Nadia Spallitta , consigliere del gruppo Un’Altra Storia e componente della commissione urbanistica – ha dichiarato:
<< La proposta di lottizzazione nella zona di Pallavicino, in relazione alla quale, allo stato, ho espresso parere contrario, suscita alcune perplessità sotto due profili : la deroga agli standards urbanistici che l’Amministrazione autorizza e i criteri di calcolo della volumetria consentita a chi lottizza. L’Amministrazione, infatti, ha introdotto, a mio avviso, in modo illegittimo , una norma definita errata corrige di errori materiali che deroga alla legge e al P.R.G. (piano regolatore generale)col rischio di stravolgere in modo sostanziale l’assetto del territorio. Normalmente, infatti, i privati che costruiscono complessi edilizi (lottizzazioni) hanno l’obbligo di cedere parte dell’area all’Ente per realizzare i servizi pubblici primari e secondari (strade – illuminazioni – impianti – parcheggi ecc ). L’Amministrazione comunale, invece, pretende di sostituire la realizzazione anche dei servizi primari con il pagamento di somme di denaro corrispondenti al loro valore, senza più quindi la cessione delle aree. Potrebbero così sorgere, in zone che necessitano di tutto, interi complessi edilizi senza servizi, con buona pace dei limiti inderogabili degli standards urbanistici. Anche se probabilmente questo pericolo non sussiste nella specifica lottizzazione di Casteforte, tuttavia si pone un problema di carattere generale. Ritengo, infine, che le stesse problematiche si pongano quando il Comune “fa proprio” un piano particolareggiato presentato da un privato, perché, in assenza di una apposita convenzione, si pone il problema della realizzazione dei servizi pubblici ed altresì degli indici di edificabilità. Per quanto riguarda la lottizzazione a San Filippo Neri (ZEN) pone un problema politico sull’uso del territorio dal momento che si rischia , creando villette a schiera, di mantenere la condizione di isolamento ed emarginazione del resto dello ZEN. Si potrebbe in parte ovviare chiedendo al privato di realizzare opere di urbanizzazione secondarie al servizio del quartiere come ad esempio strutture sportive , campi di calcio ecc per avviare un processo di riqualificazione ed integrazione dello ZEN nel tessuto urbano della città>>.
<< La proposta di lottizzazione nella zona di Pallavicino, in relazione alla quale, allo stato, ho espresso parere contrario, suscita alcune perplessità sotto due profili : la deroga agli standards urbanistici che l’Amministrazione autorizza e i criteri di calcolo della volumetria consentita a chi lottizza. L’Amministrazione, infatti, ha introdotto, a mio avviso, in modo illegittimo , una norma definita errata corrige di errori materiali che deroga alla legge e al P.R.G. (piano regolatore generale)col rischio di stravolgere in modo sostanziale l’assetto del territorio. Normalmente, infatti, i privati che costruiscono complessi edilizi (lottizzazioni) hanno l’obbligo di cedere parte dell’area all’Ente per realizzare i servizi pubblici primari e secondari (strade – illuminazioni – impianti – parcheggi ecc ). L’Amministrazione comunale, invece, pretende di sostituire la realizzazione anche dei servizi primari con il pagamento di somme di denaro corrispondenti al loro valore, senza più quindi la cessione delle aree. Potrebbero così sorgere, in zone che necessitano di tutto, interi complessi edilizi senza servizi, con buona pace dei limiti inderogabili degli standards urbanistici. Anche se probabilmente questo pericolo non sussiste nella specifica lottizzazione di Casteforte, tuttavia si pone un problema di carattere generale. Ritengo, infine, che le stesse problematiche si pongano quando il Comune “fa proprio” un piano particolareggiato presentato da un privato, perché, in assenza di una apposita convenzione, si pone il problema della realizzazione dei servizi pubblici ed altresì degli indici di edificabilità. Per quanto riguarda la lottizzazione a San Filippo Neri (ZEN) pone un problema politico sull’uso del territorio dal momento che si rischia , creando villette a schiera, di mantenere la condizione di isolamento ed emarginazione del resto dello ZEN. Si potrebbe in parte ovviare chiedendo al privato di realizzare opere di urbanizzazione secondarie al servizio del quartiere come ad esempio strutture sportive , campi di calcio ecc per avviare un processo di riqualificazione ed integrazione dello ZEN nel tessuto urbano della città>>.