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domenica, 22 dicembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Noureddine Adnane si diede fuoco dopo cinque controlli in tredici giorni

Noureddine Adnane, il ventottenne marocchino che si è dato fuoco dopo un controllo dei vigili, in tredici giorni è stato sottoposto a controlli cinque volte. Non solo, ma nella zona dove si è consumata la tragedia, dall’inizio dell’anno e sino all’11 febbraio la polizia municipale è intervenuta nove volte con controlli sugli ambulanti, quasi quanto in tutto il 2010 in cui sono registrate tredici verifiche in via Basile.
Nel caso del marocchino, era stato accertato che esercitava in modo regolare la sua attività con controlli il 28 gennaio alle 10,54, il 3 febbraio alle 14,25, l’8 febbraio alle 14,30 e, infine, l’11 febbraio giorno in cui Noureddine – abbandonando il suo carrettino pieno di guanti, cappellini colorati e ciondoli – si è dato fuoco. Secondo una relazione della polizia municipale, tutte le attività svolte dagli agenti sono avvenute su <<sollecitazione>> dei cittadini che hanno telefonato alla centrale operativa perché la presenza degli ambulanti rendeva impraticabili i marciapiedi. Un comportamento che a Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia ed esponente di Sinistra ecologia e Libertà, appare oggi vessatorio. Così platealmente vessatorio che, dopo aver ottenuto risposta a un’interrogazione, chiede le dimissioni del comandante dei vigili, Serafino Di Peri. <<Cinque controlli sono stati effettuati a carico di Noureddine con cadenza quasi giornaliera con l’unico invito di spostarsi ogni ora di 500 metri. A tale zelante e sistematica applicazione di una norma regolamentare nei confronti di un giovane immigrato dalla evidente condizione economica precaria – commenta la Spallitta – non sembra corrispondere tuttavia altrettanto zelo rispetto a fattispecie di rilevante ed evidente violazione delle norme del codice della strada>>. La consigliera si riferisce alla questione dei gazebo commerciali sparsi per la città. <<Come mai sulle istallazioni abusive in strada il comandante non ha fatto intervenire i suoi uomini?>>, si chiede ancora Spallitta. <<Questa evidente disparità di trattamento, che ha avuto ripercussioni drammatiche, non può restare senza conseguenze>>. Non è stato possibile mettersi in contatto per avere una replica con il comandante Di Peri.



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