Palermo, 20 gennaio – “I budget 2017 delle aziende partecipate Amat e Amap prevedono una perdita consistente. Una situazione delicata – precisa Nadia Spallitta, consigliere comunale – in primo luogo perché i siti delle stesse aziende risultano incompleti, in quanto non risultano ancora pubblicati alcuni atti fondamentali, tra cui ad esempio i bilanci di previsione. Tuttavia, a seguito di incontri con gli uffici è emerso un deficit strutturale di circa 8/10 milioni di euro per l’Amat e di circa 2 milioni di euro per l’Amap.
L’elemento più rilevante – continua il consigliere comunale – è che nessuna delle due società, pur in presenza di budget negativo, non ritiene necessario proporre alcun correttivo e non è ben chiaro come ciò sia possibile e soprattutto che valore possa avere una simile previsione di spesa. È singolare che strutture imprenditoriali con tanto di direttori generali e manager non siano in grado di proporre soluzioni per affrontare le criticità. Del resto, non è pensabile che le perdite dell’Amat possano colmarsi con ulteriori pressioni fiscali sui cittadini, mentre sarebbero necessarie soluzioni tipicamente imprenditoriali. Ai costi dell’attività – aggiunge – non corrisponde un’adeguata qualità dei servizi, basti pensare che l’Amat continua a ridurre le corse.
In questo contesto – continua Nadia Spallitta – male si conciliano le scelte gestionali che soprattutto l’Amat pone in essere, rivolte a un costante ricorso all’esternalizzazione dei servizi, spesso in regime di trattativa privata (regime che potrebbe non garantire il prezzo più basso) e degli incarichi. Il tutto aggravato da numerosi contenziosi che determinano sull’Amat, ma anche sulle altre partecipate, ricadute economicamente pesanti, laddove le aziende risultino soccombenti (da poco ad esempio l’Amg ha definito un contenzioso, pagando in transazione circa 20 milioni di euro).
È inoltre difficoltoso esercitare il controllo su queste società che non presentano in tempi utili al consiglio comunale né budget, né bilanci, né piani industriali, per cui le funzioni di controllo di competenza del consiglio comunale di fatto non possono essere esercitate.
Ritengo – conclude il consigliere – che per salvare le società e garantire i servizi sia necessaria una rivisitazione dell’organizzazione aziendale che garantisca competenze e capacità manageriali e che sia incentrata al contenimento della spesa e ai principi di pareggio di bilancio ed efficienza. Elementi oggi ancor più fondamentali in quanto dal 2017 si avrà un bilancio consolidato con ricadute delle perdite aziendali anche sul bilancio comunale”.