PALERMO – Una piccola luce illumina gli immobili confiscati alla mafia: una dozzina di questi beni potranno finalmente accogliere altrettante famiglie di senzacasa. Per l’esattezza, si tratta dei nuclei familiari che da circa due anni abitano in condizioni disastrate nei container piazzati dal Comune in via Messina Montagne. Un campo, questo, che ora l’esecutivo, anche perché pressato dall’Asp, intende sgomberare e cancellare definitivamente.
“Stiamo predisponendo – spiega il vice sindaco, Francesco Scoma – un nuovo regolamento per l’assegnazione dei beni. Intanto, siamo riusciti a liberare dodici appartamenti, che andranno a soddisfare le richieste dei senzatetto”. Si rallegra per il provvedimento Nadia Spallitta (Un’Altra Storia), presidente della Commissione Urbanistica, anche in considerazione dei “tanti bambini tolti da una condizione di incivile sofferenza”. La Spallitta guarda ora alle “centinaia di famiglie e minori che versano in stato di disagio” e promette battaglia per la “dismissione dei container, lo scorrimento della graduatoria dell’emergenza abitativa e la tutela di quanti vivono in luoghi fatiscenti o sottoposti a rischio di crollo”.
Non si placano, invece, le polemiche sulle revoche delle assegnazioni degli immobili disposte dall’amministrazione, dopo il caso sollevato da “Striscia la Notizia”.
Sotto la lente d’ingrandimento del Tg satirico è finito anche un immobile sito in Piazzale Aurora 7, assegnato nel 2006 alla Fenice Onlus, presieduta da Andrea Giostra. L’associazione avrebbe dovuto realizzarvi un centro per le audizioni protette dei minori vittime di abusi. “Avrebbe”, perché, di fatto, l’immobile è stato del tutto o parzialmente inutilizzato. Colpa della mancanza della certificazione di agibilità, secondo la Onlus, che addita l’inerzia del Comune. Alla revoca dell’immobile, si è aggiunta quello dell’incarico di consulenza a titolo gratuito che Giostra svolgeva da due mesi presso l’U.Ri.Pe., diretto dal vice sindaco Scoma. Un incarico “incompatibile” con la gestione di un bene confiscato, secondo Cammarata. “Una ritorsione cinica e ingiustificata”, secondo Giostra. “Si tratta di una decisione assunta dal sindaco e quindi non voglio entrare nel merito – dice Scoma -. Non posso nascondere, comunque, il mio dispiacere per questa vicenda, anche perché ad assegnare il bene era stata un’altra amministrazione. Per quel che mi riguarda, non avevo rilevato alcuna conflittualità”.