Ing. Nino Vicari – Fondazione Salvare Palermo
Con il proposito di fornire alla pubblica amministrazione, in assenza di notizie sulle sue iniziative, indicazioni di metodo e di indirizzo sulla revisione del PPE, scaduto ormai da tre anni, e di pervenire successivamente ad un pubblico dibattito, possibilmente in seno ad una conferenza cittadina, vi prego di riflettere con noi sull’argomento.
Vi espongo intanto le mie personali opinioni sull’argomento concernenti le fasi preliminari alla nomina dei consulenti per la revisione del piano:
sul metodo: impegnare l’amministrazione comunale (l’assessorato al C.S.) ad elaborare un documento programmatico, farlo approvare dalla Giunta e, una volta approvato, sottoporlo ad una consultazione democratica attraverso il coinvolgimento di tutti gli organismi rappresentativi della vita economica e culturale della città
sulle scelte di contenuto: impegnare l’amministrazione comunale a dare priorità ad un processo di conoscenza dell’attuale stato di fatto del centro storico, utilizzando i più moderni metodi che l’odierno apparato tecnologico mette a disposizione e che comprenda:
1. il censimento della popolazione del C.S.
2. il censimento delle operazioni di recupero già effettuate da privati e dalla mano pubblica in attuazione del PPE a partire dalla sua entrata in vigore
3. l’effettiva consistenza e lo stato d’uso degli immobili non ancora oggetto di interventi di recupero, tenuto conto che la cartografia di base sulla quale è stato a suo tempo disegnato il PPE era già vetusta e non priva di errori e che nello scorso ventennio lo stato d’uso degli immobili si è ulteriormente trasformato per ulteriore vetustà, degrado e abbandono.
4. lo stato giuridico degli immobili, quanto a titoli di appartenenza e di fruizione
5. la definizione di alcune invarianti di principio pregiudiziali:
a) confermare il PPE nella sua impostazione di strumento che mira alla conservazione del patrimonio edilizio esistente sulla base dei criteri che hanno ispirato lo strumento urbanistico scaduto
b) rivedere le categorie di intervento correlandole con l’effettivo stato d’uso del patrimonio edilizio esistente
c) definire la dotazione dei servizi e la loro localizzazione in relazione ai fabbisogni della popolazione insediabile
d) stralciare un piano esecutivo di “ricostruzione” per le aree di risulta da demolizioni già avvenute e per i complessi edilizi allo stato di ruderi o di abbandono ed una connessa strategia di intervento pubblico-privato che introduca meccanismi di attuazione sostitutiva in caso di assenza o renitenza dei proprietari, previa dichiarazione di pubblica utilità
e) ammettere nella “ricostruzione” l’intervento innovativo con linguaggio moderno dell’architettura, a condizione che la qualità del progetto venga garantita da un’equipe di alto profilo culturale
f) definire un quadro si incentivi fiscali e burocratici per incoraggiare l’intervento privato
g) dotare il PPE di un programma economico esecutivo, che individui fabbisogni e fonti di risorse pubbliche e private per un futuro decennio.
Nel breve termine, in attesa della revisione del piano, adottare opportune misure di salvaguardia a conferma della integrale validità del PPE.
Augurandomi la più ampia possibile partecipazione al proposto confronto di idee, vi prego di utilizzare lo strumento del forum, condensando in non più di due cartelle le vostre opinioni in merito e coinvolgendo eventualmente altri soggetti da voi reputati utili ad arricchire il documento finale che ci proponiamo di formulare e concordare.