A questo si aggiunga l’aberrazione di un sistema giudiziario che mal si concilia con una dimensione di povertà diffusa e che, sia per i tempi eccessivamente lunghi, sia per le modalità troppo spesso ancorate a criteri formali e lontane dalla realtà, non è in grado di cogliere il disagio dei lavoratori subordinati e, di fatto, contribuisce ad una ingiustizia sostanziale, deludendo le legittime aspettative di lavoratori mobbizzati, licenziati, demansionati, non adeguatamente retribuiti, che possono trovarsi sprovvisti di ogni forma di tutela. I partiti di “sinistra” e il PD in particolare, hanno oggi una grande responsabilità perché, con le loro scelte, rischiano di trasformare una democrazia pluralista che garantisce la tutela dei più deboli in tutti i luoghi dove si sviluppa la personalità dell’individuo, in una oligarchia dei partiti più forti, che opera secondo logiche politiche assolutamente lontano dai reali bisogni sociali. Ritengo che l’unico strumento per affrontare una crisi di così ampia portata che mette a repentaglio e sfalda i principi fondamentali dello Stato, il diritto al lavoro libero e dignitoso è tra questi, sia dia carattere culturale. C’è bisogno, dunque, di un risveglio delle coscienze per salvaguardare i nostri preziosi valori costituzionali".
Nadia Spallitta – gruppo Un’Altra Storia