attraverso la violenza assistita che, come dimostrano tutti i recenti studi in questo campo, produce lo stesso impatto e gli stessi effetti drammatici di una violenza direttamente ricevuta. In particolare, su 152 casi di violenza sui figli analizzati, il 14,47% è sottoposto a maltrattamento fisico, il 28,95% a maltrattamento psicologico, il 53,95% a violenza assistita, il 2,63% ad abuso sessuale.
Sede: Palermo – via XX Settembre, 57 tel. e fax 091.327973
e-mail: leonde@tin.it
NUMERO ANTIVIOLENZA DONNA
1522
Il numero 1522, promosso dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fornisce alle donne vittime di violenza un servizio di accoglienza telefonica specializzato (ascolto, analisi della domanda, indicazioni e suggerimenti) e l’orientamento all’accesso ai centri antiviolenza, ai servizi socio-sanitari, alle forze dell’ordine, ed ai servizi del privato sociale, presenti nel territorio, deputati all’aiuto, alla protezione ed al sostegno per l’uscita dalla violenza.
Il servizio multilingue è attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, fornisce una prima risposta alle vittime consentendo un graduale avvicinamento ai servizi con l’assoluta garanzia dell’anonimato.
Il progetto, oltre alla linea 1522, intende realizzare un’azione sperimentale di contrasto al fenomeno della violenza verso le donne su tutto il territorio nazionale, attraverso l’avvio di una Rete nazionale antiviolenza, coordinata dal Dipartimento Diritti e Pari Opportunità.
Per informazioni ed approfondimenti:
www.antiviolenzadonna.it
IL 112 ED IL PRONTO INTERVENTO DEI CARABINIERI
Quando accade una lite furibonda, subisci una violenza sessuale, vieni picchiata, puoi chiamare o fare chiamare da qualcuno i Carabinieri.
Per aderire alle richieste dei cittadini è stato istituito il servizio di PRONTO INTERVENTO capace di garantire, 24 ore su 24, il tempestivo intervento di personale e mezzi dell’Arma per fronteggiare qualsiasi situazione in ogni località del territorio.
Basta chiamare il 112 perché intervengano.
Componendo tale numero gratuito, puoi segnalare la situazione di “crisi” (ad esempio maltrattamenti, violenze sessuali, furti, reati di varia natura) nonché ogni momento che ritieni pericoloso per la tua incolumità e per quella dei tuoi familiari.
Il 112 è collegato con la Centrale Operativa che, ricevuta la segnalazione di pericolo, dispone l’immediato intervento sul posto della più vicina “Gazzella” del Nucleo Radiomobile. I Carabinieri raccoglieranno tutti gli elementi riscontrati ed adotteranno i provvedimenti necessari.
Per le denunzie puoi rivolgerti alla Stazione dei carabinieri più vicina.
Ricordati che per alcuni reati (ad esempio per violenze sessuali e per atti sessuali con minorenni) è necessario che tu sporga querela. Un atto importante che può essere adottato anche in un momento successivo alla violenza. Il termine per presentare querela è di sei mesi, il doppio rispetto a quello ordinario, ciò al fine di consentirti una serena e non emotiva valutazione della più opportuna scelta da compiere. la querela, una volta presentata, prosegue la sua strada giudiziaria indipendentemente dalla tua volontà.
In ogni caso rivolgiti ad un Pronto Soccorso ospedaliero e fatti “refertare” i segni della violenza, dichiarando la loro vera origine; questo è utile per dimostrarla, se decidi di denunziarla successivamente.
LE STAZIONI CARABINIERI
E I NUCLEI OPERATIVI
I Carabinieri hanno il compito di vegliare sulla sicurezza dei cittadini e sulla loro incolumità.
Il maltrattamento e le violenze sono dei reati e come tali rientrano nella competenza dei Carabinieri.
Parlare con i Carabinieri non significa essere “infami”, ma chiedere aiuto a chi può intervenire in tutte quelle situazioni che rappresentano un pericolo per la tua incolumità e per quella dei tuoi familiari.
Denunziare un reato, soprattutto nel caso in cui si ripeta (maltrattamenti familiari in particolare) è il modo per interromperlo e per procedere legalmente contro chi viola la legge.
Se vuoi denunziare una violenza puoi rivolgerti alla Stazione Carabinieri della tua zona (vedi elenco) senza bisogno di un appuntamento. Le Stazioni sono comandi distribuiti su tutto il territorio ed accolgono la tua domanda di aiuto intervenendo tempestivamente in ogni situazione.
Presso le Stazioni Carabinieri sono presenti Ufficiali di Polizia Giudiziaria che saranno a tua disposizione per ogni situazione di “crisi” che vorrai segnalare; si occuperanno di ricevere la tua denunzia e di comunicarla, con le risultanze delle indagini effettuate, all’Autorità Giudiziaria.
Per i fatti più gravi intervengono anche i Nuclei Operativi dell’Arma, reparti con il compito di svolgere le indagini di Polizia Giudiziaria più complesse.
COMANDI CARABINIERI
COMPAGNIA DI PALERMO “PIAZZA VERDI”
Via Mura S. Vito, 1 – 091.261111
COMPAGNIA PALERMO “SAN LORENZO”
Via Perpignano, 350 – 091.400055
ACQUA DEI CORSARI
Via Messina Marine, 600 – 091.6361850
ALTARELLO DI BAIDA
Via Perpignano, 350 – 091.6761358
BORGO NUOVO
Via Perpignano, 350 – 091.403463
BRANCACCIO
Via Messine Marine, 411/b – 091.392000
CRISPI
Via del Carabiniere, 3 – 091.525622
FALDE
Via C. Giordano, 3/d – 091.362603
MEZZO MONREALE
Corso Calatafimi, 92 – 091.488729
OLIVUZZA
Largo Siviglia, 27 – 091.6112244
ORETO
Via dei Picciotti, 49/A, II piano – 091.6218505
PALLAVICINO
Vicolo Mons. Comboni, 19 – 091.6711183
PARTANNA MONDELLO
Via Patroclo, 18 – 091.530521
PORTA MONTALTO
P.zza Marina, 56 – 091.6161423
PORTO
Via F. Crispi, 248 – 091.582962
PRETORIA
Via Torino, 27/d – 091.6168917
RESUTTANA COLLI
Via Villa Barbera, 7 – 091.513661
ROCCA MONREALE
Corso Calatafimi, 812 – 091.6681272
SCALO
Via dei Picciotti, 49/A, I piano – 091.6216389
UDITORE
Via Uditore, 18 – 091.228346
VILLAGRAZIA
V.le Regione Siciliana, 5150 – 091.6307420
POLIZIA DI STATO
IL 113 E L’UFFICIO DIURNO E NOTTURNO PRESSO LA QUESTURA
Quando accade una lite furibonda, subisci una violenza sessuale, vieni picchiata, puoi chiamare o fare chiamare da qualcuno una volante della Polizia.
Basta chiamare il 113 perché intervenga.
Il 113 svolge un servizio di pronto intervento in situazioni di “crisi” (ad esempio durante una lite, un episodio di maltrattamento, violenza sessuale, furti, reati di varia natura). È un servizio che interviene nei momenti che tu ritieni pericolosi per la tua incolumità o per quella delle figlie e dei figli.
Il 113 è un numero di pubblica utilità che svolge un servizio di controllo e repressione della criminalità, su segnalazione telefonica. È attivo 24 ore su 24 e può venire a casa tua, anche se solo in flagranza di reato, cioè quando il reato si sta compiendo. Verrà scritto un verbale dal poliziotto o dalla poliziotta della volante. Verbale che non va confuso con la denunzia. Il 113 può essere chiamato da qualsiasi telefono senza alcun costo.
Se invece vuoi fare una denunzia, puoi rivolgerti direttamente all’Ufficio diurno e notturno presso la Questura. Anche questo ufficio è aperto giorno e notte e lì troveri qualcuno che può ascoltarti ed aiutarti a sporgere querela contro chi ti ha usato violenza. È un ufficio da usare per le emergenze, quando i commissariati di zona sono chiusi.
Ricordati che sporgere una querela è un atto importante, che merita riflessione prima di farlo e che può essere fatta anche in un momento successivo alla violenza; non vi è bisogno di correre alla Polizia, se non in caso di pericolo immediato per sé o per figlie e figli. La querela, una volta sporta, prosegue la sua strada giudiziaria, indipendentemente dalla tu volontà.
In ogni caso, rivolgiti ad un Pronto Soccorso ospedaliero e fatti “refertare” i segni della violenza, dichiarando che sono dovuti a violenza e non a incidenti domestici; questo è molto utile per dimostrarla, se decidi di denunziarla successivamente.
GLI UFFICI DELLA POLIZIA DI STATO
La Polizia ha il compito di aiutare le/i cittadine/i vittime di qualsiasi reato e di svolgere indagini nel merito.
Il maltrattamento e le violenze sono dei reati e come tali vengono trattati dalla Polizia di stato.
È un organismo al tuo servizio, che si occupa di fare rispettare i tuoi diritti, secondo le leggi vigenti in Italia.
Denunziare un reato, soprattutto nel caso in cui si ripeta (maltrattamenti familiari in particolare) è il modo per interromperlo e per procedere legalmente contro chi lo fa.
Presso la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Palermo opera anche l’Ufficio Minori, composto da personale specializzato della Polizia di Stato, che, oltre alla funzione di raccordo con tutti gli enti pubblici presenti nel territorio che si occupano delle delicate problematiche minorili, ha il compito di fornire qualificate risposte in ordine a Violenza e Maltrattamenti in danno di minori.
Se vuoi fare una denunzia perché hai subito una violenza, puoi rivolgerti al Commissariato della tua zona (vedi l’elenco). I Commissariati sono strutture locali della Polizia che operano nel territorio.
Presso la Questura vi è anche una Sezione specializzata contro i reati sessuali. È una sezione che si occupa delle indagini relative ai reati sessuali, violenze e sfruttamento; interviene dopo la denunzia e l’avvio di una procedura giudiziaria. Non è aperta la pubblico, ma si occuperà di riascoltarti e di aiutarti a riproporre la denunzia, delle indagini e del rapporto con la Magistratura.
Per farlo è dotata di personale specializzato.
QUESTURA DI PALERMO
COMMISSARIATI DI POLIZIA
Libertà
Via Gen. Arimondi, 2/q – 091.7213111
Politeama
Via Bentivegna, 58 – 091.7491811
San Lorenzo
Via San Lorenzo Colli, 271/a – 091.6725111
Mondello
Viale Regina Elena, 43 – 091.6845611
Zisa – Borgo Nuovo
Via Noce, 91/93 – 091.6862111
Porta Nuova
Corso Calatafimi, 421 – 091.6561411
Oreto – Stazione
Via Roma, 194 – 091.7438111
Brancaccio
Via F. Pecoraino, 7 – 091.6490900
AZIENDA DI RILIEVO NAZIONALE E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE
OSPEDALI “CIVICO E BENFRATELLI”, “G. DI CRISTINA”, “M. ASCOLI”
Fine istituzionale dell’azienda è l’erogazione, sia in regime di ricovero che in forma ambulatoriale, di servizi e prestazioni di diagnosi e cura delle malattie acute e di quelle che richiedono interventi di urgenza.
L’assistenza ospedaliera è assicurata tramite: il pronto soccorso; il ricovero d’urgenza; il ricovero d’elezione o programmato; il ricovero in ospedalizzazione diurna (day hospital e day surgery).
Le prestazioni di emergenza-urgenza sanitaria medica e chirurgica sono effettuate nelle 24 ore presso i Pronto Soccorso:
Ospedale “Civico e Benfratelli”
Piazza N. Leotta, 4 – tel. 091.6665528/24/90 fax 091.6662620
Ospedale Pediatrico “Giovanni Di Cristina”
P.zza P. Montalto, 2 – tel. 091.6066028
Nei reparti di Pronto Soccorso sono garantiti, oltre agli interventi necessari per la rianimazione e stabilizzazione del paziente critico, il primo inquadramento clinico e l’effettuazione dei primi accertamenti diagnostici strumentali e di laboratorio.
Entrambi i reparti di Pronto Soccorso operano in stretta collaborazione con il Servizio di emergenza Territoriale “118”.
Nelle Unità operative di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Civico e Benfratelli” le donne possono accedere direttamente, senza transitare preventivamente dal pronto soccorso dell’ospedale. L’eventuale ricovero d’urgenza in queste unità operative è disposto dal ginecologo di guardia.
L’A.R.N.A.S. Civico di Palermo, inoltre, si impegna ad adottare le procedure e le istruzioni operative per la presa in carico in emergenza delle donne vittime di maltrattamenti e/o violenze sessuali e ad attivare un “percorso assistenziale” inerente la “presa in carico” della persona che ha subito il maltrattamento e/o violenza sessuale.
Con l’Ospedale G. Di Cristina, si impegna a garantire il diritto dei bambini a essere protetti da ogni forma di violenza, oltraggio o di brutalità fisica o mentale, di abbandono e di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento compresa la violenza sessuale. Il personale si impegna, nell’ambito delle specifiche competenze, ad adottare il protocollo di intervento e le liste di controllo elaborate e condivise per i casi di maltrattamento fisico – incuria – abuso sessuale e a fornire al bambino tutte le prestazioni necessarie ai fini dell’individuazione del maltrattamento e delle situazioni a rischio, che comportano la segnalazione alle autorità competenti e/o ai servizi preposti alla tutela dei minori, partecipando attivamente alla rete antiviolenza costituita nel territorio cittadino.
AZIENDA OSPEDALIERA “VINCENZO CERVELLO”
L’Azienda Ospedaliera “V. Cervello” ha sede in Via Trabucco n. 180 tel. 091.6802111.
L’Azienda ha aderito alla rete cittadina antiviolenza per poter fornire risposte sempre più adeguate ai bisogni dell’utenza che subisce maltrattamento e/o violenza. A tal fine ha individuato come referente aziendale per tali problematiche il Responsabile del Servizio Sociale Aziendale.
Il Servizio Sociale Aziendale è rivolto a studiare, valutare e trattare, in collaborazione con il personale di assistenza, i problemi psico-sociali del/della paziente e/o della persona che si rivolge al servizio, attraverso la formulazione e l’attivazione di piani di intervento volti a valorizzare le risorse personali dell’utente e a promuovere e attivare servizi e prestazioni assistenziali, presenti nel territorio.
In particolare, per quanto attiene la violenza contro le donne e i minori, gli Assistenti Sociali lavorano in collaborazione con i servizi del territorio, ASP Palermo, Tribunale per i Minorenni, con le Associazioni, e con ogni altro Ente o Istituzione possa contribuire ad aiutare chi ha un problema di violenza per trovare la strada migliore per risolverlo. Se vivi un problema di questo tipo, violenza o maltrattamento, puoi rivolgerti al servizio Sociale Aziendale, per ricevere informazioni, sostegno e aiuto, per costruire un percorso di uscita dalla situazione, anche coinvolgendo altri servizi specialistici. Puoi telefonare e concordare un appuntamento, oppure presentarti direttamente al servizio: sarai comunque accolta ed aiutata. L’Assistente Sociale è tenuta sempre al segreto professionale e tu sarai protagonista delle tue scelte che saranno comunque rispettate.
Inoltre presso l’Ospedale puoi rivolgerti anche al pronto soccorso delle UU.OO. Medicina di Accettazione e d’Urgenza e dell’U.O. Ostetricia e Ginecologia. Qui troverai personale medico ed infermieristico che saprà aiutarti ad affrontare il problema della violenza, garantendo la tua privacy. Infatti, attraverso un colloquio personale, sarà in grado di rispondere ai tuoi bisogni e di aiutarti e, se vorrai, potrà metterti in contatto con operatori specializzati, che ti aiuteranno ad uscire dalla violenza.
Pronto Soccorso Medicina di Accettazione e d’Urgenza
Tel. 091,6802720 – Aperto 24 ore
Ostetricia e Ginecologia
Tel. 091.6802566
Servizio Sociale Aziendale
Aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 9,00 alle 14,00
martedì e giovedì pomeriggio solo per appuntamento
Te. 091.6802877 – 091.6802991 – fax 091.6887879
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA
PLICLINICO “PAOLO GIACCONE”
Il problema della violenza sessuale e le ripercussioni che esso ha sulla salute delle donne e dei minori evidenzia l’esigenza di fornire risposte più efficaci da parte di tutti gli attori, sanitari e non, per favorire l’emersione ed il contrasto del fenomeno.
Con questo obiettivo, il Policlinico di Palermo ha attivato un servizio specializzato per la presa in carico di persone vittime di violenze sessuali.
Un gruppo di professioniste/i, costituito da medici ed infermiere/i del pronto soccorso, medici legali, ginecologhe/i ed ostetriche/i, chirurghi e psichiatri saranno pronti ad offrire comprensione, discrezione e competenza.
In caso di violenza sessuale puoi rivolgerti direttamente all’Istituto di Medicina Legale dalle ore 8 alle ore 20 dei giorni feriali ed al pronto Soccorso Ostetrico dalle ore 20 alle ore 8 dei giorni feriali oppure nei giorni festivi.
L’equipe del Policlinico lavora in collaborazione con altre Istituzioni della Rete antiviolenza della città di Palermo, come ad esempio la Polizia, l’ASP Palermo – Azienda USL 6, l’Associazione Le Onde ed altri servizi territoriali.
L’integrazione con la Rete è indispensabile per garantire un aiuto anche dopo l’emergenza e offrire il supporto all’individuazione di un progetto concreto di uscita dalla violenza.
Ostetricia e Ginecologia
Pronto Soccorso Ostetrico
Via Alfonso Giordano, 3 – 091.6552000
Medicina Legale
Via del Vespro, 129 – 091.6553200
COMUNE DI PALERMO
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE
Il Servizio Sociale Professionale del Comune di Palermo fa parte del settore Servizi Socio-Assistenziali – Servizio Assistenza Sociale, che ha sede in via Garibaldi – Palazzo Natale e si occupa dei problemi sociali delle persone che vivono in questa città.
Il Servizio Sociale Professionale è presente in ogni circoscrizione e dispone di personale specializzato – Assistenti Sociali – che intervengono per aiutare chi ha un problema a trovare la strada migliore per risolverlo.
Gli Assistenti Sociali lavorano in collaborazione con i servizi della ASP Palermo – USL 6, con il Tribunale per i Minorenni, con le Scuole e con ogni altro Ente o istituzione possa contribuire alla soluzione del problema.
Se vivi un problema di violenza puoi rivolgerti al Servizio Sociale più vicino per ricevere informazioni, sostegno e aiuto per costruire un percorso di uscita dalla violenza anche coinvolgendo, se serve, altri servizi specialistici.
È bene telefonare e concordare un appuntamento, ma in caso di emergenza sarai comunque accolta.
L’Assistente Sociale è tenuta al segreto professionale e tu sarai protagonista delle tue scelte che saranno comunque rispettate.
L’Assistente Sociale può esserti di aiuto nelle situazioni di violenza, in particolare per quella che avviene tra le mura domestiche.
Centralino 091.7401111 dalle h. 07,30 alle h. 20,00
U.O EMERGENZE SOCIALI
Si occupa di tutta la cittadinanza che si trova in situazione di crisi e in momenti di difficoltà, con particolare attenzione per la tutela dei minori e per le donne che vivono un problema di violenza.
Chiamando il centralino al numero 091.7401111, è possibile contattare 24 ore su 24 gli operatori reperibili del Servizio, pronti a garantire la propria competenza e l’adeguato sostegno.
Sede: c/o 6° Area Circoscrizionale
Via Monte San Calogero, 26-28 091.7407685-86
U.O VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE INTERVENTI PER LA FAMIGLIA – PALERMO EST
Il Servizio è presente nella 1°, 2° e 8° Circoscrizione a sostegno di tutte le problematiche che necessitano di particolare attenzione e aiuto. Il Servizio lavora su mandato dell’Autorità giudiziaria e si occupa della tutela dei minori.
Sede: Via Messina Marine n. 15 091.6217919 091.476773
Indirizzi e i numeri di telefono
del Servizio Sociale di ogni Circoscrizione.
I Circoscrizione: Palazzo Reale – Monte di Pietà – Tribunali Castellammare
Sede: Centro Sociale “Marico” Via Mongitore, 3/b-d – 90134
091.7402408/09/10 fax 091.6518417
II Circoscrizione: Settecannoli – Sperone – Brancaccio – Ciaculli
Sede: Via Messina Marine 15 – 90123
091.6214637 091.62177086 091.6213363
III Circoscrizione: Oreto – Stazione – Villagrazia – Falsomiele
Sede: Via Raiti, 13 – 90128
091.6570442091.6455714
IV Circoscrizione: Altarello – Boccadifalco – Cuba – Calatafimi – Mezzomonreale – Villatasca – Montegrappa – S. Rosalia
Sede: V.le Regione Siciliana, 95 – 90129
091.7402249 091.599236
V Circoscrizione: Borgo Nuovo – Noce – Uditore – Zisa – Passo di Rigano
Sede: Centro Sociale “Città Aperta” Largo Pozzillo – 90135
091.6730714
Sede: Piazzale F. Pirandello, 6 – 90135
091.6735731 091.7404648
VI Circoscrizione: Cruillas – Cep – Resuttana San Lorenzo
Sede: Via Monte San Calogero, 26/28 – 90146
091.7407683-80/88
VII Circoscrizione: Arenella – Vergine Maria – Pallavicino – San Filippo Neri ex Zen – Partanna Mondello – Tommaso Natale – Sferracavallo
Sede: c/o Casa di Riposo ex ONPI Piazzetta della Serenità, 5 – 90151
091.6841190 091.6840897
Sede: Via Cottolengo, 18-20 – 90146
091.6718823 091.6721195
VIII Circoscrizione: Libertà – Montepellegrino – Malaspina – Palagonia – Politeama
Sede: c/o Ospedale E. Albanese Via Papa Sergio I, n. 5 – 90142
091.547588
SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE
ASP Palermo – AZIENDA USL 6
CONSULTORIO FAMILIARE
Il Consultorio è un servizio pubblico dell’Azienda Sanitaria al quale si accede gratuitamente.
In Consultorio troverai: ginecologa/o; ostetrica/o; assistente sociale; psicologa/o. è un equipe di lavoro disponibile ad ascoltarti, darti aiuto ed informarti sui problemi che riguardano:
La salute della donna e della coppia (ad es. procreazione, interruzione della gravidanza, prevenzione delle malattie, esami).
Le relazioni familiari (ad es. tutela delle ragazze madri, dei figli nati fuori dal matrimonio, problemi infantili, adolescenziali o giovanili, problemi di coppia, difficoltà tra genitori e figli, affidamento dei minori, ecc.).
Sono molti i servizi del consultorio, sia per te, sia per le/i minori.
In caso di violenza puoi telefonare e fissare un appuntamento per parlarne ed affrontare i problemi che ne derivano per te e per le/i tue/tuoi figlie/i.
Puoi farti visitare e consigliare sui danni fisici delle violenze sessuali (malattie ad es.).
È un servizio dove trovi solo personale specializzato che può rispondere ai tuoi bisogni e che è in rete con gli altri servizi del territorio.
Il Consultorio è un luogo riservato pensato per le donne, le coppie, le famiglie, i bambini e le bambine.
Telefonando saprai che cosa ti possono offrire e gli interventi vengono fatti garantendo la tua privacy.
Ad un Consultorio ti puoi rivolgere con grande tranquillità per avere l’aiuto che ti serve.
ELENCO CONSULTORI CITTADINI A CUI POTERSI RIVOLGERE
DISTRETTO SANITARIO 10
S. Rosalia – Civico – Medaglie D’Oro – Montegrappa – Palazzo reale – Monte di Pietà – Politeama – Porto – Borgo Vecchio – Tribunali Castellammare
Via Cesalpino, 19 – 90128 091.7037308
Via Roma, 519 – 90139 091.7032236 091.7032235
DISTRETTO SANITARIO 11
Boccadifalco – Altarello – Baida – Danisinni – Indipendenza – Cuba – Calatafimi – Zisa – Pietratagliata – Rocca – Villa Tasca – Mezzomonreale
Piazza P. Micca, 26 – 90137 091.6684608/4171
Piazza Danisinni – 90134 091.6520644
Via Pietratagliata, 50 – 90135 091.599439 – 091.6573113
DISTRETTO SANITARIO 12
Borgo Nuovo – Passo di Rigano – Uditore – Tommaso Natale – Cardillo – Sferracavallo – Noce – Palagonia – CEP – Cruillas
Largo Pozzillo, 7 – 90135 091.7035601 – 091.7035318
Via del Cedro, 6 90148 091.7036781/82
Via N.C.1 n. 3 – 90145 091.7035507/08
Via Monte S. Calogero, 26/28 – 90146 091.7407689 – 091.7407687
DISTRETTO SANITARIO 13
Villaggio Ruffini – Pallavicino – Resuttana – S. Lorenzo – Zen 1 – Zen 2 – Villa Scalea – Partanna Mondello – Libertà – Arenella – Vergine Maria – Montepellegrino
Via Papa Sergio I, 5 c/o Ospedale E. Albanese 091.7036834 – 091.7036821
Via Padre Rosario da Partanna, 7 – 90146 091.7036755 – 091.7036754
Via L. Einaudi, 16 – 90146 091.7036718 – 091.7036715
Via M. D’Azeglio, 6/a – 90143 091.7032174
DISTRETTO 14
Villagrazia – Guadagna – Bonagia – Oreto Nuova – Falsomiele – Settecannoli – Roccella – C.so dei Mille – Brancaccio – Sperone – Oreto Vecchia – Policlinico – Stazione – Lincoln – Università
Via della Vega, 25 – 90124 091.7037280 – 091.7037284
Via Regina Maria di Sicilia, 16 – 90123 091.7037255
Via G. Arcoleo, 25 – 90127 091.7037375 – 091.7037336
E NEL CASO FOSSE UN MINORE?
Ecco a chi chiedere aiuto:
I G.O.I.A.M.
È un gruppo di lavoro che si occupa dell’abuso, della violenza e del maltrattamento sui minori, costituito da uno/una psicologo/a, un/a neuropsichiatra infantile, uno/a psicopedagogista, tre assistenti sociali, referenti della ASP Palermo – Azienda USL 6, del Provveditorato agli Studi e del Comune di Palermo.
È un servizio rivolto alle famiglie, alla scuola, ai/alle minori, ai cittadini, a tutte/i le/gli operatrici/ori che entrano in relazione con i minori.
Opera attraverso un’azione di informazione e sensibilizzazione; accoglie e valuta le segnalazioni di maltrattamento e/o violenza su minori; segnala i casi e mantiene il raccordo con gli Organismi Giudiziari; cura i collegamenti con le risorse del territorio; segue il percorso di aiuto del minore; invia i casi ai servizi territoriali competenti per il trattamento.
IL TRIBUNALE PER I MINORENNI
Via Principe di Palagonia, 135 – 90145
Tel. centralino 091.6866811
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE PER I MINORENNI
Via Principe di Palagonia, 135 – 90145
Tel. centralino 091.6867911
G.O.I.A.M.
(Gruppi Operativi Interistituzionali contro l’abuso e il maltrattamento dei minori)
Via Pietro D’Asaro, 13 091.7496011 091.6127157 091.6129593
Per le emergenze si può telefonare al numero di emergenza 114 – attivo su tutto il territorio nazionale 24 h.
SEDI TERRITORIALI G.O.I.A.M.
G.O.I.A.M. – DISTRETTO 10
Tribunale – Castellammare – Monte di Pietà – Montegrappa – Palazzo Reale – S. Rosalia – Politeama
Presso Servizio Comunale Via P. D’Asaro, 13
091.583072
G.O.I.A.M. – DISTRETTO 11
Altarello – Boccadifalco – Cuba – Calatafimi – Mezzomonreale – Villa Tasca – Zisa – Comune di Belmonte Mezzagno
Presso Servizio Comunale Via P. D’Asaro, 13
091.583072
G.O.I.A.M. – DISTRETTO 12
Borgo Nuovo – San Giovanni Apostolo (ex CEP) – Cruillas – Malaspina Palagonia – Noce – Uditore – Passo di Rigano – Tommaso Natale – Sferracavallo
Via P. D’Asaro, 13
091.6129593
G.O.I.A.M. – DISTRETTO 13
Resuttana – San Lorenzo – Arenella – Vergine Maria – partanna Mondello – Pallavicino – San Filippo Neri (ex Zen) – Libertà – Montepellegrino
c/o Presidio Ospedaliero “E. Albanese” Via Papa Sergio I, 5
091.7036629
G.O.I.A.M. – DISTRETTO 14
Brancaccio – Ciaculli – Settecannoli – Villagrazia – Falsomiele – Oreto – Stazione –
Comune di Villabate
Presso U.O. Consultorio Familiare Via della Vega, 25
091.7037281 091.7037284
UFFICI CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
E PER LE PARI OPPORTUNITA’
La Consigliera di parità intraprende ogni utile iniziativa nell’ambito delle competenze assegnatele dallo Stato ai fini del rispetto del principio di non discriminazione e della promozione delle pari opportunità per lavoratori e lavoratrici.
Sono considerate come discriminazioni anche le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati posti in essere per ragioni connesse al sesso aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore, nonché le molestie sessuali ovvero quei comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, espressi in forma fisica, verbale e non verbale.
Chi intende agire in giudizio per la dichiarazione delle discriminazioni può promuovere il tentativo di conciliazione anche tramite la consigliera di parità territorialmente competente.
La Consigliera di parità ha facoltà di ricorrere innanzi al tribunale in funzione di giudice del lavoro o al TAR su delega della persona che vi ha interesse ovvero di intervenire nei giudizi promossi dalla medesima.
La denuncia deve pervenire alla consigliera in forma scritta ed inviata per posta o via fax.
Deve contenere l’autorizzazione al trattamento dei dati personali del denunciante e l’autorizzazione a contattare il datore di lavoro.
Per ciascuna segnalazione viene attivata una istruttoria secondo le modalità ritenute più idonee al superamento della discriminazione. Gli utenti o le utenti vengono informate di tutte le fasi dell’istruttoria che la riguarda.
Ufficio della Consigliera Regionale di Parità
Assessorato Regionale del Lavoro
Via Imperatore Federico, 70/b
091.7078364 fax 091.7078409
Ufficio della Consigliera Provinciale di Parità
Via Briuccia, 67 091.7079827
fax 091.7054881 cell. 3204294453
Ateneo di Palermo – C.O.T.
Mette in rete i propri servizi di orientamento ed in particolare il servizio di Bilancio delle Competenze e il servizio di Counselling per gli studenti delle scuole medie superiori. Assicura, nei casi segnalati dai partner della rete, l’accoglienza individualizzata dell’utente da parte di operatrici psicologhe esperte in orientamento e con formazione clinica, nei locali del COT con un adeguato supporto tecnico-logistico. Mette in opera un dispositivo di orientamento che accompagni l’utente alla definizione di un progetto formativo – professionale fornendo il supporto necessario per i contatti con altri enti di formazione o di inserimento professionale.
Centro Sociale Laboratorio Zen Insieme
Mette a disposizione le attività laboratoriali che si attuano nei due Centri sociali gestiti nel quartiere, in particolare i Corsi di Informatica e il Corso di Recupero Scolastico per conseguire la licenza media da esterni. Il Laboratorio si impegna di sensibilizzare le donne per prendere coscienza dei propri diritti e per non sottostare alle violenze familiari, ed a estendere tale azione nell’ambito dei componenti la Rete Interistituzionale presente nel quartiere.
Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti "A. Ugo"
Attiva, presso le strutture del centro, i seguenti corsi: licenzia media, diploma di ragioneria (in rete), alfabetizzazione per italiani e stranieri; patente europea di informatica, esami per la patente ECDL, linux, visual basic, reti informatiche, corsi di inglese, di francese e beni culturali. Promuove, attraverso la programmazione PON, azioni rivolte a donne svantaggiate, anche a causa di violenze, percorsi formativi e/o di orientamento con metodologie didattiche adeguate.
ECAP di Palermo
Mette a disposizione il sistema di orientamento al lavoro e alla formazione attraverso gli sportelli multifunzionali dell’ECAP e il sistema della formazione professionale 4 attraverso protocolli di accesso ai percorsi formativi dell’ ECAP.
L’EISS – Ente Italiano Servizio Sociale Onlus
Supporta i percorsi delle donne accolte e/o ospiti attraverso l’utilizzo dei propri servizi di ricerca, studio, formazione, consulenza.
M.I.U.R. C.S.A.
Mette a disposizione il sistema organizzativo degli Osservatori Locali contro fenomeno della Dispersione Scolastica al fine di predisporre il monitoraggio dei fenomeni connessi alla violenza in ogni sua forma, e predispone idonei spazi di formazione -informazione per docenti, genitori e alunne/i.
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo
Collabora, attraverso la disponibilità dei magistrati componenti il pool specializzato in materia di reati di violenza sessuale in pregiudizio di donne e minori, alle attività di ricerca, monitoraggio e sensibilizzazione sul tema; partecipa alla formazione degli operatori del settore; fornisce un costante supporto nei casi di urgenza e pronto intervento; svolge un ruolo di promozione e sostegno del coordinamento dei vari organi ed istituzioni operanti nel territorio.
Provincia Regionale di Palermo – Assessorato alle Politiche Sociali
Mette a disposizione i seguenti interventi che saranno attuati nel territorio provinciale: realizzazione di azioni di informazione e sensibilizzazione rivolta ai bambini, genitori e insegnanti, finalizzati alla prevenzione di fenomeni di bullismo, di violenza e/o maltrattamenti; promozione di azioni di formazione per it personale delle comunità alloggio
per i minori; azioni di presa in carico sia del minore che del recupero del maltrattante.
I Sicaliani – Coop. Sociale
Supporta le attività di rete con le proprie competenze nell’ambito dell’animazione territoriale, della promozione e realizzazione di attività rivolte alle famiglie, degli specifici interventi con le bambine ed i bambini. A tal fine rende disponibili per le azioni di Rete i propri servizi e le risorse umane attiviate sui progetti gestiti dalla cooperativa.
TRIBUNALE ORDINARIO DI PALERMO
Supporta le attività di rete nell’ambito degli interventi di propria competenza. Promuove ed implementa la messa a punto di dispositivi per la segnalazione di comportamenti lesivi della dignità e della sicurezza delle donne che sfuggono nella rilevanza penale. Promuove moduli formativi per formatori del personale dell’Autorità Giudiziaria. Realizza, insieme agli altri partner della rete, campagne di informazione e di sensibilizzazione relativamente al grave problema della violenza alle donne ed ai minori.
ASP Palermo – AZIENDA U.S.L. N. 6
SERVIZIO DI PSICOLOGIA
U.O. RELAZIONI INTRAFAMILIARI
Progetto ARMONIA
Il Centro di Psicologia per la Cura dei Traumi da Abuso sessuale e Maltrattamento denominato “Progetto Armonia” è stato istituito dalla ASP Palermo – Azienda USL 6 all’interno dell’Unità Operativa di Psicologia delle Relazioni Intrafamiliari, in continuità con altri progetti aziendali nati in questi anni per affrontare la tematica sempre più emergente della violenza su donne e bambini (Telefono Donna e GOIAM).
La crescente domanda di assistenza psicologica da parte di soggetti che portano i segni degli esiti post-traumatici di abusi subiti nell’infanzia, spesso mai denunciati e mai curati, e le nuove conoscenze scientifiche nell’ambito degli effetti a medio e lungo termine delle cosiddette “esperienze sfavorevoli infantili” (ESI), ha trovato risposta da parte della Direzione Generale della ASP Palermo – Azienda USL 6, con la istituzione di un Centro di trattamento psicologico rivolto agli adulti.
E’ infatti ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale che gli effetti del trauma psicologico conseguenti all’esposizione al maltrattamento, all’abuso sessuale e alla violenza domestica nell’infanzia, producano delle gravi conseguenze sullo sviluppo psicologico, e adesso sappiamo anche neurobiologico, dell’individuo.
L’essere stati esposti nell’infanzia ad Esperienze Sfavorevoli Infantili, costituisce un importante fattore di rischio nella fase adulta della vita per lo sviluppo di:
1. gravi disfunzioni nelle competenze genitoriali
2. comportamenti violenti e/o abusanti
3. disturbi nella sfera della sessualità
4. dipendenze patologiche
Quindi il Centro, ponendosi in continuità con gli altri Progetti Specialistici della ASP Palermo – Azienda USL 6, Telefono Donna (area prevenzione e sensibilizzazione violenza domestica) e GOIAM si occupa di:
– effettuare valutazioni psicodiagnostiche dei funzionamenti post-traumatici delle vittime adulte e proporre idonei percorsi di trattamento;
– attuare azioni di sostegno psicologico in favore delle vittime anche all’interno del contesto familiare di appartenenza;
– integrare gli interventi di cura con quelli di protezione in collaborazione con i vari partner istituzionali della Rete Antiviolenza cittadina;
– garantire l’assistenza psicologica delle vittime adulte all’interno dei percorsi giudiziari;
– offrire trattamenti psicologici mirati all’elaborazione del trauma anche attraverso l’uso di tecniche specifiche (E.M.D.R.);
– effettuare trattamenti psicologici specialistici anche a minori abusanti previa valutazione psicodiagnostica dell’accessibilità alla cura, sulla base di una progettazione comune con le Istituzioni Giudiziarie, attualmente in corso di formalizzazione.
Al Centro afferisce, inoltre, un progetto formativo e di ricerca in collaborazione con l’UEPE di Palermo.
Al Centro si accede:
– su invio dei Partner istituzionali della Rete Antiviolenza
– su invio dei servizi territoriali della ASP Palermo – Azienda USL 6 (Consultori Familiari, SERT, etc…)
– su richiesta diretta da parte dei soggetti interessati.
Il Centro, ubicato in Palermo, Via Roma 519, è contattabile attraverso il Tel. 800397363.
L’accesso degli utenti al Centro avviene attraverso le modalità e le normative previste dal S.S.N. e comunque è sempre soggetto ad una preliminare valutazione psicodiagnostica che verrà effettuata dagli psicologi dello stesso Centro.
ASP PALERMO – AZIENDA USL 6
TELEFONO DONNA
La prima voce contro la violenza, il maltrattamento, l’abuso psicologico o sessuale.
È un servizio di ascolto, consulenza ed informazione.
Puoi chiamare gratuitamente al numero verde 800.397.363 e parlare dei tuoi problemi legati a situazioni di violenza o a conflitti familiari, con qualcuno che ti può aiutare a capirli e ad affrontarli.
Il servizio telefonico risponde tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 14,00.
Puoi telefonare anche in anonimato, ti risponderanno assistenti sociali e psicologhe/i dell’Azienda Sanitaria 6, pronti a fornirti informazioni, anche legali, sul come uscire da una situazione di violenza ed a metterti in contatto con gli altri servizi presenti a Palermo.
Il servizio è stato pensato ed organizzato dall’Azienda Sanitaria 6 per darti ascolto e sostegno, ma anche per indirizzarti dove possono darti una mano attraverso un colloquio personale, una visita medica, un aiuto economico, ospitalità, ecc..
È un servizio in rete con tutti i servizi pubblici e privati che operano nel territorio.
numero verde
800.397.363
NUMERO VERDE
ANTITRATTA NAZIONALE
800 290 290
Il numero verde antitratta nazionale 800 290 290 è uno degli interventi messi in campo dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la protezione sociale delle vittime della tratta.
I primi destinatari sono le vittime di tratta, soggette ad ogni forma di sfruttamento (sfruttamento lavorativo e sfruttamento sessuale). Inoltre si rivolge a: forze dell’ordine, autorità giudiziaria, servizi socio-sanitari, enti del privato sociale, associazioni di categoria del mondo del lavoro e i privati cittadini che vengono a contatto, hanno attivato e/o intendono instaurare una relazione di aiuto con persone coinvolte nei diversificati ambiti di sfruttamento.
Il numero è un dispositivo per azioni di sistema propedeutiche alla protezione sociale prevista dall’art. 18 D.Lgs. 286/98 e agli specifici programmi di prima assistenza previsti dall’art. 13 Legge 228/03.
Il numero è un servizio telefonico multilingue gratuito ed attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale.
ASSOCIAZIONE BUON PASTORE O.N.L.U.S.
L’Opera del Buon Pastore, nata nel 1829 si è sempre caratterizzata per l’accoglienza di giovani donne in difficoltà e in condizione di emarginazione, e attraverso la sua diffusione nel mondo, ha acquisito una forte esperienza che ha contraddistinto i suoi metodi educativi e formativi.
La metodologia di lavoro dell’Associazione verte sulla pianificazione di progetti educativi individualizzati che hanno l’obiettivo di fornire accoglienza e protezione, sostegno psicologico, spunti educativi e un’adeguata formazione scolastica e/o professionale, al fine di favorire il reinserimento sociale della persona, talora anche in contesti diversi da quello originario, in modo tale da porre le basi di una futura dimensione di autodeterminazione consapevole e libera.
Le finalità dell’Associazione sono:
Recupero alla socialità degli ospiti e ad un armonico sviluppo della loro persona curandone, in particolare:
* L’assolvimento dell’obbligo scolastico;
* La formazione professionale;
* Il collocamento in attività lavorative, in apprendistato o in forma produttiva a seconda delle attitudini, delle capacità e delle possibilità di ognuno, mantenendo continui contatti con aziende e datori di lavoro;
* Il sostegno psicopedagogico, come metodo di intervento per il superamento dei momenti critici dei minori ospiti;
* La responsabilizzazione degli ospiti attraverso possibili modi di compartecipazione alla gestione della vita comune;
* L’uso corretto ed attivo del tempo libero, anche mediante escursioni, gite e soggiorni climatici;
* Il rapporto libero e responsabile sostenuto dal servizio sociale e da mediazione familiare;
* L’apertura alla realtà sociale.
L’Associazione Buon Pastore Onlus di Palermo procede oggi su direttrici che rispondono a situazioni di concreto bisogno della società, rivolgendo la propria attività al piano della formazione scolastica e professionale. L’Istituto Buon Pastore, oggi Associazione, sin dal 1904 ha realizzato i primi corsi di formazione professionale, per donne in difficoltà, in convenzione con il Ministero di Grazia e Giustizia; dal 1950 l’Istituto ha gestito anche corsi di addestramento e qualifica per "maglieriste" e "taglio e cucito", sovvenzionati dal Ministero del Lavoro e della Massima Occupazione; nel 1967 ebbero inizio corsi biennali per "segretari stenodattilografi”.
Per i minorenni inoltre, sempre all’interno dell’Istituto vi erano due moduli distaccati di scuola elementare (oggi Lombardo Radice) e scuola media ( oggi Borsellino).
66Dagli anni 70 ad oggi l’Associazione Buon Pastore Onlus ha mantenuto la continuità nella gestione dei corsi di Formazione Professionale ai sensi della L. 24/76, tendente all’ acquisizione di qualifiche per un successivo inserimento lavorativo e per l’ assolvimento dell’ obbligo scolastico previsto dalla legge.
L’Associazione Buon Pastore dal 2003 al 2006 ha offerto servizi per donne vittime della tratta ex art. 18 D.Lgs. 286/98 attraverso attività di accoglienza e recupero sociale della donna vittima della tratta, secondo i Progetti Arianna, Arianna II, Arianna III, Vite Colorate.
Fino al 31 dicembre 2007, in convenzione con il Comune di Palermo l’Associazione Buon Pastore ha gestito la Casa Rifugio "Villa Anna" che offre tutela e protezione per donne, anche con prole, che sono vittime di maltrattamenti e violenze.
Nell’anno 2007 la Casa Rifugio ha accolto 19 mini nuclei familiari, di cui 7 donne senza prole, per un totale di 43 ospiti.
Da agosto a dicembre 2008, ha accolto 7 mini nuclei familiari per un totale di 20 ospiti.
Degna di rilievo è la modalità di accoglienza della domanda di aiuto, che la stessa Associazione realizza attraverso il Servizio di Pronta Accoglienza Notturna.
Tale servizio trova la sua concretizzazione sia in maniera indiretta che diretta.
Indiretta poiché mediata attraverso l’esistenza di un centralino telefonico attivo 24 ore al giorno, rispondente ai numeri 091/6681181 e 333/2060428. In maniera diretta attraverso li presenza diurna e notturna di un operatrice addetta all’accoglienza, e di un’altra operatrice sempre reperibile.
Alla donna, che da sola o con i figli, di notte, bussa alla porta, viene immediatamente offerta una prima accoglienza presso l’appartamento denominato "Orchidea" sito nel plesso di Villa Maria dell’Associazione Buon Pastore Onlus di Palermo.
Tale appartamento, nel rispetto della normativa vigente, può accogliere 10 persone.
La donna, o il nucleo familiare, con il supporto dell’operatrice di accoglienza si ristora in casa, dove le vengono prestate le cure primarie. Una rapida valutazione dell’operatrice circa le condizioni di salute della donna o dei figli, che in parecchie occasioni sono lattanti, può anche riguardare la necessità di recarsi presso il più vicino Ospedale.
Al mattino seguente la donna incontra l’Assistente Sociale impiegata presso l’Associazione a tempo pieno e la Psicologa Coordinatrice della Casa Rifugio "Villa Anna", al fine di poter accogliere e comprendere la richiesta di aiuto delta stessa, ed il grado di motivazione a permanere presso la Casa Rifugio, ed individuare pertanto la risposta più appropriata ai suoi bisogni. Dopo avere effettuato tale colloquio, si procede al coinvolgimento della rete dei Servizi territoriali sociali e sanitari, della competente Autorità Giudiziaria che può, in sinergia con l’Associazione, elaborare un progetto accoglienza e tutela della donna o del nucleo familiare, in vista di un graduale percorso di autonomia dello stesso. In seguito all’individuazione dei Servizi che formalizzeranno la presa in carico del nucleo, e nel pieno rispetto dei bisogni manifesti latenti della donna si procederà, insieme a lei, all’elaborazione del proprio progetto di vita. La definizione del progetto comporterà per la donna il passaggio presso la Casa Rifugio "Villa Anna’.
Il percorso che la donna o il nucleo attuerà all’interno, ed all’esterno della casa, è finalizzato ad una definitiva uscita dalla condizione iniziale che ha determinato la richiesta di aiuto e la conseguente attivazione dei servizi di supporto, verso una graduale autonomia ed indipendenza. A tal proposito l’Associazione si avvale di uno strumento di supporto alla donna che abbia realizzato concreti e funzionali obiettivi di autodeterminazione e di autonomia, consistente in un appartamento ubicato nel territorio palermitana in cui la stessa, da sola, possa cominciare a compiere un percorso individuale in vista di una definitiva uscita dalla Casa.
Nel biennio 2007/2008 sono state accolte in Pronta Accoglienza, e sotto forma di volontariato, 40 donne successivamente indirizzate ai Servizi territoriali, o accolte presso la Casa Rifugio.
Sede legale: Via Riserva Reale n° 7 – 90129 Palermo
tel. 091.6681181 fax 091.6600447
e-mail: buonpastoreonlus@libero.it
Iscritta all’Albo Regionale degli Enti assistenziali al n. 1740 con D.D.G. n° 1887 del 08.07.2003.
DATI ISTAT PER LA REGIONE SICILIA
Nella Regione Siciliana l´ISTAT stima che il 23,3% delle donne abbia subito una violenza fisica o sessuale (La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia – ISTAT 2006) Roma nel corso della vita, di cui il 11,9% da parte di un partner, ed il 4,8% nel corso dell´ultimo anno (2006). Altro dato di rilievo che emerge è che il 4,3% della popolazione femminile da 16 a 70 anni ha subito forme di violenza sessuale prima dei 16 anni, di cui il oltre il 50%. da parte di parenti o persone conoscenti. Ulteriore evidenza emersa dall´indagine riguarda la violenza sessuale, dove in Sicilia è il 19,8% di donne dai 16 ai 70 anni che dichiara di avere subito una forma di violenza sessuale nella propria vita. A fronte di questi dati la medesima indagine rileva che solo il 2,4% delle donne denunzia la violenza subita nel caso sia stato il partner ad esercitarla e che il 3,4% la denunzia nel caso l´autore non sia il partner.
DONNE CHE SI SONO RIVOLTE AL CENTRO DI ACCOGLIENZA LE ONDE U.D.I. ANNO 2008
GRAFICI RELATIVI AI DATI SOCIO ANAGRAFICI 2008
1: da 0 a 20 anni
2: da 21 a 30 anni
ETA’
3: da 31 a 40 anni
4: da 41 a 50 anni
5: oltre i 50 anni
1: coniugata
STATO
2: separata
CIVILE
3: divorziata
4: vedova
5: nubile
NUMERO
1: O
FIGLI
2: da 1 a 2
3: da 3 a 4
4: più di 4
GRADO
1: analfabeta
DI
2: scuola elem.
ISTRUZIONE
3: scuola media
4: scuola superiore
5: università
DONNE CHE SI SONO RIVOLTE AL CENTRO DI ACCOGLIENZA LE ONDE U.D.I. ANNO 2008
GRAFICI RELATIVI AI DATI SOCIO ANAGRAFICI 2008
1: occupata
2: lavoro saltuar./prec.
LAVORO
3: lavoro nero
4: casalinga
5: disoccupata
6: pensionata
7: studentessa
1: Palermo
RESIDENZA
2: Prov.(PA)
3: Altra provincia
1: consult/serv.terr.
INVIANTI
2: neuro psic. Infant.
3: ASL
4: forze dell’ordine
5: media
6: telefono D/centri
7: passaparola
8: Trib.min/ordinario
DONNE CHE SI SONO RIVOLTE AL CONSULTORIO GIURIDICO
GRAFICI RELATIVI A INFORMAZIONI E CONSULENZE 2008
CONSULENZE
1: cons.penale
LEGALI
2: cons. civile
3: gratuito patrocinio
1: separazione
2: divorzio
3: mantenimento
INFORMAZIONI
4: modif. cond. sep.
5: den. violenza
6: altro
TUTELA
DEI
FIGLI
1: affido
2:tutela min./abuso
3: ric/disc. paternità
CENTRO ANTIVIOLENZA LE ONDE
LETTURA DEI DATI – ANNO 2008
Nel 2008 hanno contattato il Centro antiviolenza Le Onde, 498 donne di cui 194 seguite in accoglienza, 112 hanno contattato per avere soltanto consulenza legale, mentre 192 hanno richiesto soltanto informazioni telefoniche.
La riduzione delle ore dedicate ai colloqui d’accoglienza, dovuta alle difficoltà economiche, attivate nell’ultimo trimestre dell’anno, ha prodotto una riduzione di 7 punti percentuali: il 19% del totale contro il 26% degli altri trimestri; senza questa riduzione il numero delle donne seguite in accoglienza con ogni probabilità sarebbe rimasto sui valori dell’anno precedente.
Anche le informazioni telefoniche sono diminuite, nel 2008 costituiscono il 38,55% del totale delle donne che si sono rivolte al Centro, mentre nel 2007 costituiva il 43,18%.
Donne seguite
percorsi di accoglienza
ritorni per percorsi accogl. o psic
n. donne in accoglienza
144
50
194
47,06%
16,34%
63,40%
solo per cons. legali
ritorni per cons. legali
TOT. DONNE SEGUITE
87
25
306
28,43%
8,17%
donne seguite
informazioni telefoniche
TOTALE
306
192
498
38,55%
61,45%
E’aumentata l’età media delle donne che si sono rivolte al Centro, in particolare, la fascia da 21 a 30 anni nel 2007 costituiva il 19% mentre nel 2008 rappresenta l’11,43 quindi una notevole diminuzione di donne nella fascia giovane, mentre le donne dai 30 ai 50 anni nel 2008 rappresentano il 65% e nel 2007 erano il 57%.
Età
meno di 20 anni
da 21 a 30 anni
da 31 a 40 anni
da 41 a 50
da 51 e oltre
dati rilevati
5
32
95
87
61
280
1,79%
11,43%
33,93%
31,07%
21,79%
Per quanto riguarda lo stato civile delle donne, circa il 53% sono coniugate, le divorziate e le separate costituiscono il 23% ed è aumentato rispetto all’anno precedente il numero delle donne nubili: 21,75% contro il 19,24% nel 2007.
Stato civile
coniugata
separata
divorziata
vedova
nubile
dati rilevati
151
50
16
6
62
285
52,98%
17,54%
5,61%
2,11%
21,75%
Più della metà delle donne hanno da 1 a 2 figli e circa un quarto ha da 3 a 4 figli, tutto ciò in accordo con i risultati degli anni precedenti.
Numero di figli
0
da 1 a 2
da 3 a 4
più di 4
dati rilevati
41
162
71
8
282
14,54%
57,45%
25,18%
2,84%
Circa il 47% ha frequentato la scuola elementare o media; rispetto all’anno precedente è aumentato di circa 4 punti percentuali il numero di donne che hanno una istruzione superiore ed è pure aumentato il numero di donne con una istruzione universitaria.
Grado di istruzione
analfabeta
scuola elem.
scuola media
scuola superiore
università
dati rilevati
1
27
72
73
37
210
0,48%
12,86%
34,29%
34,76%
17,62%
Essendo aumentata la percentuale di donne con una istruzione superiore o universitaria, anche il dato che si riferisce all’occupazione presenta delle variazioni: in particolare, le donne occupate passano dal 40% al 45% anche se ad aumentare è soprattutto il lavoro saltuario/precario che dal 5,77% del 2007 passa al10,40% nel 2008;diminuiscono,inoltre, le casalinghe e le disoccupate.
Lavoro
Occupata
lavoro saltuario/precario
lavoro nero
casalinga
disoccupata
pensionata
studentessa
dati rilevati
66
26
23
51
70
5
9
250
26,40%
10,40%
9,20%
20,40%
28,00%
2,00%
3,60%
Rimane inalterato il numero delle straniere che si rivolgono a noi.
Nazionalità
donne italiane
donne straniere
291
15
95%
5%
Nei dati riguardanti la “tipologia” non si fa differenza tra violenza dentro o fuori la famiglia; questi dati non sono confrontabili con quelli dell’anno precedente, essendo variate le singole voci che compongono la “tipologia”.
Tipologia
maltrattamenti e violenza
difficoltà relaz.fam.e/o con figli
violenza sessuale/abuso figli
viol/molestie/stalking fuori da fam.
vittima di tratta
altro
dati rilevati
174
29
8
8
0
52
271
64,21%
10,70%
2,95%
2,95%
0,00%
19,19%
100,00%
Come sappiamo non esistono per il passato anche recente dati che ci possano dire qual è l’incidenza della violenza familiare né a livello nazionale né locale, sappiamo anche alla luce delle ultime ricerche, che le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza costituiscono solo la punta di un iceberg e che di queste, secondo le indagini ISTAT solo il 20% denuncia i maltrattamenti e lo stupro.
Tra le donne che si sono rivolte nel 2008 al Centro Le Onde l’84% ha subito violenza in famiglia, si tratta per circa il 64% di violenza fisica, per il 15,34% di violenza sessuale e per il 41,72% di violenza economica, alla base di tutte le forme di violenza di genere c’è la violenza psicologica fatta di svalutazione della donna e di tentativi di creare una dipendenza.
Violenza in famiglia
violenza fisica
violenza psicologica
violenza sessuale
violenza economica
stalking
TOTALE VIOL. INTRAFAM.
104
141
25
68
26
163
63,80%
86,50%
15,34%
41,72%
15,95%
84,02%
Nell’87% circa dei casi di violenza si tratta del marito o del compagno o anche dell’ex marito, il restante 13% è costituito per il 7% da genitori e per il 6% circa da altri familiari. Talvolta più di un componente della famiglia si accanisce nei confronti della vittima.
Autore
marito/convivente
ex-marito/ex-conv.
padre/conv. della madre
madre
altri familiari
dati rilevati
133
13
8
4
10
168
79,17%
7,74%
4,76%
2,38%
5,95%
100,00%
La violenza in famiglia ha come vittime non solo le donne ma anche i figli: nel 93% circa dei casi di violenza domestica uno o più figli sono a loro volta coinvolti o direttamente o indirettamente attraverso la violenza assistita, che come recenti studi dimostrano ha su i minori lo stesso impatto drammatico che se fossero essi stessi direttamente colpiti.
Maltrattamento dei figli
maltrattamento fisico
maltrattamento psicologico
violenza assistita
abuso sessuale
TOT. MALTRATTAMENTO
22
44
82
4
152
14,47%
28,95%
53,95%
2,63%
93,25%
Un altro dato che fa riflettere sulla gravità del problema della violenza e sulla enorme difficoltà ad uscire da situazioni altamente drammatiche, è la durata. Solo il 3,48% subisce violenza da meno di un anno, mentre ben il 59% subisce da più di dieci anni maltrattamenti e violenze in famiglia.
Durata della violenza
da 1 anno o meno
da 2 a 5 anni
da 6 a 10 anni
più di 10
dati rilevati
4
43
0
68
115
3,48%
0,00%
59,13%
70,55%
Gli interventi sul territorio sono comunque ancora assolutamente insufficienti
Interventi
forze dell’ordine
strutture ospedaliere
servizi sociali
trib. Minori
32
12
6
8
19,63%
7,36%
3,68%
4,91%
La violenza extrafamiliare ha una incidenza di gran lunga minore di quella che si svolge entro le mura di casa; nel maggior numero di casi è sempre ad opera di persone vicine alla vittima
Violenza fuori dalla famiglia
viol./molest./stalking
viol.sessuale
abuso minori
TOT. VIOLENZA extrafam.
8
3
0
11
Autore
conoscente
fidanzato/ex
sconosciuto
gruppo
2
7
1
1
18,18%
63,64%
9,09%
9,09%
Negli ultimi anni sempre un maggior numero di donne hanno bisogno di una consulenza legale sia per promuovere un intervento anche attraverso il gratuito patrocinio sia per richiedere informazioni legali e capire quali possibilità ci sono per uscire dalle situazioni drammatiche di vita.
In particolare nel 2008 il 77% delle donne che si sono rivolte al nostro Centro ha avuto bisogno di almeno una consulenza legale, nel 2007 il 65%, troviamo quindi un aumento di 12 punti percentuali.
Consultorio giuridico
consulenze penali
consulenze civili
gratuito patrocinio (cause civili)
TOT. CONSULENZE LEGALI
76
160
46
236
24,8%
52,3%
28,8%
77,1%
Il 47% ha bisogno di informazioni su separazione e divorzio anche se spesso alcune donne si limitano a raccogliere informazioni ma non si decidono a interrompere, per vari motivi, il vissuto di violenza e maltrattamento.
Informazioni
affido
tutela minore/abuso su minore
ric/disc. paternità
separazione
divorzio
mantenimento-sostegno economico
modifica condizioni di separazione
denuncia violenza-allont. Coniuge
altro
dati rilevati
21
15
4
71
9
37
4
38
11
170
12,35%
8,82%
2,35%
41,76%
5,29%
21,76%
2,35%
22,35%
6,47%